Il 16 aprile 2010 per l'onorevole(?) deputato del Partito dell'Amore ad personam e sodale braccio destro e fac totum del Sultano Dell'Utri, il PM chiede in appello 11 anni di galera per associazione mafiosa: nel primo grado di giusizia gliene avevano comminati soltanto 9! Dell'Utri insieme al suo padrone Berluskoni, sono passati alla storia anche per aver definito "un vero eroe" il mafioso Mangano, che il dell'Utri aveva fatto assumere dal Berlusconi come suo fattore. L'"eroe" Mangano è morto in carcere, dove scontava una condanna a due ergastoli per omicidi mafiosi. L'onorevole(?) Dell'Utri dichiara ai giornalisti sprezzantemente e senza la minima vergogna, che schiaccerebbe qualsiasi altra persona dotata di un minimo di coscienza critica:"Se non l'avete ancora capito faccio il deputato per difendermi dai processi". Se nonostante la sua pervicace immorale (illeggittima e illegale?) battaglia antigiuridica e la sua guerra contro magistrati e magistratura, dovesse essere giustamente condannato anche in Cassazione, il suo padrone Berluskoni gli ha già preparato un posto da ministro, in modo che, grazie alla legge (si fa per dire) sul(l'il)legittimo impedimento approvata recentissimamente da un parlamento servile, prono e schiavo ai voleri del suo burattinaio, possa evitare comunque la galera, rservata alla gente comune di ladri di polli e cibo al supermercato.
Sempre il 16 in uno degli infiniti spot a sua immagine autoapologetica e somiglianza autoagiografica spacciati senza ritegno per conferenze stampa, l'Egoarca Autocrate Sire di Arcore spara l'enesima cannonata contro chi combatte e lotta contro la mafia, condannando scandalizzato il "supporto promozionale" che persone indegne come Saviano danno al successo della mafia, della camorra e della 'ndrangheta! Ma allora perchè la Mondadori di sua proprietà gestita dalla sua figliola Marina, pubblica i libri di Saviano? La prima discendente femmina del (super)Duce(tto) di Arcore, invece di stare zitta evitando così di fare penose figure comunque per ovvi motivi, rincara la dose in appoggio all'Angusto Genitore affermando che: "Non è una censura, si può criticare". Si associa alle incredibili odiose mafiose condanne del padre (capo del governo e padrone di TV e Mondadori acquisita con frodi (il)legali con corruzione di magistrati passata in giudicato: ricordate Previti? ) a chi combatte la mafia favorendole "un supporto promozionale" come Saviano. Non sono i mafiosi a produrre mafia, ma chi, come Saviano che vive da cinque anni sotto scorta armata per evitare che lo ammazzino come un cane, la supporta promozionalmente!
Il 18 aprile La Repubblica riporta in prima pagina l'insostenibile obbrobriosa farneticante difesa filiale del babbo mago di Arcore, famoso barzellettiere, frequentatore di minorenni, "utilizzatore finale" di prostitute, pluridivorziato che fa la comunione in cerimonie pubbliche come i funerali di Vianello (ma la Santa Chiesa Apostolica Ecumenica Cattolica Romana non li proibisce da sempre?). Insieme la sdegnata risposta di Saviano che precisa puntuale le differenze esistenti fra diritto di critica e propaganda mafiosa e si preoccupa del "tentativo di far passare l'idea che chiunque scriva di mafia fiancheggi la mafia. Come se si dicesse che i libri di oncologia diffondono il cancro...Ho trovato le parole del capo del governo finalizzate a intimidire chiunque scriva di mafia e di capitali mafiosi". Inutile ricordare che l'AutoPantoCrator Blefaroplstikato Kalotrikofilo Conducator Caudillo Cavaliere Berluskoni IV non ha mai chiarito le origini dei capitali iniziali della sua "impresa", nemmeno alla magistratura che glielo aveva richiesto esplicitamente, per cui non si possono escludere origini mafiose: o no? Secondo Marina c'è il diritto di critica così inteso: se Saviano condanna la mafia, suo papà ne può e ne deve parlare bene. Avrà i suoi motivi, o no?
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