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venerdì 9 aprile 2010

Berlusconi e lo Stato

L'inarrestabile, riprovevole, ignobile mescolanza fre gli interessi personali e privati del Kalotrikofilo Blefaroplastikato, le Leggi dello Stato e l'Interesse Nazionale ha raggiunto ormai l'apice compulsivo di un ritmo parossistico svergoganto e vergognoso, sia per chi la attua, sia per chi la deve subire, fatte salve le dovute, ovvie differenze. Il 7 aprile 2010 il cosiddetto presidente del consiglio alias proprietario (fra l'altro) di Mediaset e Padrone della RAI, ha ricevuto, in una delle sue innumerevoli ville private e personali - se ne sta comprando l'ennesima in Toscana, una tenuta con vigne e cavalli: peccato proprio che il "fattore" eroe Mangano sia morto...) - il cosiddetto ministro della (in)giustizia ad personam Al Fano e il suo avvocato personale Ghedini Ma Va Là alias deputato del Popolo della Libertà (?). Professionisti e clienti, servi(tori) e padroni, amici e sicofanti, conoscenti e sodali, non si incontrano per parlare dei loro affari privati: questo sarebbe ovviamente più che lecito ed evidentemente prosaicamente normale, rientrando nella più piatta banalità. In questo caso il capo del governo, nella sua casa privata, convoca il ministro ad personam e il deputato ad personam per parlare della "riforma" della giustizia (?), come se la faccenda fosse una questione privata del Despota da trattare fra amici coll'avvocato personale. In effetti è vero che si tratta degli affari suoi privati (evitare la galera, arricchirsi ulteriormente distruggendo la concorrenza mediatica ecc. ecc. ecc.): ma in quale altro paese che si ostina a definirsi civile si potrebbe assistere a una commistione così atroce e aberrante fra la sfera pubblica e quella privata? Nello Zimbabwe? A Ouagadougou? A Boujumbura? Nel Kirghisistan? (dove per altro proprio in questi giorni la popolazione s'è ribellata al governo, cacciandolo, perchè lo riteneva corrotto?) Nel regno di Tonga? Sia chiaro che non ho la minima intenzione di offendere stati e popoli che ormai anzi, spesso, ci sopravanzano giustamente nelle graduatorie dei diritti civili e delle libertà personali!
Solo due giorni prima, sempre in un incontro "privato" (si fa per dire, visto che si è parlato di riforme istituzionali a casa sua), il Sire di Arcore ha convocato e/o ricevuto il ministro ad personam (?) Bossi, che si è fatto accompagnare dal figlio Renzo detto (dal padre stesso) la Trota, a significare la estrema ponderataggine psicosomatica del giovane virgulto, che ha per questo dovuto ripetere per ben tre volte l'esame di maturità. Stia attento l'Egoarca: parliamo del "Predatore Padano e del familismo celtico ruspante animale, del pasto della bestia predatrice condiviso con la prole". (Merlo, La Repubblica 7 aprile 2010)
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano). Io lo sono.

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