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giovedì 30 aprile 2009

Sciacalli e otto per mille

Da quando il piduista Cicchitto, ex socialista, attuale capogruppo del Popolo della Libertà (quale?) ad personam del piduista Berluskoni, insieme alla canea montante degli ululanti antisantoro ha definito sciacallesca la sua trasmissione Anno Zero del 9 aprile sui ritardi dei soccorsi alle vittime del terremoto d’Abruzzo, tanto per centrifugare un pò di merda della loro libertà del popolo su chi fa onestamente il suo lavoro di giornalista a schiena diritta nonostante la violenza inaudita dell’Editto Bulgaro emanato aSofia nel 2001 dall’arcimprenditore Silvio allora II, oggi già IV, a maggiore e più sensata ragione sarà definito sciacallo chiunque utilizzerà sciacallescamente il palcoscenico del terremoto per mettersi in mostra
Il cardinale Bagnasco, presidente della CEI, generale in pensione delle Forze Armate Italiane in quanto ordinario militare emerito dell’Esercito, in visita alle vittime del terremoto, per farsi bello ai loro occhi promette due milioni di euro di aiuti (poi portati a 5, vista la ridicola esiguità della cifra). Peccato che l’otto per mille gli frutti ben 2 miliardi: i conti evidentemente non tornano, ma nessuno ha il coraggio di ricordarglielo! Per la verità c’è qualcuno che glielo rammenta: è un deputato del PDL ad personam che chiede “di togliere ai preti i proventi dell’otto per mille per darli alle vittime”. Si tratta di Giancarlo Lehner che, in una lettera su Libero (di cui per altro è giornalista) avanza la richiesta che lui stesso riconosce eterodossa e poco politicamente corretta, visto il pulpito clericale da cui (stra)parla. E’ lo stesso Lehner già docente al liceo Virgilio di Roma dove professava, fiero e orgoglioso, la sua fede immarcescibile nel trotzskysmo tanto da aver dato, con cipiglio rivoluzionario il nome di Lev a suo figlio innocente. Oggi l’avrà ribattezzato Silvio? Misteri dell’animo umano: sono sempre i convertiti ad essere i peggiori nemici degli amici correligionari del tempo precedente la propria conversione!
Resta il fatto che la chiesa pochi giorni or sono aveva già allestito una trionfale trionfante campagne pubblicitaria che enfatizzava il dono di 30 milioni di euro da dare in prestito alle famiglie povere, ricavandoli da collette da svolgere nelle chiese, cioè a costo zero per se stessa Santa Chiesa Cattolica Apostolica Ecumenica Romana! I ben due miliardi che la chiesa incassa ogni anno con giochetti fraudolenti furbescamente organizzati con lo stato italiano connivente e compiacente, le triplicano le somme da riscuotere annualmente. Da sole risolverebbero buona parte delle prime necessità assistenziali e ricostruttive, ma invece restano ben custodite nelle fin troppo pingui casse vaticane, utilizzate non per opere di bene, come fanno le chiese veramente cristiane come quella evangelica, ma per far funzionare la simoniaca cesaropapista macchina dello Stato della Città del Vaticano. Stipendi a preti e porporati, nunziature e dicasteri in giro per il mondo, costano moltissimo e non sono opere di carità cristiana, ma politica di potenza e di potere e così sia! (Chi sa cosa ne direbbe il buon rabbi ebreo Gesù!)
Io ateo diversamente credente sono costretto per esclusione a corrispondere il mio otto per mille alla Chiesa Evangelica nella certezza che almeno lo usa con pietà cristiana a favore dei poveri. Questo dopo aver scoperto con raccapriccio che Berluskoni II i miei soldi, invece di investirli nelle attività umanitarie previste dalla legge per i più bisognosi, li utilizza(va) per pagarci la guerra in Irak, illegale e immorale, in quanto aggressiva e non giustificata. Io dovevo pagare le conseguenze degli ordini che il suo tanto millantato amico Bush gli imponeva e gli comandava e a cui per altro corrispondeva con grande piacere di amorosi sensi!
La Chiesa dello Stato della Città del Vaticano si succhia, a mò di pompa idrovora insaziabile e ingorda, due miliardi di euro l’anno, grazie al marchingegno fraudolento studiato furbescamente nel 1984 dal gatto Craxi e dalla volpe dell’ allora aiutante Tremonti, all’atto del rinnovo con aggravio del Concordato clerico fascista del 1929. La chiesa infatti introita l’otto per mille del 30% dela minoranza cattolica che firma per essa, ma anche – incredibilmente – buona parte del restante 70% che, non firmato nella convinzione che vada allo stato (che comunque non ne garantisce un uso corretto e legale), finisce, redistribuito, devoluto nuovamente anche esso alla chiesa, a causa dei giochettini della legge truffa Craxi-Tremonti del 1984!
La chiesa ogni anno spende innumerevoli miliardi del vecchio conio per fare e farsi pubblicità ingannevole e incamerare il massimo dell’otto x mille, illudendo e facendo credere alle ingenue pecorelle cattoliche che il fiume di denaro andrà in opere di bene. In effetti solrtanto una piccolissima parte dell’introitato andrà in aiuto ai poveri e ai bisognosi: la maggior parte servirà a finanziare spese di rappresentanza dello Stato della Città del Vaticano, chiesa di potere e di (pre)potenza mondiale. Al Comune di Roma lo SCV non paga nemmeno il consumo di acqua ed elettricità e il ritiro dell’immondizia, fornite dalle società che poi ci aumentano le tariffe per far quadrare i loro conti in deficit anche per questo! Vergogna!
Perchè in tutto il mondo i fedeli – e giustamente soltanto essi – sovvenzionano volontariamente le proprie chiese e soltanto in Italia, invece, tutti i cittadini, compresa la maggioranza non cattolica, è costretta a farsi carico del sostentamento della Chiesa dello Stato della Città del Vaticano, attraverso trabocchetti legislativi, sotterfugi estemporanei e trucchetti da mago di Arcore? Quando ami riusciremo a diventare anche noi un paese civile e uno stato laico, così come tutte le altre democrazie “occidentali” delle quali crediamo e pretendiamo di fare parte?

Mignottocrazia e Puttanopoli

“Siamo tutti ostaggi, questa è la verità. Non vorremmo sapere niente di lui, delle sue favorite, della ragazzina napoletana che lo chiama “papi”, dell’ira di sua moglie, del padre che minaccia di darsi fuoco perchè la sua figliola non figura nel cast delle eurocandidate in bikini. Vorremmo avere altro davanti agli occhi, non questa pazzesca soap opera nella quale siamo tutti scritturati come comparse senza che nessuno ci abbia mai avvertito, non questa parodia di Bisanzio che non ha neppure la malinconica grandezza della decadenza di un impero (bisogna avercelo avuto, l’impero, per concedersi il lusso di decadere).
Vorremmo riaprire l’agenda delle cose normali, delle faccende vitali della vita corrente, ma qualunque pagina apriamo ci troviamo davanti o lui o la sua corte o i suoi boys in giacca e cravatta o il suo codazzo di ragazze pon-pon o la sua ex famiglia in tumulto o il suo popolo osannante e suicida, e oramai in qualunque pertugio della vita pubblica ci sono le tracce del suo passaggio, c’è il suo timbro, il suo odore di follia. Tutto è intriso di lui, dal terremoto del 25 aprile, dalle televisioni alle strade di Roma, dalla Brianza alla tangenziale di Napoli, dalle ville agli inceneritori, dagli editoriali a You Tube. Chissà com’era, l’Italia, prima di lui. Chissà se esisteva l’Italia, prima di lui.” (Michele Serra, La Repubblica 30 aprile 2009, pag. 34)
A parlare di Mignottocrazia è stato Paolo Guzzanti al momento – pochi mesi or sono – deputato di Forza Italia, dichiarata deceduta dal suo inventore Berluskoni a fine marzo 2009: per questo è stato cacciato fuori (o se ne è andato, come dice lui) anche dal neonato Popolo della Libertà che ne ha preso il posto. Guzzanti, giornalista e servitore fedele di re Silvio I, II, III e IV, pur essendo padre di tre magnifici figli satirici a lui antitetici, è stato anche presidente della fraudolenta commissione Mitrokin istituita sovranamente dal padrone e gestita fedelmente dal suddito per centrifugare merda contro Prodi e i suoi prodi. Il fallimento della ignobile commissione, travolta e stravolta da scandali e arresti di finti e mendaci testimoni, ha contrariato il presidente Guzzanti che non ha ricevuto i ringraziamenti attesi e richiesti e ha reagito nei modi conosciuti. Proprio in questi giorni di fine aprile 2009, in un’intervista ad Antenne 2, ha dichiarato che la sua Mignottocrazia è definita e conosciuta in Francia come Puttanopoli e che all’estero così siamo considerati e sbeffeggiati. Avanti Savoia! (Emanuele Filiberto, aspirante legittimo (?) al trono come re d’Italia qualora fosse ripristinata la monarchia – ma re Silvio? – si presenta candidato alle elezioni europee nel partito UDC dell’ineffabile Casini: della serie principi e veline, lo spettacolo deve continuare).

La "sana laicità" del papa

Il 25 aprile il santo, sacro e sommo pontefice Joseph Ratzinger, già Hitler Jugend sullo scorcio della II guerra mondiale, afferma che l’inseganmento della religione cattolica nella scuola pubblica statale italiana non è “un’interferenza o una limitazione della libertà...(ma al contrario un esempio)...di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva...L’insegnamento della religione cattolica è parte integrante della storia della scuola italiana”.
Se la Repubblica Italiana fosse lo stato laico che dovrebbe essere e chiedesse allo stato della Città del Vaticano di nominare nelle sue scuole cattoliche insegnanti di non religione cattolica (altre religioni, storia delle religioni, laicismo, laicità, ateismo, agnosticismo, razionalismo...) pagati però dallo Stato della Città del Vaticano, il papa cosa ne penserebbe?
Eppure, in base al concordato clerico-fascista del 1929, confermato dal clerico-comunista articolo 7 della Costituzione del 1948 e aggravato dalla (contro)riforma clerico-socialista del 1984, preti, suore e cattolici DOC di chiara fede e sicura fiducia dei vescovi che li nominano sovranamente per l’insegnamento della religione cattolica, vengono purtroppo e tuttavia pagati dallo Stato Italiano che li nomina in ruolo al di fuori di ogni verifica di controllo, parametro di qualità e concorso e abilitazione professionale, strettamente richiesti a tutti gli altri docenti di qualsiasi altra materia si insegnamento.. Con l’aberrante aggravamento che se l’anno successivo il vescovo revoca la nomina, lo stato “laico” dovrà utilizzare il docente clericale cattolico per tutto il resto della sua carriera lavorativa di 40 anni per l’insegnamento di qualsiasi altra disciplina e materia di studio, a prescindere da qualsiasi qualificazione professionale e competenza specifica. E’ incredibile, ma vero con l’aggravante di una spesa mostruosa di centinaia e centinaia di miliardi di vecchie lire ogni anno per il solo pagamento degli stipendi di questi anomali e incredibili docenti che l’ineffabile ministra Gelmini si è ben guardata dallo sforbiciare, così come selvaggiamente s’è scatenata contro i maestri considerati troppo numerosi e quindi onerosi per il bilancio dello stato!
La stessa Chiesa ammette ormai da lungo tempo che i cattolici praticanti che possono definirsi e ritenersi tali rappresentano ormai un’esigua minoranza, che non rappresenta più del 30% dell’intera popolazione. Perchè allora la maggioranza del 70%, composta da non credenti, diversamente credenti, credenti in altre religioni, atei, agnostici e via laicamente elencando, deve pagare di tasca propria docenti cattolici che insegnano religione cattolica, che meglio e più giustamente potrebbero farlo in chiese, oratori e scuole private, pagati dai loro correligionari e dalla loro chiesa?
Domenica 26 aprile l’87% dei berlinesi ha bocciato con un referendum l’inserimento dell’insegnamento della religione cattolica alla pari con le altre discipline nelle scuole, dove per altro è comunque già presente come materia facoltativa in aggiunta all’orario curriculare: in Italia è addirittura vietato chiedere un referendum per l’abrogazione del concordato perchè non previsto dalle leggi vigenti!
(Ri)chiamo il papa a un dibattito libero e democratico sul concetto di “sano laicismo” e lo invito a (pre)occuparsi di spazi concettuali più consoni alla sua mentalità dogmatica per fede, formazione, cultura e obblighi professionali: il pontefice massimo è infallibile soltanto nelle materie religiose ex catedra e quindi non ci venga pure a insegnare cosa sia un “sano laicismo”. Evidentemente immagina che questo possa coincidere con l’obbligo di (cor)rispondere ossequiosamente ai suoi ordini che i suoi servi papalini si affrettano ad eseguire, trasformando e facendo coincidere ciò che la chiesa ritiene peccato con ciò che lo stato italiano zuavo vaticano trasforma in reato da sanzionare col codice penale! Così la mia vita personale individuale diventa indisponibile per me stesso, ma disponibilissima per chiunque altro (preti, medici, legislatori clericali...) visto che è un dono di dio e soltanto lui (e chi parla a e in suo nome) può disporne! Se questa è libertà e democrazia...
Resistere! Resistere! Resistere!

La ubris di Berluskoni

Il concetto greco, ben definito dalla cultura classica, del termine ubris descrive con ottima capacità definitoria il senso dei comportamenti di B. e del suo governo ad personam. Il vocabolario dal greco antico ci traduce il sostantivo con insolenza, tracotanza, alterigia, violenza, prepotenza, petulanza, insulto, dileggio, contumelia, sfrenatezza, oltraggio, ignominia. Tutto ciò appare ormai fin troppo manifesto e sempre più serialmente ripetitivo a stigma delle azioni ben rappresentative della mentalità deteriore di chi ci (s)governa. Il regime (s)fascista ormai al potere produce veri e propri golpe a getto continuo contro la legalità democratica e costituzionale, nell’assoluto silenzio tombale di servi e servitori, corifei e sicofanti, sodali e famigli, nani e ballerine. Solo le voci dei pochi eroi a schiena dritta rimasti in piedi, sommersi dagli ululati della schiumosa ringhiante canea umana dei berluscones si frappongono – ancora per quanto? – all’odiosa marea montante del ludibrio berlusconiano. Il governo ad personam continua a legiferare a ritmo folle, in sempre più mostruoso macroscopico incivile grottesco imbarazzante obbrobrioso pazzesco planetario conflitto di interessi, mai visto, in questa dimensione oceanica, nella storia delle società civili e democratiche. Non contento (e forse addirittura grazie a questo) il (super)duce(tto) di Arcore procede, il 17 aprile, a nominare i vertici RAI durante una riunione casalinga presso la sua residenza privata romana. Il PD parla di indecenza, Ellekappa sintetizza lo scandalo nel botta e risposta della sua folgorante vignetta;” Il premier fa le nomine RAI dal salotto di casa sua” e l’altro “Dove siedono abitualmente i nominati”. Bocchino, Popolo della Libertà (quale?) ad personam nega lo scandalo e afferma, confermandolo senza nemmeno rendersene conto: ”Abbiamo parlato prevalentemente del terremoto d’Abruzzo” (sic!). “Nella Reggia di Palazzo Grazioli il Cavaliere porta il potere a domicilio”, così il 18 aprile La Repubblica, uno dei pochissimi quotidiani ancora relativamente immuni dalla metastasi berlusconiana (mi permetto di usare il terribile termine in quanto utilizzato dall’ egoarca telemediocratico per definire la Magistratura). Insomma il mago di Arcore non perde l’atroce vizio di nominare a casa sua i suoi servitori ai vertici della RAI (vedi già Berluskoni II nel 2003), ma non perde neppure il pelo, visto che il kalotricofilo IV lo ha addirittura recuperato sulla sua testa augusta ma asfaltata e blefaroplasticata.
Di “ennesima ferita della democrazia...(di)...indecente conferma del conflitto di interessi” parlano ormai gli ultimi dei Mohicani, i solitari eroi di una opposizione sempre più flebile e incapace di battersi (salvo rarissime eccezioni) come si dovrebbe in una “guerra all’ultimo sangue” fra lo strapotere politico-economico dell’autocrate egoarca telemediocratico, padrone delle televisioni, dei libri e dei giornali e insieme, incredibilmente ma minacciosamente, anche capo del governo!
Resistere! Resistere! Resistere!

venerdì 24 aprile 2009

Il mago di Arcore

Il 23 aprile il celeberrimo mago di Arcore estrae a sorpresa dal suo ipnotico cilindro lo spostamento del G8 dalla sarda La Maddalena all’abruzzese L’Aquila. Motivazioni filantropiche si associano alla vergognosa battuta del risparmio di spesa di 220 milioni di euro già previsti e stanziati. La girandola pirotecnica di bugie carpiate con triplo salto mortale che si sprigiona dalla trovata estemporanea (?), abbaglia e ammalia servi e servitori, sodali e sicofanti, nani e ballerine (fatto salvo e con tutto il doveroso rispetto che nutro per queste due ultime categorie, al contrario delle altre quattro). Lo spostamento da La Maddalena a L’Aquila è un ulteriore seriale escamotage teso ad ampliare il palcoscenico del circo mediatico a suo favore e per questo non può nascondere ed eliminare le vere cause della giravolta, alla faccia dei Sardi che si sono ribellati pesantemente, nonostante abbiano votato a maggioranza il (super)duce(tto) di Arcore soltanto poche settimane prima. I maligni, infatti, ritengono che il ritardo nei lavori a La Maddalena (che l’Uomo del Fare ovviamente non potrà mai confessare) siano di per sè necessari e sufficenti a spiegare l’improvviso sorprendente trasloco.
Oggi 24 aprile poi, lo smemorato di Arcore, preoccupato per la rivolta dei Sardi, afferma che i lavori in Sardegna – quelli da 220 milioni – saranno comunque portati a termine e lo dice serafico, senza ricordarsi che soltanto poche ore prima aveva sproloquiato di un risparmio proprio di quei 220 milioni per meglio giustificare lo spostamento. La (in)capacità di raziocinio logico e crono-logico dell’egoarca, non è certo all’altezza della “genialità” delle sue roboanti trovate che la realtà impietosamente distrugge, fatta salva la fede cieca e abissale degli imbecilli e coglioni – secondo l’amabile raffinata definizione del Supremo Piazzista - che lo hanno votato con convinzione, ma senza cognizione di causa e che continuano imperterriti a votarlo, in modo scriteriato, dissennato e masochistico.
Resistere! Resistere! Resistere!

lunedì 13 aprile 2009

L'animatore turistico al vertice dei Grandi

L’animatore Valtur che cazzeggia ai vertici internazionali sulla crisi come fosse un film dei fratelli Vanzina, un anno fa le corna e un altro fa cucù, strepita, urla e sbraita per farsi notare con l’aria allegra dell’italiano in gita, quello non è soltanto il presidente del consiglio...Berlusconi si infila in quelle pagliacciate per dimostrare che è davvero lì, in mezzo ai potenti della terra, chiamato a partecipare a scelte epocali sui destini del mondo...L’atteggiamento degli altri premier, improntato a un unanime scherno, ben oltre le distinzioni fra destra e sinistra, conferma l’improbabilità della situazione. Davvero la nazione più ricca di cultura ha scelto uno così per rappresentare il proprio approccio alla modernità?...L’Italia intera trova più appropriato farsi rappresentare da macchiette della politica piuttosto che da statisti...” (Curzio Maltese, pag.11, Il Venerdì di Repubblica 10/4/09)

La Chiesa Fondamentalista, lo Stato Laico e il cristianista Buttiglione

L’ineffabile zuavo pontificio Rocco Buttiglione, presidente UDC, da sempre fervente papalino in Servizio Permanente Effettivo in difesa dell’arroganza e della tracotanza dello Stato (estero) della Città del Vaticano, ha sparato un’altra cannonata fragorosa e, spero, controproducente come quella che gli costò il posto di commissario nella UE per indegnità acquisita, allora, in merito alle considerazioni espresse e sproloquiate su e contro omosessuali e omosessualità. Questa volta il pasdaran cattokomeinista (all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale che modifica, corregge e tempera gli aspetti più ignobili, prevaricatori e prepotenti della legge 40 sulla procreazione assistita) tuona:” Se la Costituzione viene sequestrata da un gruppo ideologgizzato perderà l’appoggio dei cattolici italiani”. Ex catedra il professore di filosofia Buttiglione Rocco impartisce alla Corte una lezione su come si deve – rettamente e correttamente – interpretare la Legge e minaccia che – nel caso i Giudici non facciano velocemente loro il suo alto e superiore magistero giuridico e giurisprudenziale – “altrimenti si corre il pericolo che i cattolici con il cuore si stacchino dalla Costituzione”. Io non i preoccuperei nemmeno più di tanto se il distacco con il cuore non implicasse anche la minacciata mancanza di rispetto per la Carta Costituzionale, edificata fra l’altro con il contributo determinante di tanti politici e giuristi cattolici! Il problema, purtroppo, non attiene soltanto al cuore, ma manifesta un vero e proprio ricatto (mafioso?) all’Alta Corte che viene diffidata dall’interpretare la Legge fondamentale su cui si regge la Repubblica Italiana, riservando soltanto a se stesso e alle Camere che lui pretende (a quale titolo?) di rappresentare il diritto e il compito di verificare la costituzionalità delle leggi, per altro ignobili, che questo indefinibile ed ineffabile parlamento berlusconiano produce (lodo Schifani oggi presidente del Senato, lodo Alfano domani chissà cosa, legge 40, biotestamento...). L’ayatollah della corretta ermeneutica del giusto pensare dei cattolici italiani (ma il papa che ci sta a fare?) con orgoglio peccaminoso niente affatto degno di un cattolico praticante, afferma:”C’è una linea di fondo del popolo cristiano che io credo di interpretare”. E gli altri cattolici (come il professor Marino ad esempio?) E il papa? Tutti da subordinare al suo credo?
Gratta gratta, il pensiero reazionario e clericale di un cattolicesimo prepotente e antilaico, negatore della libertà di espressione e di pensiero dei singoli e delle collettività, esplode in modo manifesto:” Che significa censurare l’elemento etico-religioso? Una legge priva di una base etica o religiosa finisce per essere solo una norma ispirata al pragamatismo e all’affarismo” (?). E con questo il papa-dalai lama-gran mufti-rabbino capo Buttiglione, raggiunge l’apice dell’apoteosi della negazione violenta dei valori determinanti e fondamentali di laicità, necessari e sufficienti a sostenere la convivenza civile e sociale di individui e popolazioni di fedi diverse. L’inaccettabile e ottusa confusione che il professore di filosofia Buttiglione opera ancora fra etica e religione, come se non esistesse morale possibile al di fuori di una visione e concezione religiosa della vita umana, ci fa capire quanto ancora oggi possa essere pericoloso per tutti vivere una fede nella convinzione che essa sia la Verità! La Storia ci inchioda alle mostruosità che questa scellerata credenza è riuscita a produrre nei millenni fino ad oggi, partorendo dolori e sofferenze senza limiti, crimini e atrocità indicibili e inenarrabili, che soltanto una sana visione illuminista, liberale e laica può superare per il bene di tutti e nell’interesse di ogni essere umano.
Se la Costituzione laica della Repubblica Italiana, che garantisce diritti e doveri di tutti e di ognuno, non piace al Padreterno Buttiglione, sarà meglio che il professore se ne faccia una ragione, prima di minacciare l’etica laica che sola gli garantisce di potersi permettere il lusso di sproloquiare in modo siffatto. Da tempo la Chiesa controriformistica e reazionaria e i suoi adepti pecorelle-ayatollah definiscono i valori supremi di laicità, necessari e sufficienti a garantire libertà a tutti e ciascuno, come laicisti. E’ evidente che i pasdaran cattokomeinisti non sono più cristiani, ma ovviamente cristianisti. Al vero cristiano (ma quale?) corrisponde il laico, al laicista il cristianista: unicuique suum! Perchè dobbiamo ancora sopportare che qualcuno si arroghi il diritto di possedere la Verità, da usare come una clava preistorica, e pretendere di parlare a nome di dio, di cui molti di noi non accettano nemmeno l’ipotesi dell’esistenza? Per un filosofo come Buttiglione, infine, (stra)parlare di stato etico di hegeliana, nazistalinista memoria, è veramente insopportabile e inaccettabile: si dia una calmata e si rilegga la Buona Novella di amore, fratellanza, compassione e misericordia che il buon rabbi ebreo Gesù tentò di divulgare in Palestina 2000 anni fa. Il “Piombo Fuso” gettatovi a piene mani dall’esercito nazisionista dello stato di Israele soltanto tre mesi or sono, non ci fa affatto ben sperare sul futuro condiviso e condivisibile dell’umanità. A maggior ragione non alimentiamo l’odio che la Bestia Umana è capace di scagliare contro tutti, così come fa il professore pasdaran ayatollah Buttiglione. Inch Allah! Amen!

Il papa contro Nietzsche

Durante la messa del giovedì santo Benedetto XVI ne richiama la figura stigmatizzandone il pensiero :” Ha dileggiato l’umiltà e l’obbedienza come virtù servili, mediante le quali gli uomini sarebbero stati repressi. Ha messo al loro posto la fierezza e la libertà assoluta dell’uomo...(Nietzsche) rappresenta la superbia distruttiva e la presunzione che disgregano ogni comunità e finiscono nella violenza”.
“Ora, al di là del fatto che l’opera di Nietzsche è un autentico puzzle, un subisso di frammenti e aforismi la cui combinazione in una dottrina d’insieme è tutt’altro che assodata, sarebbe un peccato non approfondire gli spunti che vengono da queste critiche con qualche domanda. Ed è meglio prendere Nietzsche non per le risposte che dà, ma per le domande che pone. Primo: dopo che la storia ci ha insegnato che spesso il possesso della Verità produce fanatismo e che un individuo armato di Verità è un potenziale terrorista, vien fatto di chiedere: il relativismo e il nichilismo sono davvero quel male radicale che si vuol far credere? O essi non producono forse anche la consapevolezza della relatività di ogni punto di vista, quindi anche di ogni religione? E allora non veicolano forse il rispetto del punto di vista dell’altro e dunque il valore fondamentale della tolleranza? C’è del bello anche nel relativismo e nel nichilismo: inibiscono il fanatismo”. (Franco Volpi,pag. 47, La Repubblica 10/4/09)
Insomma quando il papa la smetterà di proporre e imporre la sua verità come la Verità Assoluta, sminuendo, relativizzando e negando il valore delle altre verità diverse dalla sua, sarà sempre troppo tardi per chiedere scusa all’intelligenza umana per le colpe accumulate in duemila anni di storia sciagurata. Il cristianista Hitler Jugend Benedetto XVI la smetta di offendere valori, culture e credenze diverse dalla sua: ci guadagnerà anche lui e la sua chiesa che oggi, proprio per questo, non devo, non voglio e non posso rispettare quando pretende – sempre più – di impormi i suoi discutibilissimi valori addirittura con la forza delle leggi dello stato in cui vivo. Secondo lui la mia vita è un dono di Dio e quindi ordina alla Repubblica Italiana (Stato Pontificio Papalino?) di impormi per legge il rispetto di una legge divina che per me ha la stessa realtà della Befana e di Babbo Natale. Nemmeno io mi sogno di vietare ai bambini di credere in loro, ma certo sarebbe ridicolo volerlo imporre agli adulti: o no? Io non impongo a nessuno di non morire rimanendo attaccato a tubi, sondini e macchine, ma pretendo rigorosamente lo stesso rispetto che mi riconosca e mi lasci l’assoluta libertà di disporre della mia vita e della mia morte, del mio corpo e della mia “anima”. A gatti, cani e cavalli che non possono guarire dai loro malanni il veterinario fa una iniezione liberatoria di ulteriori dolori e sofferenze inutili: perchè agli animali umani questo non è concesso? E’ un ordine di Dio? Ma non ò lo stesso che ordina ad Abramo di ammazzare l’unico figlio Isacco immolandolo in suo onore e in sua obbedienza? Fino a quando dovremo sopportare queste sconcezze morali, questo ludibrio etico e queste illogiche, irrazionali, dilemmatiche e contraddittorie argomentazioni?

L'Emilio Fede(le)

Dispiaciuto e raccapricciato, assisto all’inverecondo spettacolo che l’improntitudine sfrenata e oramai senza più limiti di decenza nè freni di moralità possibile del direttore del TG4 riesce a scatenare alle ore 19 di lunedì 13 aprile 2009. Per un lunghissimo quarto d’ora, la metà del tempo totale di normale durata del Telegiornale filoultrametamegasuperextraberluskoniano, il Gatto Daniele Capezzone - che ricordiamo in tempi recentissimi ancora segretario del Partito Radicale, oggi portavoce del (super)duce(tto) di Arcore – e la Volpe Emilio Fede(le) – da sempre sodale umilmente servizievole in SPE (servizio permanente effettivo) agli ordini di sua maestà l’imperatore oceanico re di tutte le galassie dell’universo kalotricofilo blefaroplasticato Silvio IV – si sono scatenati in una ignobile pantomima ai danni di Michele Santoro. Il bravo giornalista, ormai quasi solo ad esprimere qualche doverosa ancorchè flebile critica ai misfatti del regime al governo, s’era permesso addirittura di contestare aspetti discutibili dell’intervento governativo in atto per contrastare gli effetti drammatici del tragico terremoto abruzzese del 6 aprile, durante la sua trasmissione Anno Zero di giovedì 9 aprile. Apriti cielo! Già in trasmissione un sottosegretario del governo ad personam e il direttore de Il Giornale di famiglia di proprietà apparente del fratello ad personam dell’imprenditore, nonchè proprietario di Mediaraiset e controllore di RAI(mediaset) in quanto capo del governo in mostruoso conflitto permanente effettivo megagalattico di interessi, avevano espresso il loro sdegno accurato per le critiche del giornalista. Da giovedì ad oggi, la macchina schiacciasassi della negazione di ogni possibilità di critica, ormai ben oleata da 15 anni di esperienza di regime autotelemediocratico, si è scatenata in un crescendo che definire wagneriano e rossiniano rappresenta un eufemismo privo di realtà! Il transfuga voltagabbana (traditore?) Capezzone e il Fede(le) servitore senza ritegno hanno dato vita a una scemeggiata oscema e vergognosa di cui i regimi nazisti e stalinisti potrebbero andare veramente fieri e orgogliosi, nulla avendo da imparare, anzi...! Io ritengo che le parole siano ormai inadeguate a spiegare l’ignobilità dei fatti e penso che una corretta informazione dovrebbe ormai trasmettere, in simili casi, semplicemente i servizi sui fatti in contestazione, in modo che ogni cittadino (non parlo dei coglioni e degli imbecilli – tanto per usare la anglosassone terminologia del Grande capo – che lo votano) possa avere gli elementi minimi necessari e sufficienti ad esprimere liberamente il proprio pensiero. Ormai la grancassa telemediatica spara alzo zero le sue cannonate micidiali contro l’impavido Santoro, già una volta falciato dalla mitraglia della censura polpottiana del duce arcoriano che da Sofia nel 2001 emanò l’ormai famigerato Editto Bulgaro che, oltre Michele, eliminò il grande Enzo Biagi, accorciandogli la vita, e Travaglio e Luttazzi e mise così in riga per sempre la maggioranza dei servi pavidi e tremebondi! Gli sviluppi sono purtroppo prevedibilissimi, ma anche stavolta spero che ci sia ancora un giudice a Berlino che possa, ora come allora, ristabilire la verità e ripristinare tempi meno cupi e meno autocratici. Resistere! Resistere! Resistere!

martedì 7 aprile 2009

Complimenti Avigdor Lieberman!

Appena insediato, il nuovo ministro-ultrà Lieberman degli esteri dello stato sionista di Israele ha affermato che “L’intesa di Annapolis sui due stati non ci vincola” e che la Siria non riavrà mai più indietro le alture del Golan, occupate con la III guerra d’aggressione dei sei giorni del 1967 da ben 42 anni! E’ pure riuscito a offendere l’Egitto, pure traditore della causa araba e fedele servitore degli interessi israeliani, affermando che “se Mubarak non vuole venire in visita inIsraele, allora vada all’inferno”. Per fortuna la magistratura lo ha già interrogato adombrando i reati di corruzione, riciclaggio e violazione della fiducia (che in Israele è reato) per favori accordati ai miliardari austriaco Martin Schlaff e russo Michael Chernoy tra il 2001 e il 2004 mentre era ministro del governo Sharon (quello responsabile, come generale, del massacro difensivo preventivo di Sabra e Chatila! Lo stato israeliano ormai, non solo pratica – da sempre – la politica nefanda dell’espansionismo più ignobile di tipo coloniale e colonialistico, imperialista, guerrafondaio, razzista, negatore delle più svariate molteplici mozioni dell’ONU che da 60 anni ordinano – inutilmente – ad Israele di rispettare le leggi e la moralità internazionali: ormai non si vergogna nemmeno più di rendere espliciti i sogni folli di conquista di spazi vitali di hitleriana memoria. Lo stato di Israele si autoproclamò indipendente nel maggio del 1948, cominciando subito – con ciò stesso - a infrangere le leggi internazionali che volevano quella indipendenza indissolubilmente legata all’altra palestinese. 61 anni dopo l’affermata indipendenza unilaterale e per ciò stesso illegale, teorizza addirittura la negazione del diritto dei palestinesi ad avere riconosciuta la loro nazione, così come da 61 anni predicano le decisioni ONU. Non solo. la decisione dell’ONU che riconosceva la possibilità della costituzione dello stato di Israele solo e soltanto se in sincronia gemellare con la nascita dello stato di Palestina, prevedeva comunque e disponeva per Israele confini precisi che lo stato sionista non ha mai rispettato. Israele sfruttò cinicamente l’occasione della I guerra scaturita dall’autoproclamazione dell’indipendenza unilaterale, occupando ampi spazi di territorio che l’ONU mai gli aveva assegnato. Quella base di permanente illegalità internazionale è stato il fondamento di ogni ulteriore profanazione di ogni legalità possibile cogli stati e fra i popoli. Decine di guerre si sono susseguite nel corso di sessanta anni nella martoriata terra palestinese che, nella sua storia millenaria aveva già visto passare e dovuto sopportare gli eserciti di Sumeri, Babilonesi, Assiri, Egiziani, Ittiti, Hurriti, Cananei, Aramei, Romani, Bizantini, Califfati arabi degli Omayydi e degli Abassidi, Crociati, Turchi Selgiuchidi, Persiani, Inglesi e Francesi. Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo sono nati e cresciuti in questi luoghi santi e disperati. “Si è sempre l’ebreo di qualcuno” (detto popolare). L’ebreo di Israele è l’arabo. “Non mi interessa che cosa è stato fatto all’uomo, ma che cosa egli fa di quel che è stato fatto a lui” (J.P. Sartre). “Non tollero di essere chiamato antisemita solo perchè su certi punti non sono d’accordo con Israele”. (Bernard Levin, giornalista del Daily Mail)
“I 40 anni (c’è chi dice 61)di occupazione israeliana sono ormai considerati scandalosi da un numero crescente di persone, provocatoria la colonizzazione della Cisgiordania, illegale la costruzione di un muro di sicurezza su gran parte del territorio palestinese e sproporzionato e autolesionistico lo schieramento militare...Il suo scopo (del muro)è quello di contenere i palestinesi in un territorio che ricorda sempre meno uno Stato e sempre più una prigione...Un muro fra un Inferno di Disperati e un Paradiso di Imbecilli...Dall’altro lato del muro, o della barriera, o della recinzione, o comunque vogliate chiamare quella struttura in espansione che si suppone debba proteggere Israele dai suoi nemici, l’Inferno palestinese è andato di male in peggio. Un pò alla volta sono venute meno le condizioni che permettevano a una società di funzionare. L’economia è stata azzerata, la gente è stata umiliata, e ogni speranza di cambiamento è stata frustrata. In questo processo, la volontà di vivere si è indebolita e la volontà di morte ha assunto forme sempre più distruttive. Il disordine che ne è scaturito non può sorprendere nessuno. L’aggressione è il risultato prevedibile della frustrazione e il caos è la conseguenza della distruzione sociale...La distruzione della società palestinese nei territori occupati e la sua dissoluzione nella violenza e nell’anarchia è stata la conseguenza fin troppo prevedibile di una politica israeliana che, almeno a partire dal 2001, ha avuto l’obiettivo di ostacolare la creazione di uno Stato palestinese funzionante accanto a Israele. Il poeta e politico finnico-svedese Claes Andersson ha espresso in modo sintetico quello che noi già sapevamo: Far impazzire un uomo è facile / Spoglialo di tutto / E guarda in che modo strano si comporta... anche Israele è una società impazzita...Strumentalizzare la paura degli ebrei per aumentare il consenso all’estremismo sionista non è una novità. E’ stato già fatto negli anni Trenta e Quaranta dalle organizzazioni terroristiche ebraiche come Irgun e la Stern gang; e continua a essre fatto oggi dai dirigenti politici israeliani favorevoli all’occupazione e alla colonizzazione”. (Goran Rosenberg, ebreo, genitori polacchi scampati al genocidio che distrusse buona parte dei suoi parenti che non ha mai potuto conoscere, pag, 13, 15, 16 di Lettera Internazionale n. 95, 4° trimestre 2007)
P.S. - “La stampa religiosa cancella le ministre”.
“Due quotidiani della stampa religiosa israeliana, Yated Neeman e Shaa Tovà, hanno rimosso i due ministri donna dalla foto che ritraeva il nuovo esecutivo di Netanyahu,. Vittime dell’epurazione fotografica Limor Livnat (Cultura e Sport) e Sofa Landver (Immigrati)” Questa la meritoria seppur microscopia didascalia sotto le piccole foto dell’incredibile misfatto di evidente matrice e feroce stampo staliniani, apparso a pagina 13 de La Repubblica di domenica 5 aprile 2009. Mi permetto di sottolineare che queste sono le forze politiche che appoggiano l’attuale governo dello stato sionista di Israele e che è criminale ritenerle vittime di un attacco terroristico operato da orde di fanatici kamikaze. Queste forze ebree, sioniste e israeliane hanno costruito e costituito, in 61 anni di guerre di espansione coloniale e annessionistica, una situazione di terrorismo speculare, convincendo la parte del mondo, che conta per loro e su cui contare, di essere le vittime e di avere perciò il diritto -dovere di praticare guerre di sterminio preventive a proprio piacimento e giudizio, come l’ultimo infame microgenocidio perpetrato fino al 17 gennaio 2009 nella massacrata striscia palestinese di Gaza. In tre settimane 1’eccidio di 1500 donne, vecchi e bambini ha bilanciato, secondo il governo terrorista di Israele, le 13 vittime che i disperati artigianali “missili” Kassam avevano procurato in 7 anni ai confini dello Stato israeliano! Nessuna legge internazionale, morale o giuridica, riconosce a nessuno il diritto di praticare rappresaglie indiscriminate di proporzioni così apocalittiche e selvagge: il processo di Norimberga ha solennemente condannato, nei criminali di guerra nazisti, e una volta per tutte e per sempre, senza appello, la stessa possibilità di qualsiasi giustificazione che possa rendere lecita la rappresaglia sproporzionata su popolazioni civili e inermi. Evidentemente questa superiore moralità che avrebbe dovuto confermare la definitiva giurisprudenza conseguente, non vale per la sottoumanità palestinese, alla quale lo stato di Israele non riconosce nemmeno la dignità minima dell’appartenenza al genere umano. Israele fa credere al mondo che vuole crederci che combatte guerre sante, giuste e lecite, difensive e preventive necessarie alla sua stessa sopravvivenza, mentre ormai opera solamente stermini sistematici di massa, asimmetrici e contrari a ogni legalità e moralità internazionali contro popolazioni inermi e indifese, incolpandole inammissibilmente di responsabilità che non possono essere messe a loro carico, mai e per nessun motivo. Apra gli occhi il cieco che deve vedere e ascolti il sordo che deve ascoltare. Amen!

Legalizzato lo stupro a Kabul!

Legalizzato lo stupro a Kabul!

1 aprile 2009, ma non è un pesce e per altro non sarebbe nemmeno affatto divertente: una nuova legge afgana autorizza effettivamente i mariti (quelli sciiti) a stuprare le mogli nel senso che devono fare sesso anche se non vogliono! In Italia è giustamente considerato uno dei reati più gravi, punito con severissime pene, come si conviene: chi sa se lo sanno e cosa ne pensano i nostri soldati a Kabul, che stanno lì per portare libertà e democrazia fra le valli e le montagne afgane da ben 8 anni (di guerra preventiva non dichiarata). Complimenti per l’ottima riuscita dell’operazione che ci costa un fracchio di soldoni, che non abbiamo nemmeno per dar da mangiare ai nostri poveri. Soprattutto questa guerra di pace e portatrice di grande civiltà, ha prodotto anche svariati morti fra i militari del nostro esercito e decine di migliaia di vittime civili, massacrate ancora oggi dai bombardamenti alleati...”La legge prevede inoltre che le donne non possano uscire di casa da sole o possano recarsi dal medico o cercare un lavoro solo con l’autorizzazione di un parente maschio. “E’ peggio che durante il regime dei Taliban” ha tuonato la senatrice Humaira Namati, una delle poche che si sono battute” (La Repubblica, 1/4/09) Le donne inoltre non possono cantare o suonare in pubblico e soltanto ed esclusivamente al padre – e in seconda battuta al nonno – è affidata la custodia e l’educazione dei figli. I diplomatici della missione ONU riconoscono che “Non possiamo intervenire sul processo democratico afgano se la legge è stata approvata secondo le regole” (sic!) Il sempre elegantissimo Grande Capo Quisling Karzai si è rifiutato di rispondere a ogni richiesta di chiarimento sulla legge. Inch Allah! Così vuole Dio e così sia! Amen!
P.S. – Apprendo da La Repubblica di oggi 5 aprile 2009 che le pressioni esercitate dalla NATO sull’arbiter elegantiarum Quisling Karzai lo hanno spinto a decidere che la legge filostupro non entrerà in vigore, fin quando non sarà riesaminata. Resta il fatto che se una afgana Hazara denunciasse il marito per stupro di fronte al consiglio del villaggio, probabilmente sarebbe punita dagli stessi giudici, se non ammazzata dal coniuge. I nostri soldati muoiono ammazzati per garantire queste oscene violenze criminali ed assassine. Aggiungo che “ un negoziato analogo concluso di recente nello Swat, provincia pakistana, ha prodotto questo: ora solo i maschi possono andare a scuola, una ragazza è stata fustigata in pubblico con 36 frustate perchè amoreggiava con il fidanzato. Ma di tutto questo l’occidente non si è accorto”. (La Repubblica, pag. 12, dom. 5/4/09)

La vittoria della Legge!

Apprendo dal TG3 in questo momento – ore 19 del primo aprile 2009 – che la Corte Costituzionale ha annullato perchè anticostituzionale la famigerata legge 40 (o almeno alcuni articoli di essa) sulla (o, meglio, contro la) procreazione assistita, tenuta in vita artificialmente dalla Santa Chiesa Cattolica Apostolica Ecumenica Romana e dai suoi servi sciocchi e ottusi con il referendum del 2005, contro cui si scagliarono violentemente le armate prepotenti e prevaricatrici di Sua Eminenza il Cardinale Ruini Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e cittadino dello Stato (Estero) della Città del Vaticano, invitando i cittadini italiani a boicottare il voto. L’ordine illegittimo, illegale e immorale del clerico (s)fascismo venne eseguito dal gregge belante dei coglioni e imbecilli – come dice artisticamente il presidente del consiglio B. – che votano Silvio, fervente cattolico, ancorchè divorziato e abortista, ad maiorem gloriam dei! Il cardinale doveva essere denunciato ala Procura della Repubblica competente per territorio, in base alle leggi vigenti, per la palese e patente intromissione indebita negli affari interni dello Stato Italiano, anche e soprattutto per la rottura degli obblighi che gli derivavano e che tuttora impongono (o, meglio, imporrebbero) alla chiesa cattolica di non fare politica e non intervenire in alcun modo nelle faccende interne del nostro stato, che fra l’altro dovrebbe essere laico e democratico e quindi catafratto ai tentativi, insieme subdoli e plateali, di ignobile penetrazione clericale nel corpo stesso dello stato di diritto. Il simultaneo TG4 di Emilio Fede(le) ad personam non dà nemmeno la notizia. Amen!

L'incredibile tristissima storia di kante

Un fattarello di cronaca appena riportato da qualche giornale, dei pochi che ancora riescono a farci conoscere i fatti e informarci sulla realtà, compresa quella che non piace a B. che pure la (ri)produce. Lo riporto a futura memoria e per non dimenticare in quale mondo di merda e merda di mondo (soprav)viviamo, nonostante tutto e “ringraziando” sicuramente qualcuno...
“Storia di Kante madre senza diritti. Napoli, la giovane ivoriana non ha potuto allattare il figlio neonato in ospedale perchè (ritenuta) priva di documenti (in realtà aveva le fotocopie di quelli lasciati in Questura per il rinnovo)...Questo nel paese dove i neonati seguono le madri anche in carcere”. (La Repubblica, pag. 1, 2/4/09) “Anche la Chiesa italiana deve riflettere. Dov’era “il partito della vita” mentre il figlio di Kante veniva sequestrato?...Sui giornali figura con risalto la notizia del fondo creato dai vescovi per aiutare le famiglie in difficoltà. Bella cosa (sulla “bellezza” del fondo vedi la mia nota particolare, N. d. R.). Forse i vescovi hanno pensato che si avvicina la dichiarazione dei redditi e che bisogna rincuorare chi ha cessato di lasciare l’otto x mille alla Chiesa. Sarà riservato alle famiglie “regolari”. Un dettaglio non trascurabile”. (Adriano Prosperi, La Repubblica 2/4/09, pag. 1)
Per la Chiesa dell’Amore, della Fratellanza e delle Carità la mamma Kante e il suo bimbo non sono evidentemente una famiglia “regolare”, anzi non sono proprio considerati una famiglia: manca(va) apparentemente Giuseppe, o chi per lui. Che in realtà esiste: è Traore Seydou, falegname (pure lui!) non considerato tuttavia padre dall’ospedale perchè senza permesso di soggiorno. Un medico o paramedico ha avanzato la denuncia che ha prodotto la tragedia, ancora prima che esistesse la legge che, eventualmente, glielo avrebbe potuto imporre, ma di cui tuttavia si parla da mesi come se fosse già in vigore. E’ la deriva ignobile dello schifosissimo effetto annuncio, utilizzato proficuamente a dismisura dal governo del (super)duce(tto) di Arcore ad personam suam e preso purtroppo molto sul serio dai coglioni e dagli imbecilli (secondo la definizione anglosassone utilizzata da B.) che lo votano.
Dio mio (anche se sono ateo, grazie a dio) perdona loro, perchè non sanno quello che (si) fanno! Amen!

Roma fa parte dello Stato della Città delVaticano?

Per commemorare l’odierna (9 marzo 2009) visita del papa in Campidoglio, il sindaco di Roma Alemanno, (ex?) fascista, ha fatto affiggere nell’aula Giulio Cesare del Consiglio Comunale, una targa di marmo che recita: “A sua santità Benedetto XVI. I cittadini romani nel giorno dedicato a Santa Francesca Romana con l’impegno di fare di Roma la capitale della vita e della solidarietà”.
Quale cittadino romano ho scritto al sindaco, non mio, Alemanno, per dissociarmi da quei “cittadini romani” che il sindaco ritiene di poter impegnare in nome del papa-re, visto che non soltanto non sono cattolico, ma neppure cristiano (nè protestante, luterano, ortodosso, valdese, metodista, mormone, testimone di Geova, ...) e addirittura non credente, ateo, agnostico, razionalista (e/o quanto altro, grazie a dio!) Perchè il sindaco di Roma fa di ogni erba della comunità romana un fascio di cittadini (forse perchè è ancora fascista?) unilateralmente e autoritariamente accomunati, schiacciati e appecoronati nell’omaggio a un capo di stato doppiamente straniero (tedesco e vaticano)? Addirittura la targa sembra affermare che “l’impegno di fare di Roma la capitale della vita e della solidarietà” fino a oggi non sia stato ancora mai messo in opera e soltanto la visita del papa possa produrlo e generarlo ab imis!
Questo equivoco ambiguo e vergognoso va rigettato con forza da tutti i cittadini romani che non hanno bisogno delle direttive papali, avallate e strumentalizzate dal sindaco, per comportarsi correttamente e difendere la proria dignità e la propria libertà di cittadini romani e italiani! Che poi la visita avvenga “nel giorno dedicato a Santa Francesca Romana” è soltanto una delle infinite interpretazioni possibili dello scorrere del tempo e delle sue ipotizzabili definizioni. La dedica vale soltanto per i cittadini romani di fede religiosa cattolica (per altro una minoranza, con tutto il rispetto dovuto alle minoranze). Non vale per i cittadini romani di fede islamica che pensano di vivere semplicemente nel XV secolo dall’Egira maomettana; non vale per i cittadini romani di fede ebraica che sono sicuri di vivere nel V millennio successivo alla creazione del mondo; non vale per gli atei come me che possono accettare ogni convenzione temporale possibile, purchè decisa su basi razionali e scientifiche e non per affermare l’apologia di una religione sulle altre!
Contesto perciò e rigetto con convinzione la prepotenza di un sindaco che vorrebbe imporre (e di fatto impone ai cittadini che dovrebbe rappresentare e che di fatto non o molto malamente rappresenta) una osservanza dogmatica ai calendari di una delle tante religioni di cui il mondo e Roma fino a oggi, hanno dovuto sopportare la prepotenza e la violenza! Lo Stato Papalino della Chiesa Cattolica Apostolica Ecumenica Romana non è stato ancora esteso alla città di Roma e all’Italia: il sindaco di Roma pro tempore ne tenga conto e non offenda i cittadini di Roma e della Repubblica Italiana che ricordano la breccia di Porta Pia come il giorno della liberazione dell’Urbe dall’oscurantismo e dall’ignoranza antiscientifica e irrazionale della reazione clericale e autoritaria!
Mi fa piacere sottolineare che le cronache cittadine relative alla visita papalina riportano e fanno cenno soltanto a un migliaio di fedeli presenti per assistere alla cerimonia. Decisamente molto pochi, anzi pochissimi, data l’importanza riservata all’avvenimento: la mancanza di pecorelle testimonia ampiamente che quelle del papa (e di chi lo serve) è una vox clamans in deserto. Anche per questo la Chiesa cattolica Apostolica Ecumenica Romana dovrebbe manifestare maggiore umiltà e più rispetto per i diversi valori di tutti, abbandonando definitivamente posizioni prepotenti e pretese trionfalistiche ormai non più suffragate dai fatti e comunque sempre riprovevoli moralmente, tanto più per la chiesa che pretende di testimoniare in terra a nome di dio, amore, carità, comprensione e fratellanza per gli altri.

La Chiesa dà 300 milioni ai poveri?

I coglioni e gli imbecilli (così li definisce B.) che votano il mago telecratico di Arcore pro domo sua, apprendono dai giornali e dalle TV del padrone che la Chiesa regala 300 milioni ai poveri. Notizia di per sè banale e che dovrebbe suscitare anzi rabbia e contestazione fra i fedeli che le versano ben più di 2 miliardi ogni anno sotto forma di 8 x mille, per cui la Chiesa darebbe indietro ai poveri soltanto il misero 15% di quanto incassa ogni anno!
In effetti è molto peggio: in realtà “i vescovi metteranno sul tavolo come garanzia trenta milioni di euro, raccolti attraverso una grande colletta nazionale indetta per domenica 31 maggio...Il resto verrà messo a disposizione dal sistema bancario italiano”. (La Repubblica, pag. 7, 1/4/09) Avete capito benissimo: la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Ecumenica Romana in effetti non sgancia nemmeno un centesimo delle enormi ricchezze di cui pure invece dispone. Il prestito di pochi euro a poche famiglie (quali saranno il criterio e la metodologia che i saggi vescovi adotteranno per selezionare i beneficiandi?) “sarà garantito dalle banche...il che, in termini di immagine, è in fondo un investimento lungimirante” (La Repubblica, ibidem) La Chiesa, insomma, ci mette soltanto la faccia e il nome, mostrandosi meno filantropica del sistema bancario, che pure la clientela vede spesso più come un’associazione a delinquere, che come un servizio ai cittadini. Unicuique suum! Amen!

Colpi di coda della Bestia Umana Cesaropapista

L’eterna Vandea clerico-fascista e la canea ululante della reazione più retrograda, ottusa e inqualificabile che la peggiore feccia umana è sempre in grado di scodellare, si è nuovamente scatenata per demolire gli ultimi presidi, ormai meramente simbolici, di libertà e democrazia. La legge per impedire che nuovi eroi civili come Beppino Englaro possano fare ancora trionfare principi elementari, basilari e fondamentali come il diritto alla vita (e alla morte accettata e dignitosa) viene consolidata ignobilmente giorno dopo giorno. I partiti di (finta e pseudo) opposizione come l’UDC, si uniscono infatti a quelli di governo per schiacciare belluinamente le ultime labili vestigia di laicità della Repubblica Italiana, ormai brutalizzata da una maggioranza papalina e clericale, subordinata ai dettami preistorici e feroci di una chiesa autocratica, ierocratica, autoreferenziale, autoritaria, antidemocratica, prepotente e violenta. Oggi 26 marzo 2009 al Senato, è passata la pseudolegge contro il testamento biologico, spregevole e irrisoria del diritto più ovvio dell’individuo in uno stato democratico: quello di poter decidere sovranamente e in completa assoluta libertà personale della propria vita (e della propria morte). Il medico non dovrà tenere conto delle decisioni prese dal paziente col proprio testamento biologico (ma allora che lo facciamo a fare?) e deciderà per lui e contro di lui, a sua discrezione, di tenerlo in vita, novella creatura di Frankenstein, alimentata, idratata e ventilata a forza da macchine e sondini endonasogastrici e addominali, evacuata dalle feci e dalle urine con svuotamenti manuali e meccanici dello stomaco e della vescica.
I più ottusi, bugiardi e provocatori “onorevoli” di Lega, UDC, PDL e - spiace enormemente dirlo con la morte nel cuore - anche e purtroppo del PD, ripetono in modo goffo, sguiato e provocatorio la repellente storiella del pane e dell’acqua di cui nessuna persona deve mai essere privata. Sono infatti quelli che hanno creato notevolissimi problemi ai servizi di nettezza urbana del Comune di Udine, che ha dovuto provvedere a eliminare e distruggere le montagne di panini al prosciutto e al salame accumulate a ridosso dell’ingresso della clinica – ricordate gli incredibili servizi TV? – in cui Eluana, in coma irreversibile e in stato vegetativo permanente da ben 17 anni, attendeva di concludere finalmente e dignitosamente la sua esistenza, sospesa nel nulla della non-vita e della non-morte da 17 anni! I pasdaran della porchetta a oltranza, gli ayatollah del tramezzino con mortadella a volontà, avrebbero meglio potuto inviare e dirottare i loro panini, inutili e provocatoriamente offensivi per Eluana e per la ragione umana, direttamente nelle bocche vogliose e affamate dei milioni di esseri umani che ogni anno muoiono letteralmente di fame e di sete, mentre il pane e l’acqua che li potrebbero salvare da morte certa, vengono sprecati, abbandonati e buttati sui marciapiedi delle ricche città italiane! Che fine ha fatto la Carità Cristiana? VERGOGNA! Quando la fede religiosa, spacciata per Amore, produce mostruosità comportamentali e insane di un livello e un tenore così antirazionale e irrazionale, non possiamo non temere per lo stesso futuro possibile di questa umanità che se ne frega di chi muore di fame e di sete ogni giorno, pur volendo vivere, e pretende, invece, di voler salvare la vita (quale?) di chi è già morto (e vuole con-cludere la sua vita e la sua morte), con l’ottusa follia schizofrenica di chi ha perso per sempre ogni uso possibile della propria ragione e della sua razionalità.
E’ atroce, inconcepibile e inaccettabile l’imposizione violenta e prepotente di un credo religioso che afferma l’intangibilità della vita perchè dono di dio (quale, se io non ne riconosco nessuno, non accettandone nemmeno la stessa ipotesi di una possibile esistenza?). Quando un precetto di fede, come, in questo caso, quello predicato dalla Santa Chiesa Cattolica Apostolica Ecumenica Romana per se stessa e per i suoi adepti, diventa Legge dello Stato, la Bestia del Cesaropapismo trionfa e lo stato laico implode, muore e sparisce. La centralità fondante e fondamentale dei basilari principi di laicità dello stato viene spazzata via dallo tsunami della peggiore reazione clerico-(s)fascista, che ci riporta indietro di secoli, rinnegando i valori determinanti e discriminanti della libertà di pensiero individuale e dei principi di laicità che la storia umana aveva saputo elaborare e porre a fondamento di ogni possibile società civile.. La Santa Chiesa Cattolica Apostolica Ecumenica Romana, i cattolici reazionari, i servi sciocchi, ottusi e beoti delle gerarchie clericali, si sono impossessati, in modo indegno e antidemocratico, dei corpi di 60 milioni di italiani e si sono arrogati l’ignobile pretesa e l’insostenibile pseudo diritto di infilare le loro sporche manacce nelle nostre viscere, per infilarci sondini endonasogastrici, pompe aspiranti liquidi e propellenti aria a forza nei polmoni e per inserire cateteri per drenare urina e feci. Tutto ciò in contrasto dirompente con la contraria volontà eventualmente manifestata dai singoli, di non essere mai sottoposti a simili pratiche di torture inutili e addirittura dannose per corpi che, di fatto, hanno cessato di vivere e vogliono soltanto e finalmente riposare in pace. Questa panoplia di orrori sadomasochisti appartiene ad ogni evidenza alla storia più ripugnante della Chiesa Cattolica, ma non è certo un buon motivo per rovesciare su chi l’ha sempre combattuta, anche per questo, le prepotenze sadiche di un comportamento criminale soddisfatto da un masochismo che non ci appartiene e che rigettiamo come psicopatologia, da curare e risanare secondo scienza medica.
Ci resta ancora la sempre più residua speranza della battaglia da continuare in parlamento (sempre più prono ai voleri del duce), poi il ricorso alla Corte Costituzionale (sempre più lottizzata e infarcita di sodali dell’autocrate di Arcore), comunque il referendum abrogativo (anche se l’egoatra arcoriano detiene il controllo, in mostruoso conflitto di interessi di – quasi - tuta l’informazione televisiva) e infine le Alte Corti di Giustizia Europee e Mondiali. Poi non potremo fare altro, in caso di sconfitta, che chiedere asilo politico (per difendere i diritti del nostro corpo che vogliamo salvare dal martirio imposto con norme sadiche e ripugnanti) alle Nazioni più civili e laiche che ci difenderanno e proteggeranno nel sostenere i nostri diritti di libertà più elementari, basilari e fondamentali. Al danno dell’odissea di Eluana, il IV (s)governo Berluskoni aggiunge la beffa immorale della sua utilizzazione per impedire a tutti di essere liberi. Il ministro Sacconi ad personam ha affermato, gongolante, che non sarà più permesso un nuovo caso Eluana: in verità, in verità vi dico: non c’è sordo peggiore di chi non vuole ascoltare, non c’è cieco peggiore di chi non vuole vedere! Amen!

"Un atto nefasto, offensivo e distruttivo"

Così l’arcidiocesi fiorentina attacca la delibera con cui il comune di Firenze, città d’arte, di antica e raffinata cultura e millenaria civiltà, offre la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, solitario eroe civile che ha fatto trionfare princìpi basilari di legalità e valori fondamentali di moralità, dopo 17 anni di disperate disperanti battaglie legali e giuridiche, (combattute in nome della figlia Eluana in stato vegetativo permanente irreversibile) necessarie, in questo disgraziato paese, a far trionfare la Giustizia e la Libertà!
Monsignor Betori, arcivescovo dell’arcidiocesi di Firenze tuona:” La cittadinanza al padre di Eluana è un affronto alla città”. Concordo pienamente nell’affronto, gravissimo, alla città: a produrlo, tuttavia, è proprio l’arcivescovo. E’ un affronto al suo stesso dio, che sicuramente non è degnamente rappresentato dal porporato che ha evidentemente dimenticato le prediche di Gesù, rabbi ebreo figlio dello stesso dio, tese al perdono, all’amore e alla fratellanza fra le persone. Betori e colleghi, suore, preti, monsignori, vescovi, arcivescovi, eminenze, cardinali, papi, la smettano di parlare a nome e in rappresentanza di Dio, visto che nessuno li ha potuti delegare, dato che dio non esiste.. E si ricordi monsignore arcivescovo Betori, di non parlare e tanto meno a nome della città di Firenze, che non gli ha mai rilasciato alcuna delega ad essere da lui rappresnetata. Il millantatao credito in Italia, è ancora un reato (nonostante Berluskoni) e l’affronto lo subiscono non i cittadini fiorentini ma, semmai, preti e pecorelle che si ritengono incredibilmente offesi dal riconoscimento di cui la città ha voluto giustamente onorare e insignire un eroe civile.
Concordo con la gravità greve, grossolana e offensiva dei termini usati dall’arcivescovo che se ne assume la responsabilità e al quale li rimando, li rinvio e li rigetto, nell’ovvia necessità speculare freudiana di vedersi attribuite e dover fare proprie le nefandezze scaricate sugli altri. Ma il rabbi ebreo Gesù che predicava “Ama il prossimo tuo come te stesso” non era (e non è e non dovrebbe essere) anche il suo dio? E’ fin troppo evidente che l’attacco inumano, immorale, odioso e violento dell’ arcidiocesi è “un atto nefasto, offensivo e distruttivo” così come la stessa arcidiocesi ama compiacersi di esprimere, alla faccia della religione, falsamente e ipocritamente professate, dell’amore e della fratellanza fra gli uomini! L’urlo animalesco dei prelati fiorentini è infatti nefasto per le stesse fondamenta della convivenza civile, è offensivo per la possibilità stessa di definire valori etici di moralità condivise e distruttivo di ogni ancoraggio di vita sociale e associata. Vergogna all’arcidiocesi di Firenze e alla Chiesa Cattolica Apostolica Ecumenica Romana che la rappresenta e la giustifica, in questa ennesima battaglia clericale e antistorica di sopraffazione, prepotenza e violenza, degno di migliori cause e più ragionevoli e ragionati princìpi. Così non sia! Amen!

"Berlusconi coglione"

La giusta legge del contrappasso ha finalmente colpito in modo equanime e risarcitorio. Paolini, buffo puffo capelluto e occhialuto, da anni si è fatto carico e si è incaricato di “ravvivare” i servizi in diretta dei vari telegiornali di Mediaraiset, coi suoi interventi estemporanei e sbarazzini. Oggi, 9 marzo 2009, è riuscito a intrufolarsi nella diretta del TG 3 delle 14,30 e ha ripetuto per due o tre volte, l’affermazione catartica “Berlusconi coglione” prima che il collegamento venisse subitaneamente e provvidenzialmente (per B.) sospeso. Nessuno tuttavia, nel 2006, si era dato minimamente da fare per impedire a “Berlusconi coglione” di dare del “coglione” ai 30 milioni di cittadini italiani che non l’avrebbero votato nelle vicine elezioni politiche. I brogli massicci e osceni, indegnamente e oscenamente perpetrati a man bassa non gli permisero addirittura, per un’inezia, di vincere, facendogliele invece perdere per soli 24000 voti di scarto, sui milioni previsti a suo svantaggio da tutte le indagini demoscopiche fino all’apertura delle urne! Non contento di averci definito “coglioni”, ha poi recentemente rincarato anche la dose, appellandoci anche come “imbecilli” sempre per lo stesso motivo: chi non è con lui e per lui, è, ipso facto, sic et simpliciter, “coglione e imbecille”.
Oggi il grande simpatico saltimbanco futurista Paolini, gli ha reso finalmente la meritatissima pariglia e il doveroso pan per focaccia, rilanciandogli addosso il coglione che ci aveva gettato contro. Non gli hanno dato il tempo di aggiungere l’imbecille che pure si meritava: mi permetto perciò di regalarglielo io stesso, visto che giustizia distributiva e perequativa vuole che chi dà gratuitamente del coglione e dell’imbecille a qualcuno debba essere per sempre onorato con la medesima definizione ad honorem. Chi di coglione e di imbecille ferisce, di coglione e di imbecille perisce! Così sia!
Il coglione e imbecille capo del governo che dà del coglione e imbecille alla metà della popolazione che non lo vota – caso unico nella storia politica e dei rapporti fra autorità, istituzioni e cittadini di tutti i tempi e di tutti i paesi – è pur tuttavia presidente del consiglio dei ministri di questa disgraziata e scassatissima repubblica ben per la quarta volta in sedici anni. E’ proprio vero, metà della popolazione (quelli che lo hanno votato, lo votano e lo continueranno a votare) è proprio irrimediabilmente cogliona e imbecille! Glielo dice il suo stesso capo e quindi...Amen!

Berlusconi abroga il diritto di sciopero!

Il ministro italiano del Welfare (inglese?) ad personam oggi, 26 febbraio 2009, annuncia serafico una legge che, di fatto, abroga il diritto di sciopero nel settore dei trasporti (per il momento). (Quasi) nessuno reagisce, a riprova del fatto che il regime (nazifascista?) è già in atto da tempo! Soltanto il buon Epifani, segretario generale della storica maggiore confederazione dei lavoratori della CGIL, abbozza una fin troppo moderata difesa d’ufficio dell’inalienabile diritto di sciopero, così come garantito da più di sessanta anni dalla Carta Costituzionale Italiana!
Ormai il governo del super duce(tto) di Arcore corre, a passi sempre più lunghi e veloci, verso la formalizzazione istituzionale di un regime autocratico, mediocratico, telecratico, autoreferenziale, antidemocratico e populista, già costituitosi nei fatti dal lontano tragico 1994. Allora si installò il primo dei quattro ineffabili governi dell’invitto prode Berluskoni, capace di affermare il suo potere personale, padronale, aziendale, podestarile, regale e imperiale, anche grazie e soprattutto alla coglioneria e imbecillità di chi lo sta votando da ben 16 anni e dalla totale, assoluta, completa incapacità e inettitudine di chi avrebbe dovuto (e potuto) combatterlo duramente e pesantemente, dagli spalti di una opposizione che non è stata, non soltanto mai fatta, ma neppure tentata o ipotizzata!
Mentre ci lecchiamo – inutilmente – le sempre più profonde ferite prodotte dall’ometto sire di Arcore al tessuto civile, politico, sociale, culturale, economico e morale del nostro disgraziatissimo paese (mai più ricostituitosi in dignità di nazione, dopo la catastrofe epocale dell’ignobile micidiale 8 settembre 1943) il mago arcoriano continua a ri-produrre i suoi malefici sortilegi che, mentre ingrassano lui, i suoi familiari i suoi sodali e alcuni suoi servi e sudditi, determinano lo sfascio sempre più irreversibile delle stesse fondamenta della convivenza civile dei cittadini italiani.
Resistere! Resistere! Resistere!

Lo sproloquiodel (super)duce(tto) di Arcore

Con raccapriccio e disperazione ho ascoltato in diretta, umiliato e avvilito, lo sproloquio megagalattico sparato dal despota telemedioautocratico di Mediaraisetpopolodellalibertà, a chiusura del congresso ad personam (suam) del 29 marzo 2009. Ha offeso gratuitamente – come sempre e di più – l’opposizione, rea di non accordargli e corrispondergli la fiducia richiesta e pretesa, da padrone a servo, così come è abituato e gli viene naturale per l’a plombe anglosassone che lo contraddistingue.. Ha chiesto provocatoriamente ai dipendenti pubblici – che hanno il privilegio di non perdere il loro posto di lavoro (clamorosa falsità) – di non tesaurizzare le gigantesche rendite parassitarie che sono in grado normalmente di accumulare con il loro lautamente pagato lavoro, ma spenderle mantenendo il loro famigerato altissimo tenore di vita spendaccione e voluttuario (altro che il suo, che è soltanto l’uomo più ricco d’Italia e uno dei più ricchi del mondo!). Ha straparlato della libertà che da 15 anni viene invece conculcata e biecamente strumentalizzata per la costruzione di un regime sempre più ottuso, oscurantista, retrogrado, reazionario, prepotente e violento!
Gli inni finali, scanditi con cipiglio militaresco, hanno (in)deganmente siglato la conclusione di una autoapologia trionfante, melensa, stucchevole ed eccessiva durata tre giorni, con messe in scena farsesche e spropositate, degne del(lo) (stra)potere satrapico, faraonico ed autoreferenziale che il mago di Arcore ha saputo costruire, sviluppare, mantenere e affermare nell’ultimo quindicennio, grazie agli imbecilli e coglioni (termini originali del forbito e leggiadro eloquio ducesco) che lo hanno votato e lo continuano beotamente a votare.
A Franceschini, segretario del PD che gli contesta giustamente la fraudolenta partecipazione alla prossima campagna elettorale per il Parlamento Europeo (visto che dovrà dimettersi un minuto dopo essere stato eletto per incompatibilità di cariche) risponde che “sarebbe bello se anche lui facesse lo stesso”. E nemmeno risponde all’accusa di sperperare ben 500 milioni per indire il referendum sulla legge elettorale che non piace alla Lega in un giorno diverso dalle elezioni europee, negando l’election day favorevole ai votanti (oltre che e soprattutto alle esangui e dissanguate casse dello stato). Esalta “il valore della difesa della famiglia naturale”, lui che è divorziato e quindi bigamo, oltre che coautore dell’aborto della seconda moglie pur stradichiarandosi supercattolico agli occhi del papa e del loro dio! Declama di voler “mettere la persona prima dello stato” e fa approvare la legge immonda, illiberale e antiliberale, da stato etico, del testamento biologico che impone a tutti i 60 milioni di italiani di vivere e morire come pretendono i dettami catechistici di Santa Cattolica Ecumenica Apostolica Chiesa Romana! Afferma orgogliosamente di avere “introdotto la vera moralità del fare”. Ha infatti fatto eleggere deputato Cuffaro, che si era dovuto dimettere dalla presidenza della regione Sicilia dopo essere stato condannato in primo grado a 5 anni di carcere per attività di mafia. Ha fatto eleggere anche Fitto e lo ha nominato addirittura ministro, dopo le dimissioni da presidente della Regione Puglia, inquisito e incarcerato per malversazioni. Ha fatto elegere deputato il suo medico personale Scapagnini, travolto dal fallimento del comune di Catania che l’insigne sodale aveva retto (si fa per dire) per due legislature, portandolo velocemente al completo totale assoluto fallimento. La Magistratura Rossa, Pazza e Prevenuta, lo sta addirittura indagando per questo...
“Quelli che rimproverano a Berlusconi di essersi fatto eleggere Capo con un applauso populistico, anzi chè con una democratica alzata di mano, non si sono resi conto che non stavano assistendo a un’assise di partito, ma a un nuovo programma televisivo, il “Silvio Show”, spettacolo in tre serate ideato, diretto e condotto dal vero re della tv italiana. Berlusconi ha scritto il copione, ha suggerito la scenografia, ha selezionato le comparse, ha scelto le musiche, ha presentato gli ospiti, ha galvanizzato il pubblico. E ha vinto alla grande. Sommando gli ascolti con i collegamento con i tg, ha fatto più audience del programma concorrente, che era – l’abbiamo capito tutti – “Miss Italia”. Solo che per vincere a Salsomaggiore bisogna essere donna, rispondere alle domande della giuria e affrontare il televoto. Tre regole che non varranno mai, al “Silvio Show”. (Sebastiano Messina, La Repubblica pag. 8, 31/3/09)

Il (finto) pesce d'aprile di Berlusconi

“...ancora una volta Silvio Berlusconi ha battuto tutta la concorrenza mondiale, facendo credere a tutti che aveva convocato a casa sua un vertice di maggioranza per stendere il nuovo organigramma RAI, insediando sulla poltrona di comando di viale Mazzini il suo segretario generale e alla guida del TG più importante il suo dipendente più fedele, ovvero Maurizio Belpietro. Il bello è che i suoi avversari hanno abboccato subito, senza rendersi conto che un vero liberale come lui, già proprietario di tre reti e di tre TG, non metterebbe mai i suoi collaboratori nella stanza dei bottoni della TV pubblica. Giù il cappello, dunque, davanti allo scherzo perfetto. “ (Sebastiano Messina, La Repubblica 2/4/09, pag. 12)
Purtroppo non era un pesce d’aprile, magari! Infatti il PD definisce giustamente un orrore le nomine RAI decise nella casa privata del presidente del consiglio ad personam suam e denuncia l’oscuramento antidemocratico subito per colpa delle reti Media(rai)set all’Authority (per altro controllata da uomini designati dal duce arcoriano) che apre un dossier. I coglioni e imbecilli (come delicatamente li definisce il premier) che lo votano, applaudono il cattivo gusto e la boria sconfinata, immorale e amorale di regime. Ormai l’egoatra di Arcore galoppa a briglia sciolta esaltato dall’esercizio sfrenato del suo telepotere mediatico, autocratico, plutocratico, clerico (s)fascista, massonico (ricordate la condanna per le false dichiarazioni relative al possesso della sua tessera P2?). Sono sinceramente imbarazzato e fortemente preoccupato per i livelli di mala democrazia ormai raggiunti e imperanti. Resistere! Resistere! Resistere!

Continuano le bravate dell'ometto di Arcore

Il parossismo super attivistico del piccolo autoapologeta pifferaio magico arcoriano, ormai travolge lo stesso protagonista, sbugiardando le sue azioni che lui sbandiera e sventola senza ritegno spacciandole per interventi risolutivi e decisivi quali atti storici per definizione. All’incontro di Baden Baden del 5 aprile lascia la Merkel ad attenderlo inutilmente perchè impegnato a telefonare (grandiose le riprese televisive, grande attore!) a Erdogan (dice lui) per convincerlo a togliere il veto turco all’elezione di Rasmussen a segretario della Nato che deve essere unanime. Si ascrive il merito della riuscita, confermato e osannato dal Fede(le) agiografo di famiglia del TG4 ad personam, con servizi imbarazzanti per la ragione umana e minacciosi per i diritti dell’informazione che non vuole uniformarsi alla sicofanteria amicale al (super)duce(tto) di Arcore: “Dai giornali solo calunnie, sono tentato da azioni dure” sproloquia il sire autotelemediatico.
In realtà a sbrogliare la matassa è la potenza di fuoco di Obama che promette ai turchi il posto di vice segretario, guarda caso oggi ricoperto da un italiano. Così al danno dell’eliminazione italiana dai vertici NATO, si aggiunge(rebbe) la beffa che a produrla è stato proprio l’intervento, non richiesto, del mago di Arcore. Come ce la spiegherà questa? “In questi giorni di vertici internazionali il nostro - (mio non di sicuro, visto che lo è degli elettori coglioni e imbecilli, come dice Lui, che lo votano e coi quali non ho nulla da dividere, N.d.R.) – presidente del consiglio “show-man ormai appannato” (Franceschini) è stato l’unico membro del G8 che non ha ricevuto udienza dall’inquilino della Casa Bianca”. (La Repubblica, 6/4/09) Al G20 di Londra produce la regale irritazione di Elisabetta II, vista in TV fortemente infastidita e regalmente contrariata dallo strillo da curva da stadio rivolto a “Mister Obamaaaa”. Poi si fa immortalare, faccia ineffabile al centro, fra lui e Medvedev per poter affermare, in tempo reale, che ha prodotto un altro miracolo del riavvicinamento USA-Russia. Tutto in soli 2 giorni lavorativi, tanto che il prestigioso e influente Die Welt giudica che “ignora il protocollo, si atteggia ragazzaccio (72 anni suonati!) come un clown della politica internazionale”.
“Al G20, raduno della classe dirigente del pianeta, Berlusconi ha esibito il suo classico repertorio da crocerista...la depressione che ci coglie...ci porta a dire: ma noni italiani siamo davvero così? Siamo davvero e definitivamente ...questa ruffianeria ostentata, questo sgomitare furbo...un paese nella realtà molto più somigliante a quell’anziano cumenda vistosamente titnto che grida “mister Obamaaaa” come in un bar milanese e esattamente per questo piace nei bar milanesi?”. (Michele Serra, La Repubblica, pag. 1, 3/4/09)
“Incapace di acquisire credibilità fra i propri pari, ha adottato la tecnica della rottura del prorocollo per poter vendere almeno qualche scampolo di visibilità sul fronte interno, che è poi l’unico che gli interessi veramente...Quello che interessa a Berlusconi, nella stessa implacabile logica televisiva con cui ha conquistato la politica italiana, è l’effetto annuncio...poichè neppure il monopolio televisivo basta a garantirgli l’impunità, lascia libero corso alla propria ira pronunciando anatemi contro la stampa: “Adesso basta, penso a misure anche dure (?)”...(ma) la cronaca non è diffamazione e la critica non è calunnia” (Andrea Bonanni, La Repubblica, pag. 1, 5/4/09)
“Al governo Berlusconi, che ha ormai dichiarato guerra alla Costituzione Repubblicana, è dovere democratico di ogni cittadino opporre un fermo “ora basta”! (Paolo Flores d’Arcais, A chi appartiene la tua vita?, pag. 33)
Quante ancora ne dovremo sopportare? (Continua)