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lunedì 31 agosto 2009

Vizi privati (di berluskoni) e pubbliche virtù (quali?)

Gli scandali incardinati alla vita “privata” del capo del governo si susseguono al ritmo sempre più (s)travolgente dei migliori crescendo wagnerianrossiniani. La tesi su cui servi e servitori del caimano martellano in questi giorni a maglio pneumatico è che la vita privata di ogni persona deve essere salvaguardata da occhi e orecchi indiscreti. Quindi non dobbiamo raccontare le bugie del Sultano in merito alla documenta frequentazione di minorenni, prostitute ed altri/e eventuali. Altrimenti si giustifica il dipendente Feltri direttore del Giornale di proprietà familiare che scrive dei supposti rapporti omosessuali (ipotizzati da lettere anonime spacciate come prove giudiziarie irrefutabili e come tali sbandierate ai quattro venti del killeraggio mediatico di famiglia) a carico del direttore de L’Avvenire, organo uffciale dei vescovi italiani.
Primo errore: i vendicativi servitori dell’Unto del Signore Santo subito, equiparano scorrettamente e surrettiziamente vizi documentati ed effettivi del loro padrone, con altri soltanto ipotizzati o del tutto inventati contro altri considerati suoi nemici.
Secondo errore: i vizi del capo del governo non possono mai essere ritenuti privati, perchè coinvolgono, condizionano e determinano la sfera delle eventuali pubbliche virtù, inficiandole e “privatizzandole” (così come si “pubblicizza” giustamente e necessariamente la privatezza dei vizi).
Inoltre un capo di governo come BerlusKoni, che ritiene il suo privato talmente pubblico da dovergli garantire per legge immunità e impunità giudiziaria coi lodi Schifani 2003 e Alfano 2008, non può anche pretendere il buio ad nutum, quando ritiene che questo gli convenga per (ri)coprire le sue vergogne.
Ormai il capo del governo del 4% degli elettori coglioni e imbecilli che ancora lo preferiscono (Elezioni Europee 2009) pensa di potersi permettere di querelare addirittura ...le domande che la poca stampa libera rimasta ha ancora il coraggio di fargli come le 10 domande che La Repubblica gli pone da mesi, senza ovviamente ottenere alcuna risposta, se non quella delle querele del suo avvocato deputato Ghedini Ma Va Là. Roba da matti: concorda anche la stampa estera, querelata insieme a quella nazionale.

domenica 30 agosto 2009

"La guerra lercia"

“Un assaggio della guerra che ci aspetta in autunno. Non sporca, lercia. La battaglia finale di un uomo malato, barricato nel delirio senile di onnipotenza che sta trascinando al collasso della democrazia un paese incapace di reagire: un uomo che ha comprato col denaro, nei decenni, cose e persone, magistrati, politici e giornalisti, che ha visto fiorire la sua impunità e i suoi affari dispensando come oppio l’illusione di un benessere collettivo mai realizzato. Dall’estero guardano all’Italia come un esempio di declino della democrazia, una dittatura plutocratica costruita a colpi di leggi su misura e di cavalli eletti senatori. Vent’anni di incultura televisiva – l’unico pane per milioni – hanno preparato il terreno. Demolita la scuola, la ricerca, il sapere. Distrutte l’etica e le regole. Alimentata la paura. Aggrediti i deboli.” (Concita De Gregorio, pag. 2 de L’Unità, 30 agosto 2009)

mercoledì 26 agosto 2009

Il satiro attempato e bugiardo rimbalza il clandestino

Se gli italiani “imbecilli e coglioni” – come li definisce elegantemente l’Unto del signore di Arcore – che lo votano riuscissero a leggere l’odiata stampa bolscevica de La Repubblica e de L’Unità, forse potrebbero recuperare un pò di sana resipiscenza sull’ignobile vulgata agiografica del Mago di Arcore, Santo subito! Ottimi ad esempio “L’infaticabile bugiardo” di Giovanni Maria Belli condirettore de L’Unità (pag. 2, 19/8/09) o “La falsa verità del nonno superman” di Edmondo Berselli (pag. 1 de La Repubblica del 20/8/09) o “Il padre Pio della politica” di Moni Ovadia sull’ultima pagina de L’Unità del 22/8/09. Il Grande Bugiardo continua a sproloquiare contro tutto e contro tutti: sembra ormai che l’Universo Mondo ce l’abbia addirittura con lui, Avvenire e Chiesa cattolica compresi, “caduti nel tranello delle calunnie” propaga(nda)te dalla centrale terroristica del bolscevismo internazionalista in agguato. Le sue festicciole equivoche e i suoi festini peripatetici sono soltanto “cene simpatiche e serate ineccepibili sul piano della moralità e dell’eleganza” (?): roba da matti! Eppure tutti possono ascoltare )se soltanto lo volessero) le intime registrazioni delle prostitute d’alto (?) bordo. a onore della verità per le gesta erotiche dell’attempato satiro autocrate telecratico e quindi capo del (suo) governo (ad personam). Tutti potrebbero rileggere le sconsolate considerazioni attorno al suo traballante stato di salute esternate dalla (ex) moglie dell’egoarca negli ultimi mesi. Tutti potrebbero controllare e verificare le vagonate di bugie sulle frequentazioni di minorenni del (super)duce(tto) di Arcore, se il sistema mediatico di stampa e TV, servo e servile, ci informasse correttamente e/o, meglio, ci raccontasse semplicemente fatti e misfatti del (non) Santo (subito) di Arcore. Il TG4 (s)fascista delle veline (di carne delle minorenni (?) che siedono sulle ginocchia dell’egoarca erotomane) del Fede(le) giornalista(?) batte ormai da sempre le veline (di carta) del Minculpop fascista. Il divertito stupore della stampa internazionale sulle superdoti di galleggiamento del “pagliaccio a cui è caduta la maschera” conferma la tragedia per le condizioni di salute civile ed etica di un paese che continua a tollerarlo ed osannarlo! Il Mago di Arcore continua nel gioco di prestigio che fa scomparire la sua lubrica realtà, sostituendola coi sogni delle sue foto ritoccate attorniato da figli e nipoti (che lottano in effetti all’ultimo sangue per la spartizione del bottino). La metastasi berluskoniana ha invaso ormai tutto lo spazio vitale della parte sana della società italiana: la stagione della mutanda pazza di un vecchio libertino e attempato demagogo, viene metabolizzata dalle cellule cancerose degli italiani “coglioni e imbecilli” che lo votano (sempre meno, per fortuna: alle ultime europee di giugno 2009 solo 2.000.000, ormai un’infima minoranza del 4% sui 50.000.000 di elettori). Questo (super)ometto, imbarazzante per il normale raziocinio di ogni persona cerebralmente normodotata di valido e assennato buon senso comune, da ben 4 mesi (per altro al solito e come sempre, da sempre) sta anteponendo il suo ignobile e immorale interesse privato alle esigenze dell’intera nazione di cui lui stesso è, incredibilmente, capo di governo! Da mesi sta disperatamente annunciando un incontro col papa Hitler Jugend che. nonostante i suoi trascorsi giovanili nazi(onalsociali)sti, proprio non ne vuole sapere, in questi momenti, di ricevere un pluridivorziato, frequentatore di minorenni e prostitute, bugiardo e se-dicente Unto del e dal Signore. L’ha capito anche l’aspirante papa Berluskoni IV che, volpe mendace ad uva impossibile, ha impudentemente conclamato che non c’è alcun bisogno di un incontro, visti gli ottimi rapporti che intercorrono fra i due più eccelsi poteri temporali e spirituali della Terra! Comunque l’Ineffabile, mentre organizza pellegrinaggi verso S. Pio da Pietrelcina, non smentisce la possibilità di incrociare il papa (magari per caso, naturalmente...) a Viterbo, alla festa di Santa Rosa il 4 settembre prossimo, che Lui pensa organizzata in onore di sua madre Rosa morta recentemente (e già santificata ?) Nella speranza che Berluskoni IV, Super Sire di Arcore, il più Amato dagli italiani e dagli extraterrestri stia vivendo i suoi ultimi giorni di Pompei, attendiamo la salvifica ondata della lava vesuviana che possa ricoprire per sempre una realtà insieme da dimenticare ma soprattutto da ricordare. Historia magistra vitae?
P.S. – Giusto ieri 21 agosto 2009 sono arrivati a Lampedusa gli ultimi 5 superstiti di un barcone di 80 eritrei, morti di fame e di sete dopo 20 giorni di abbandono nel mediterraneo “rimbalzati” da Libia e Malta. Tuttavia Renzo Bossi, figlio di Umberto, bocciato tre volte agli esami di maturità, continua a proporre via Interent il suo attualissimo e simpatico gioco padano del “Rimbalza il clandestino” (è il vero nome ufficiale, vedere per credere) dalla pagina di Facebook della Lega. Con un clic puoi cancellare i barconi che approdano sulle nostre coste: la schermata iniziale spiega come “diventare un vero leghista”. Affondate tutte le barche, si guadagna la patente di “vero leghista”. Ormai la più atroce realtà supera di gran lunga la più ignobile,immorale, schifosa, padana fantasia. A quando le scuse dei Bossi?

La dittatura berluskoniana delle Frecce Tricolori a Tripoli

L’inascoltato presidente Napolitano continua inutilmente a sfornare lettere ufficiali per chiedere al governo informazioni sugli stanziamenti per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che cadrà nel 2011. I leghisti hanno già detto che non ci sono soldi, nemmeno per i festeggiamenti. Tuttavia il governo popolarlibertàleghista sperpererà, il prossimo 30 agosto 2009, milioni in abbondanza (ma allora i soldi ci sono: o no?) per celebrare i 40 anni della bieca dittatura del simil se-dicente colonnello Gheddafi, che avrà l’onore dello spettacolo delle Frecce Tricolori sui cieli della Libia. Io ritengo che sarebbero state più che sufficienti veline ed escort di cui il Blefaroplastiokato e Kalotrikofilo Signore di Arcore ama circondarsi da sempre in quantità industriale e di cui – lo afferma il suo avvocato onorevole Ghedini Ma Va Là – è l’utilizzatore finale: il tutto accompagnato dal posteggiatore personale Mariano Apicella, ancorchè aviotrasportato cogli aerei militari della Repubblica Italiana pagati dal sottoscritto contribuente pensionato, invalido del lavoro con carico di famiglia. A noi comunque l’onere dei costi spropositati della benzina e di tutto l’Amba Aradan a gloria del caravanserraglio gheddafiano. Poco importa che le simil truppe del caudillo Muhammar hanno massacrato soltanto pochi giorni or sono una ventina dei trecento profughi che cercavano di fuggire da un centro di raccolta/detenzione/prigione/sterminio libico a suggello fraterno del patto di amicizia stipulato recentemente dal dittatore di Arcore col suo omologo amico beduino. Perchè Berluskoni IV pensa che la politica estera sia un affare di (sua) famiglia? Fra i letti grandi regalati da Putin dove invita ad attenderlo prostitute ricattatrici(?) con cui fa sesso intensamente per notti intere e le tende beduine dell’Uomo del Corano e del Libretto Verde c’è poco da stare allegri. Ma ai Mussolini che oggi si merita applaude La Russa, ministro della Difesa, nipotino di Italo Balbo, (altro aviatore che sui cieli della Cirenaica – di cui per altro lui era Governatore e Vicerè - ci lasciò le penne avendo appena fatto in tempo a vedere lo scoppio della II Guerra Mondiale). Tralasciamo di elencare i misfatti di cui si è reso responsabile in quaranta anni di strapotere il signore e padrone di Tripoli. L’avvento dell’Impero di Berluskoni IV ad aprile 2008 ha segnato la fuoriuscita sistematica e conclusiva dell’Italia dal circuito dei paesi (mediamente) democratici: le quadrate legioni dei fasci leghisti della padania e degli (s)fascisti del popolo della libertà (sempre di più ad personam), marciano ormai alla conquista definitiva degli ultimi minimi bastioni di democrazia ancora sopravissuti (per poco?) fra di noi. Amen! Inch Allah!

mercoledì 12 agosto 2009

"Il potere senza conrollo"

Invito tutti con convinzione a leggere attentamente l’ottimo articolo di Stefano Rodotà che porta questo titolo a pagina 1 de La Repubblica del 10 agosto 2009. Meglio non potrebbe essere descritta la micidiale, rapida, immorale involuzione avviata e consolidata dal governo nei primi 14 mesi del Berluskoni IV. Il Despota Blefaroplastikato Kalotrikofilo ha stravolto e sta distruggendo tutte le garanzie di bilanciamento dei poteri su cui, bene o male, si reggeva questa sbilenca disgraziata Repubblica Italiana. L’elenco delle nefandezze perpetrate dall’ineffabile Cavaliere si allunga ormai ogni giorno in modo sempre più mostruoso e l’attacco virulento del Grande Puttaniere ai valori fondanti di ogni stato di diritto e di ogni democrazia possibile è ormai compulsivo ed isterico. Il (super)duce(tto) di Arcore è evidentemente intenzionato a dare l’ultima spallata alla libertà delle istituzioni e l’assalto finale alla già sgangherata diligenza delle libertà attaccata da tutte le parti, senza (quasi) più difensori adeguati e convinti. Resistere! Resistere! Resistere!

Faccia di Bronzo

Da ormai più di tre mesi soltanto pochissimi giornali (La Repubblica, L’Unità e pochi altri) e quasi nessuna rete TV (ad eccezione del TG3 edizione notturna, la meno seguita e vista) ci informano correttamente sulle squallide umilianti vicende personali e politiche del capo del governo. Frequentazione di minorenni (macroscopico il caso di Noemi letizia, diciassettenne invitata a più riprese a incontri e feste anche nella mitica villa sarda privata/pubblica de La Certosa di proprietà del Sultano); candidature di veline dispensatrici di bellezza alle elezioni europee; rapporti sessuali a pagamento nella residenza privata, ma anche ufficiale del duce a palazzo grazioli e via elencando.
La moglie Veronica non può che annunciare il divorzio con una lettera pubblica disperata e impotente nei confronti di comportamenti del marito indegni, indecenti e immorali per un padre di (pluri)famiglia, nonno, settantatreenne e inaccettabili e insostenibili per un capo di governo. Dalla stampa vassalla del padrone, la signora viene tacciata di ingratitudine al Signore e sbattuta in prima pagina a titolo cubitale “velina ingrata” a torso nudo, retaggio delle ormai lontanissima carriera di attrice al fianco del grande Enrico Maria Salerno (Libero, direttore Feltri). L’Egoarca Osa arrivare addirittura a pretendere le scuse della consorte (?) che, ovviamente, non ci saranno.
La figlia Barbara, in una intervista a Vanity Fair del 6 agosto, denuncia l’insostenibilità della privatezza dei vizi per un uomo pubblico come suo padre e afferma che comunque non ci saranno ripercussioni e problemi nella divisione delle ricchezze paterne “se papà sarà equo”. Apriti cielo: costretta a ritrattare in tempo reale almeno parzialmente dall’avvocato deputato Ghedini Ma Va Là (quello specializzato nella negazione eversiva dei fatti, annegati nell’oceano del cloroformio dell’eufemismo e della pre-potenza delle minacce). In pseudoconferenza stampa, il babbo amoroso afferma che “Barbara mi vuole un bene dell’anima” ma è stata traviata, come la madre, da “qyuei delinquenti dei giornalisti”.
Come fosse un effimero caudillo del più sconosciuto staterello sudamericano o il despota autocratico di un regime centro asiatico o un dittatore bulgaro dell’ex impero sovietico, si scaglia contro RAI3 che critica il governo, attività che il padrone del Popolo delle Libertà non ritiene possibile nella sua finta democrazia di plastica mediatica. E’ la riprova che ormai il controllo sui media è pressochè completo, assoluto e totale: ormai le prove di regime hanno prodotto una dittatura personale che si regge sull’autoapologia incensatoria e vanagloriosa dei sondaggi prefabbricati, di nessun valore democratico reale ed effettivo. Gemelliamo questa pseudoconferenza stampa (senza domande e senza risposte) con il discorso con cui Mussolini, il 3 gennaio 1925 alla Camera, formalizzòl’instaurazione della dittatura:” Potevo fare di questa aula sorda e grigia il bivacco per i miei manipoli, ma non ho voluto, almeno per il momento”. Il despota negando di tutto e di più, con narcisistico infantile eccesso di pre-potenza e insieme psicopatologico distacco dalla realtà effettuale, si autodiscolpa e si autoassolve da tutte le ignobili e infamanti accuse che in Europa lo tengono incornato e infilzato tanto più quanto più il Torello di Arcore si dimena e si dibatte per allontanare da sè le conseguenze delle sue azioni scriteriate, dei suoi comportamenti eterodossi e delle sue scelte amorali e immorali. Ormai l’Egoarca parla in terza persona come Cesare e il papa, braccato e in impossibile e inutile fuga da se stesso: sproloquia a ruota libera senza più il minimo ritegno e senza freni inibitori, definitivamente saltati e completamente spariti per sempre, spingendolo verso una catastrofe umana e politica epocale e irreversibile (almeno questa è la mia speranza...).
Le piacevoli ministre Gelmini e Carfagna (quest’ultima anche ex velina callipigia, tuttora poppe al vento sui calendari in mostra sui camion di tutta Europa) annuiscono, mentre su Internet fiorisce la foresta delle loro confidenze sui gusti, usi e abusi sessuali del vecchio Sultano e su come soddisfarli al meglio senza troppi danni. Attesa l’inconsistenza delle bugiarde e mendaci turpitudini telematiche, l’onorevole avvocato Ghedini Ma Va Là tuttavia stranamente non querela e non blocca tutto come gli permetterebbe la legge in caso di affermazioni false e non veritiere: avrà paura dell’onere della prova che potrebbe tutto inverare? Cosa dobbiamo pensare? Ad astra per aspera! Usque tandem! Così sia!

venerdì 7 agosto 2009

La (tragi)comica(?) finale(?)

“Sono un uomo vero, bravo anche a letto...chi scopa bene, governa bene....al presidente ferroviere, preferisco il presidente puttaniere...”. Nei primi giorni di agosto, ci tocca leggere queste baldanzose dichiarazioni del Sultano di Arcore nell’indifferenza generale dell’ignoranza della maggioranza degli italiani che non legge i pochissimi giornali che ancora riescono a fare e dare un minimo di informazione corretta alla minoranza che non si contenta e non si riduce alla lettura dei giornali del padrone e delle sue TV Raiset!
Queste e altre amenità(?), dette da un vecchio puttaniere, frequentatore e corruttore di minorenni, nonno e plurisposato, farebbero già schifo comunque ad abundantiam se a pronunciarle in chiave autoapologetica e pretesa incensatoria non fosse addirittura il capo del governo di questo disgraziatissimo, ma anche colpevolissimo paese. Prodotte dal (super)duce(tto) di Arcore, le parole sinceramente mancano anche a me e per altro sarebbero inutili, vacue e vane. Immagino che gli italiani “coglioni e imbecilli” che hanno votato il puttaniere, apprezzino con piacere lo squallore e il disgusto prodotti ormai senza sosta e a getto continuato dal mago di Arcore, di cui evidentemente non si rendono nemmeno conto. Se questi sono gli argomenti che il Pascià arcoriano tira fuori dal suo cilindro mediatico alla fine di tre mesi di notizie infamanti che avrebbero ammazzato un bue chianino o un toro Miura o un bufalo maremmano o un bisonte americano o un elefante del Botswana, no comment! Non c’è più religione...

Il Berluskonistan dei mini(?) golpe a ripetizione

Il golpe è vivo, lotta contro di noi e sta assumendo un crescendo parossistico nell’apparente beota disinteresse dei più. Il Super Mago di Arcore ha intimato a tutti i “disfattisti e pessimisti” di tacere e chiudere la bocca; nell’ordine: coglioni e imbecilli che non lo votano, partiti di opposizione che non esiste, Banca d’Italia, Confindustria, OCSE, stampa nazionale (ma non è – quasi – tutta di sua proprietà diretta e/o indiretta?) e internazionale, imbeccata e eterodiretta dai gazzettini bolscevichi del Sole 24 Ore, La Repubblica e l’Unità. Incredibile, ma vero.
Il giudice della Corte Costituzionale Mazzella viene pizzicato “cor sorcio ‘n bocca” come dice il mio amico Mario: vale a dire che conferma il fatto evidente, non più occultabile, del suo invito a cena rivolto a Berluskoni, al suo ministro della giustizia ad personam Lodo Alfano, al sottosegretario alla presidenza opusdeiano Gianni Letta, ai due presidenti ad personam delle commissioni costituzionali del senato e della camera dei deputati e ad un altro giudice costituzionale suo amico. Dalla “suprema cupola della mafiosità partitocratica” di cui da decenni parla – inascoltato – Pannella non potevamo evidentemente attenderci altro: l’accusa radicale è comprovata ad abundantiam, in modo scientifico e lineare, se mai ve ne fosse stata ancora la necessità. Il buon Di Pietro, giustamente scandalizzato dalla gravità dell’accadimento, in funzione del fatto che è già stata stabilita la data entro al quale la Corte dovrà decidere la costituzionalità del lodo Alfano che garantisce impunità e immunità giudiziaria guarda caso proprio a Berluskoni, avanza il primo luglio 2009 un’interpellanza in parlamento per chiedere le dimissioni dei due giudici per evidente impossibilità di terzietà di cui dovrebbero dare prova e testimonianza nel giudizio imminente. E’ infatti evidente che cenando insieme amichevolmente per decidere sulla prossima sentenza, i due giudici hanno già emesso la sentenza a favore di B. e dell’onorevole Lodo Alfano e quindi, in un paese civile e in uno stato di diritto come dovrebbe essere ancora la nostra Repubblica, dovrebbero essersi già dimessi a tutela della loro dignità e della credibilità della Corte che rappresentano. Invece il giudice Mazzella, scandalizzato dallo scandalo che ha prodotto, denuncia con reazione virulenta degna di miglior causa definita “sereno distacco”, con una lettera aperta indirizzata al “Caro presidente, caro Silvio...la barbarie di cui siamo fatti oggetto in questi giorni...”. Conferma pure strafottente, arrogante, pre-potente, sfacciato, sfrontato, insolente, impudente, irrispettoso che “...non è la prima volta e non sarà l’ultima che ti invito a cena”. Sua Eccellenza il Gran Ciambellano di Co(o)rte ministro ad personam ex-bolscevico Trinariciuto Bondi si scatena contro il famigerato giustizialista Di Pietro: “E’ solo lei che infanga l’Italia, si vergogni!” Oggi 2 luglio i due giudici costituzionali amici di Berluskoni e suoi compagni di cena di lavoro tesa a definire le migliori modalità di esecuzione del Lodo Alfano insieme al lodo Alfano presente di persona - per soddisfare ad personam le volontà e i desideri del (super)duce(tto) di Arcore - , arrivano addirittura a denunciare – incredibilmente e senza vergogna – le giuste critiche come “minacce di intimidazione nei loro confronti”.
L’ordine, la legalità e la moralità del mondo sono stati completamente rovesciati da questi nuovi barbari che proiettano freudianamente sugli altri la loro atavica, naturale, violenta barbarie. “L’idea che ogni comportamento e ogni scelta personale di chi riveste funzioni pubbliche delicatissime debbano essere sottratti a qualunque obbligo – anche elementare – di opportunità, di misura, e di riservatezza è semplicemente aberrante...(un giudice costituzionale) eleva l’anomia e l’arbitrio individuale a principio universale di condotta...”(Aldo Schiavone, pag. 1, La repubblica 2 luglio 2009). Il giudice Mazzella si schiera barbar(ic)amente col capo del governo di cui deve giudicare il diritto – o meno – all’immunità e all’impunità dalla Legge e dalle leggi e ritiene di avere talmente ragione, da definire barbari quelli che – giustamente e sacrosantamente - lo criticano! Le parole ormai mancano per definire simili aberrazioni logiche, giuridiche, legali, morali, politiche o semplicemente di banale senso comune e di buon gusto: ormai forse tutto è già perduto. Il golpe in atto contro lo stato di diritto e la Repubblica nata dalla Resistenza è ormai in atto e sta travolgendo velocemente tutti i capisaldi possibili, necessari e sufficenti a contenerne i colpi di coda e le mazzate bestiali alla democrazia e alla libertà di tutti i cittadini.
“...la cena fra due giudici costituzionali, il capo del governo e il suo guardasigilli...(è)...uno scandalo e una vergogna morale. Cos’altro deve accadere perchè si percepisca l’abisso etico-politico in cui il berlusconismo ha precipitato questo paese, riproducendo per partenogenesi le forme di un conflitto di interessi sempre più endemico, pervasivo, totalizzante? Cos’altro deve accadere perchè si comprenda l’imbarbarimento giuridco-normativo in cui il berlusconismo ha trascinato lo stato di diritto, trasformandone i “servitori” irreprensibili, in coautori irresponsabili delle sue leggi ad personam?...In questa perpetua eresia italiana, i mercanti presidiano il tempio. E non si vede più chi li possa cacciare. (Massimo Giannini, pag. 1, La repubblica 3 luglio 2009)

Miracolo!!!

Miracolo!!!

“Non sono un santo!” afferma il Grande Bugiardo il 22 luglio, con insostenibile paradossale cornuto dilemma rispetto a quando, fino a oggi, amava farsi definire Unto del Signore su input dell’ineffabile don Baget Bozzo (che dio li abbia in gloria). Eppure in una sola notte il NON santo arcoriano compie pur tuttavia il miracolo di passare dal crollo della popolarità scesa sotto il 50% al 21 luglio secondo i dati IPR, addirittura al 68,2% di consenso personale del 22 luglio autoproclamato per diretta volontà dell’Onnipotente: MIRACOLO! E la sua innata umilissima modestia lo porta invece a dichiarare coram populo;” Non sono un santo”. Noi invece lo proclamiamo santo subito, insieme al suo eroe (così lo ha definito insieme al sodale Dell’Utri) già suo factotum, stalliere, fattore, guardaspalle, guardia del corpo Mangano, quello morto in carcere all’ergastolo per vari omicidi di mafia! Santi, santissimi e – soprattutto – che dio, l’onnipossente e onnimisericordioso li abbia in gloria insieme a Dell’Utri (pregiudicato con sentenza di due anni passata in giudicato e a 9 anni in 1° grado per concorso in e per reati di mafia). E l’Onnipotente lo abbia in gloria, l’Unto del Signore, insieme ai suoi sodali, servi, servitori, amici di merende e di cene, sicofanti, ruffiani, ciambellani, nani, ballerine di flamenco, veline, letterine, letteronze, lolite, farfalline, ragazze immagine, escort, call-girls, peripatetiche, prostitute, baldracche, mignotte, meretrici, troie, puttane, zoccole, e restante ciarpame. W la Mignottocrazia! W Puttanopoli! “Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza”. Anche i non-santi hanno un cuore e – talvolta – dio, sopra pensiero, concede loro, nonostante tutto, nella sua infinità eccessiva bontà (?) di compiere miracoli. Amen e così sia! Il mago di Arcore, nel fulgore della sua Kalotricofilia auto(?) rigenerativa e della sua ignobile blefaroplastica, ha avuto anche l’ineffabile ardire di affermare:“ Sono una persona di buon gusto, di cultura e di eleganza” (sic!). A questo punto cosa più dire?