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domenica 11 aprile 2010

Gli insabbiamenti pontifici

La Repubblica del 10 aprile 2010 pubblica la lettera del 1985 dell'allora responsabile della Sacra Congregatio pro Dctrina Fidei Joseph Ratzinger, già Hitler Jugend, ma non ancora Benedetto XVI. La missiva in latino, lingua ufficiale dello Stato della Città del Vaticano di cui il papa è Capo Assoluto (in negazione di ogni possibile stato di diritto in quanto fa coincidere in se stesso i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, fondamento di ogni stato moderno) insabbia brutalmente la richiesta allo stato laicale che lo stesso prete americano "reverendo" Stefen Kieslepedofilo rivolge alla Congregazione dopo essere stato condannato a tre anni per molestie sessuali che lui stesso aveva confessato di aver compiuto su "bambini a tonnellate". "...quae dispensationis concessio in christifidelium comunitate provocare potest...Oportet proinde hanc Congregationem subjicere huisoemodi casus accuratiori examini, quod longius temporis spatium necessario requiret...": vale a dire che lui, oggi Pastore tedesco della Sante Chiesa Universale Cattolica Apostolica Ecumenica Romana, allora "soltanto" Capo della Sacra Congregatio pro Dctrina Fidei, "...non può dare poco peso ai danni che la concessione della dispensa può provocare nella comunità dei fedeli...Occorre perciò che questa Congregazione sottoponga il caso ad un esame più accurato e la cosa richiederà un lasso di tempo maggiore...". Io lo chiamo insabbiamento brutale, volgare, immorale, ignobile, anticristiano, anti Gesù: il Vaticano replica "consigliò solo prudenza". Conoscere per deliberare. Usque tandem? "Odiare i mascalzoni è cosa onesta" (Quintiliano)

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