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venerdì 25 luglio 2014

Il sangue va ferrmato

"Come dimenticare che questa situazione è la conseguenza di una occupazione che dura da 47 anni? C'è una sola strada: Israele deve ritirarsi dai Territori occupati dal '67 e i palestinesi devono rinunciare al sogno di ritornare nei villaggi e nelle città da cui furono espulsi nel '48, quell'anno che per loro segna la Nakba, la Catastrofe, e per noi l'indipendenza...Tanti ormai vedono questa come la Terra Promessa, promessa da Dio, che perciò gli spetta...ma così non si può andare avanti...o il governo ha il coraggio di fare i due stati oppure ammetta che in verità vuole cacciare i palestinesi e annettere la Cisgiordania...Gerusalemme è un altare sul quale vengono sacrificate vite umane." (Meir Shalev, scrittore israeliano, La Repubblica, 25/7/14)

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