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lunedì 21 luglio 2014

Il genocidio della prigione a cielo aperto

     "...i governanti israeliani vantano di tenere supremamente alle  vite umane, che i capi di Hamas sfruttano cinicamente come scudi e martiri della loro propaganda. Ma i responsabili israeliani possono dire di tenere altrettanto alle vite dei civili e dei bambini palestinesi? Non è affar loro?...Ma c'è, non che un diritto, un resto d'umanità nell'ingiunzione a centomila persone, famiglie di vecchi e bambini, donne e uomini, di evacuare le loro case e cercare scampo altrove, nel fazzoletto di terra più affollato al mondo?...
   ...Che la striscia di gaza sia una prigione a cielo aperto non è solo un modo di dire, e tanto meno un modo di dire propagandistico e fazioso...Dentro ogni prigione succede come in ogni galera che si pretende di governare lasciandola a se stessa: che il potere passa ai più incalliti e feroci criminali, e i deboli e inermi non possono che divenirne ostaggi o confidare nella loro brutalità...ricordare che i quasi due milioni di persone della Striscia di Gaza non sono detenuti per aver commesso qualche reato ed esserne stati giudicati. Sono il deposito innocente di una disgrazia terribile...I bambini morti sono invidiati dai bambini vivi. I bambini vivi imparano ad avere paura e a odiare." (Adriano Sofri, la Repubblica, 17/7/14, subito dopo lo sterminio di quattro ragazzini palestinesi polverizzati da un razzo della marina israeliana sulla spiaggia di Gaza)  

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