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giovedì 24 giugno 2010

Il caso del crocifisso

Riparte la mobilitazione pretofila in difesa del crocifisso. Il 30 giugno la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo deciderà sul ricorso del governo italiano papalino vaticano zuavo pontifico di Sua Entità ed Emittenza Berluskoni IV contro la sentenza di Strsburgo che vieta il crocifisso nelle aule scolastiche. Tutti presdenti, perciò, alla tavola rotonda "Valori e diritto. Il caso del crocifisso", organizzata a Roma dall'associazione Umanesimo Cristiano. Insieme al segretario di stato vaticano cardinale Bertone e al presidente della CEI, cardinale Bagnasco, il pretofilo pluridivorziato frequentatore di minorenni e utilizzatore finale di prostitute Egoarca Autocrate Mago di Arcore, nonchè capo del governo pseudo italiano e, purtroppo, anche il presidente della repubblica Napolitano. Proprio lui ha avuto la pessima idea di dichiarare che "La laicità dell'Europa non può essere concepita e vissuta in termini tali da ferire sentimenti popolari e profondi": perchè no, presidente? Napolitano si dimentica che una laicità effettiva e reale non soltanto non può offendere per definizione alcun sentimento, popolare o no. Ma ne è addirittura la garanzia di esercizio e di espressione, proprio perchè misura e regola di ogni possibile libertà di espressione: senza saldi e indiscutibili principi di sana e viva laicità, nessuna convivenza civile è possibile. Napolitano non era laico quando, nel 1956, inneggiava all'Armata Rossa Sovietica che stroncava nel sangue della strage dei patrioti ungheresi la libertà di pensiero e di espressione dell'intero popolo magiaro. E non lo è oggi quando difende sentimenti popolari e profondi che, proprio perchè tali - e quindi non necessariamente laici - possono essere proprio essi ad offendere sentimenti di giustizia, libertà e democrazia che devono porsi come la regola dell'espressione di ogni possibile sentimento. Inaccettabile anche il cardinale Bagnasco quando lancia l'appello a "garantire il rispetto della libertà religiosa", che non significa IMPORRE a chi non crede, in luoghi pubblici come scuole, ospedali, uffici e tribunali, il simbolo di una religione monoteista responsabile nei secoli e eni milleni, di guerre di religione, di potere simoniaco, di cesaropapismo, di violenza, di prepotenza, di inquisizione, di coercizione, di ignoranza...Ignobili anche i timori del cardinale Herranz che definisce la Corte di Strasburgo "condizionata dal fondamentalismo laicista e dalla cristofobia": detto da un cristianista fondamentalista e talebano come lui, c'è quasi da avere paura. La santa chiesa cattolica apostolica ecumenica romana, all'inizio del terzo millennio dopo la nascita del suo fondatore rabbi ebreo Gesù (sempre che sia esistito storicamente) ancora ha paura di chi non la pensa come lei. Stiamo messi proprio bene. Unicuique suum!

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