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martedì 7 aprile 2009

"Un atto nefasto, offensivo e distruttivo"

Così l’arcidiocesi fiorentina attacca la delibera con cui il comune di Firenze, città d’arte, di antica e raffinata cultura e millenaria civiltà, offre la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, solitario eroe civile che ha fatto trionfare princìpi basilari di legalità e valori fondamentali di moralità, dopo 17 anni di disperate disperanti battaglie legali e giuridiche, (combattute in nome della figlia Eluana in stato vegetativo permanente irreversibile) necessarie, in questo disgraziato paese, a far trionfare la Giustizia e la Libertà!
Monsignor Betori, arcivescovo dell’arcidiocesi di Firenze tuona:” La cittadinanza al padre di Eluana è un affronto alla città”. Concordo pienamente nell’affronto, gravissimo, alla città: a produrlo, tuttavia, è proprio l’arcivescovo. E’ un affronto al suo stesso dio, che sicuramente non è degnamente rappresentato dal porporato che ha evidentemente dimenticato le prediche di Gesù, rabbi ebreo figlio dello stesso dio, tese al perdono, all’amore e alla fratellanza fra le persone. Betori e colleghi, suore, preti, monsignori, vescovi, arcivescovi, eminenze, cardinali, papi, la smettano di parlare a nome e in rappresentanza di Dio, visto che nessuno li ha potuti delegare, dato che dio non esiste.. E si ricordi monsignore arcivescovo Betori, di non parlare e tanto meno a nome della città di Firenze, che non gli ha mai rilasciato alcuna delega ad essere da lui rappresnetata. Il millantatao credito in Italia, è ancora un reato (nonostante Berluskoni) e l’affronto lo subiscono non i cittadini fiorentini ma, semmai, preti e pecorelle che si ritengono incredibilmente offesi dal riconoscimento di cui la città ha voluto giustamente onorare e insignire un eroe civile.
Concordo con la gravità greve, grossolana e offensiva dei termini usati dall’arcivescovo che se ne assume la responsabilità e al quale li rimando, li rinvio e li rigetto, nell’ovvia necessità speculare freudiana di vedersi attribuite e dover fare proprie le nefandezze scaricate sugli altri. Ma il rabbi ebreo Gesù che predicava “Ama il prossimo tuo come te stesso” non era (e non è e non dovrebbe essere) anche il suo dio? E’ fin troppo evidente che l’attacco inumano, immorale, odioso e violento dell’ arcidiocesi è “un atto nefasto, offensivo e distruttivo” così come la stessa arcidiocesi ama compiacersi di esprimere, alla faccia della religione, falsamente e ipocritamente professate, dell’amore e della fratellanza fra gli uomini! L’urlo animalesco dei prelati fiorentini è infatti nefasto per le stesse fondamenta della convivenza civile, è offensivo per la possibilità stessa di definire valori etici di moralità condivise e distruttivo di ogni ancoraggio di vita sociale e associata. Vergogna all’arcidiocesi di Firenze e alla Chiesa Cattolica Apostolica Ecumenica Romana che la rappresenta e la giustifica, in questa ennesima battaglia clericale e antistorica di sopraffazione, prepotenza e violenza, degno di migliori cause e più ragionevoli e ragionati princìpi. Così non sia! Amen!

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