Il concetto greco, ben definito dalla cultura classica, del termine ubris descrive con ottima capacità definitoria il senso dei comportamenti di B. e del suo governo ad personam. Il vocabolario dal greco antico ci traduce il sostantivo con insolenza, tracotanza, alterigia, violenza, prepotenza, petulanza, insulto, dileggio, contumelia, sfrenatezza, oltraggio, ignominia. Tutto ciò appare ormai fin troppo manifesto e sempre più serialmente ripetitivo a stigma delle azioni ben rappresentative della mentalità deteriore di chi ci (s)governa. Il regime (s)fascista ormai al potere produce veri e propri golpe a getto continuo contro la legalità democratica e costituzionale, nell’assoluto silenzio tombale di servi e servitori, corifei e sicofanti, sodali e famigli, nani e ballerine. Solo le voci dei pochi eroi a schiena dritta rimasti in piedi, sommersi dagli ululati della schiumosa ringhiante canea umana dei berluscones si frappongono – ancora per quanto? – all’odiosa marea montante del ludibrio berlusconiano. Il governo ad personam continua a legiferare a ritmo folle, in sempre più mostruoso macroscopico incivile grottesco imbarazzante obbrobrioso pazzesco planetario conflitto di interessi, mai visto, in questa dimensione oceanica, nella storia delle società civili e democratiche. Non contento (e forse addirittura grazie a questo) il (super)duce(tto) di Arcore procede, il 17 aprile, a nominare i vertici RAI durante una riunione casalinga presso la sua residenza privata romana. Il PD parla di indecenza, Ellekappa sintetizza lo scandalo nel botta e risposta della sua folgorante vignetta;” Il premier fa le nomine RAI dal salotto di casa sua” e l’altro “Dove siedono abitualmente i nominati”. Bocchino, Popolo della Libertà (quale?) ad personam nega lo scandalo e afferma, confermandolo senza nemmeno rendersene conto: ”Abbiamo parlato prevalentemente del terremoto d’Abruzzo” (sic!). “Nella Reggia di Palazzo Grazioli il Cavaliere porta il potere a domicilio”, così il 18 aprile La Repubblica, uno dei pochissimi quotidiani ancora relativamente immuni dalla metastasi berlusconiana (mi permetto di usare il terribile termine in quanto utilizzato dall’ egoarca telemediocratico per definire la Magistratura). Insomma il mago di Arcore non perde l’atroce vizio di nominare a casa sua i suoi servitori ai vertici della RAI (vedi già Berluskoni II nel 2003), ma non perde neppure il pelo, visto che il kalotricofilo IV lo ha addirittura recuperato sulla sua testa augusta ma asfaltata e blefaroplasticata.
Di “ennesima ferita della democrazia...(di)...indecente conferma del conflitto di interessi” parlano ormai gli ultimi dei Mohicani, i solitari eroi di una opposizione sempre più flebile e incapace di battersi (salvo rarissime eccezioni) come si dovrebbe in una “guerra all’ultimo sangue” fra lo strapotere politico-economico dell’autocrate egoarca telemediocratico, padrone delle televisioni, dei libri e dei giornali e insieme, incredibilmente ma minacciosamente, anche capo del governo!
Resistere! Resistere! Resistere!
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