“Siamo tutti ostaggi, questa è la verità. Non vorremmo sapere niente di lui, delle sue favorite, della ragazzina napoletana che lo chiama “papi”, dell’ira di sua moglie, del padre che minaccia di darsi fuoco perchè la sua figliola non figura nel cast delle eurocandidate in bikini. Vorremmo avere altro davanti agli occhi, non questa pazzesca soap opera nella quale siamo tutti scritturati come comparse senza che nessuno ci abbia mai avvertito, non questa parodia di Bisanzio che non ha neppure la malinconica grandezza della decadenza di un impero (bisogna avercelo avuto, l’impero, per concedersi il lusso di decadere).
Vorremmo riaprire l’agenda delle cose normali, delle faccende vitali della vita corrente, ma qualunque pagina apriamo ci troviamo davanti o lui o la sua corte o i suoi boys in giacca e cravatta o il suo codazzo di ragazze pon-pon o la sua ex famiglia in tumulto o il suo popolo osannante e suicida, e oramai in qualunque pertugio della vita pubblica ci sono le tracce del suo passaggio, c’è il suo timbro, il suo odore di follia. Tutto è intriso di lui, dal terremoto del 25 aprile, dalle televisioni alle strade di Roma, dalla Brianza alla tangenziale di Napoli, dalle ville agli inceneritori, dagli editoriali a You Tube. Chissà com’era, l’Italia, prima di lui. Chissà se esisteva l’Italia, prima di lui.” (Michele Serra, La Repubblica 30 aprile 2009, pag. 34)
A parlare di Mignottocrazia è stato Paolo Guzzanti al momento – pochi mesi or sono – deputato di Forza Italia, dichiarata deceduta dal suo inventore Berluskoni a fine marzo 2009: per questo è stato cacciato fuori (o se ne è andato, come dice lui) anche dal neonato Popolo della Libertà che ne ha preso il posto. Guzzanti, giornalista e servitore fedele di re Silvio I, II, III e IV, pur essendo padre di tre magnifici figli satirici a lui antitetici, è stato anche presidente della fraudolenta commissione Mitrokin istituita sovranamente dal padrone e gestita fedelmente dal suddito per centrifugare merda contro Prodi e i suoi prodi. Il fallimento della ignobile commissione, travolta e stravolta da scandali e arresti di finti e mendaci testimoni, ha contrariato il presidente Guzzanti che non ha ricevuto i ringraziamenti attesi e richiesti e ha reagito nei modi conosciuti. Proprio in questi giorni di fine aprile 2009, in un’intervista ad Antenne 2, ha dichiarato che la sua Mignottocrazia è definita e conosciuta in Francia come Puttanopoli e che all’estero così siamo considerati e sbeffeggiati. Avanti Savoia! (Emanuele Filiberto, aspirante legittimo (?) al trono come re d’Italia qualora fosse ripristinata la monarchia – ma re Silvio? – si presenta candidato alle elezioni europee nel partito UDC dell’ineffabile Casini: della serie principi e veline, lo spettacolo deve continuare).
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