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venerdì 24 aprile 2009

Il mago di Arcore

Il 23 aprile il celeberrimo mago di Arcore estrae a sorpresa dal suo ipnotico cilindro lo spostamento del G8 dalla sarda La Maddalena all’abruzzese L’Aquila. Motivazioni filantropiche si associano alla vergognosa battuta del risparmio di spesa di 220 milioni di euro già previsti e stanziati. La girandola pirotecnica di bugie carpiate con triplo salto mortale che si sprigiona dalla trovata estemporanea (?), abbaglia e ammalia servi e servitori, sodali e sicofanti, nani e ballerine (fatto salvo e con tutto il doveroso rispetto che nutro per queste due ultime categorie, al contrario delle altre quattro). Lo spostamento da La Maddalena a L’Aquila è un ulteriore seriale escamotage teso ad ampliare il palcoscenico del circo mediatico a suo favore e per questo non può nascondere ed eliminare le vere cause della giravolta, alla faccia dei Sardi che si sono ribellati pesantemente, nonostante abbiano votato a maggioranza il (super)duce(tto) di Arcore soltanto poche settimane prima. I maligni, infatti, ritengono che il ritardo nei lavori a La Maddalena (che l’Uomo del Fare ovviamente non potrà mai confessare) siano di per sè necessari e sufficenti a spiegare l’improvviso sorprendente trasloco.
Oggi 24 aprile poi, lo smemorato di Arcore, preoccupato per la rivolta dei Sardi, afferma che i lavori in Sardegna – quelli da 220 milioni – saranno comunque portati a termine e lo dice serafico, senza ricordarsi che soltanto poche ore prima aveva sproloquiato di un risparmio proprio di quei 220 milioni per meglio giustificare lo spostamento. La (in)capacità di raziocinio logico e crono-logico dell’egoarca, non è certo all’altezza della “genialità” delle sue roboanti trovate che la realtà impietosamente distrugge, fatta salva la fede cieca e abissale degli imbecilli e coglioni – secondo l’amabile raffinata definizione del Supremo Piazzista - che lo hanno votato con convinzione, ma senza cognizione di causa e che continuano imperterriti a votarlo, in modo scriteriato, dissennato e masochistico.
Resistere! Resistere! Resistere!

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