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martedì 12 novembre 2013

Il ventennio berluskoniano

    "Il ventennio berlusconiano ci lascia...gli avvocati in parlamento. Le miss che escono dalla TV e entrano a Montecitorio, le igieniste dentali che scono dalle "cene eleganti" e diventano consigliere regionali, le "nipoti di Mubarak" che escono dai commissariati e vanno a riscuotere dal fidato cassiere. Le barzellette sconce che prendono il posto delle citazioni di De Gasperi. Le strepitose gaffes internazionali, dalle corna nella foto dei Grandi al "cucù" per Angela merkel (poi oggetto di meno spiritose considerazioni estetiche).
    Ma il berlusconismo resta, innanzitutto, un culto della personalità, Mai l'Italia aveva avuto, dopo Mussolini, un capo del governo che credeva così convintamente nella propria superiorità planetaria ("Non c'è nessuno sulla scena mondiale che può pretendere di confrontarsi con me"), uno che mandava a casa degli elettori un libretto con la storia della sua meravigliosa vita, e che non esitava a paragonarsi a Gesù, quando parlava della "traversata del deserto" ai suoi militanti, battezzati prima "missionari" e poi addirittura "apostoli della libertà", chiamati a portare fra la gente "il Vangelo secondo Silvio", che Dio perdoni quando avrà smesso di ridere." (Sebastiano messina, La Repubblica )

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