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giovedì 7 novembre 2013

Gli ebrei, Hitler e Berlusconi (2)

    Dopo l'ignobile affermazione di del (super)duce8tto) di (A)Ha(d)core - "I miei figli stanno come gli ebrei sotto Hitler" - il mondo alla rovescia dell'Egoarca brianzolo erutta la sua coprolalia senza vergogna. Primo dei sodali a minimizzare e giustificare, il servitore suprefedele e ben pagato direttore del Giornale di famiglia che non trova nulla di idsdicevole da condannare: è un modo di dire come un altro (?).
    Per fortuna su La Repubblica si critica (ancora):" ...Perfino l'antisemitismo, che pure è tra le ideologia più rozze in circolazione, richiede un minimo di articolazione mentale e verbale. Quel minimo non era contenuto nella frase di Berlusconi. Quando sarà un imbarazzato silenzio, meglio ancora una naturale indifferenza, ad accogliere le parole di quel signore, allora sì che il berlusconismo sarà davvero finito" (Michee Serra, La Repubblica 7/11/13)
    O ancora:" ...Spiegare pacatamente perchè quelle parole sono insensate è un buon esercizio: ma bisogna mettere in guardia chi prova a correggere e spiegare. Perchè così facendo, assumendo che si possa discutere e dialogare con chi dice parole del genere,  si rischia di renderlo pubblicamente credibile. Forse solo un disprezzo silenzioso può esprimere lo sconcerto e l'indignazione che proviamo, il senso di vergogna che ci sentiamo gravare addosso, come italiani, anzi prima ancora come esseri umani....Questo nostro modernissimo Medioevo che si nutre soprattutto di chiecchiere e immagini televisive, ci pone invece davanti a episofi come questo, dove l'indecenza privata si mescola con una forte componente di responsabilità collettive.  Di indecente c'è la mancanza d pudore di un padre che tira in ballo i figli e se ne fa scudo: non solo, attribuisce loro pensieri e sentimenti che se fossero davvero da loro condivisi farebbero emergere un vuoto di cultura e di sensibilità tale da rendere urgente un ciclo di recupero scolastico e di alfbetizzazione elementare..." (Adriano Prosperi, La Repubblica, 7/11/13)
    "Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

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