Oggi 30 settembre 2008 le centinaia di ecoballe (non soltanto quelle di B. sul problema “risolto” dell’immondizia in Campania) stipate ad Acerra, prendono fuoco per un incendio doloso. “Rifiuti in Campania. Si estende la rivolta. Barricate a Chiaiano. No alla discarica. Il premier a Napoli”, così titolano in questi giorni i quotidiani. Ma il problema dei rifiuti non era stato trionfalmente risolto in pompa magna dal Megakalotricofiloblefaroplasticato Testa Asfaltata già da parecchio tempo? E l’esercito non garantiva validamente la sicurezza dei cittadini già dal mese di agosto, impegnato nelle strade (come avevo per altro e purtroppo già visto fare in Cile ai tempi del macellaio Pinochet e in Argentina in quelli del golpista Videla)? E allora perché il premier dei coglioni che lo hanno votato, oggi torna per l’ennesima volta a Napoli per discutere dell’immondizia? E i suoi proclami trionfanti e autoapologetici della vittoria del bene dell’ordine e della pulizia sul male del disordine e della sporcizia che fine hanno fatto? 13 sindaci irpini si incatenano davanti Palazzo Chigi: sono evidentemente sporchi faziosi bolscevichi che tentano di infangare l’immagine del mago di Arcore. Stavolta il sortilegio non gli è riuscito! Nel frattempo il TG5 delle ore 13 del 29 settembre, incensa in modo spudorato, sgradevole e imbarazzante il suo padrone arcoriano, con inni salmodianti al suo 72° genetliaco! Lui, en passant, si attribuisce incredibilmente anche il merito di aver fatto liberare i 5 turisti italiani rapiti da due settimane nel deserto all’incrocio dei confini fra Egitto, Libia e Sudan! Irrilevante che si fosse mossa, in realtà, l’intera Europa, visto che nel gruppo c’erano anche 5 tedeschi e 1 rumeno, oltre accompagnatori dei 3 paesi arabi! Il Duce di Arcore irride a Veltroni vero autore della ri-soluzione, insieme a Epifani, del nodo Alitalia e si attribuisce il merito di aver affossato, 5 mesi prima, la soluzione Prodi a favore del suo amico industriale padrone di Air One, con l’aggravio del miliardo e mezzo di euro scaricati sulle spalle del popolo lavoratore che paga le tasse! Pannella intanto digiuna inutilmente contro il sordo/cieco di Arcore che impedisce da mesi la nomina del presidente della commissione di controllo sulla TV, non di suo gradimento, e quella di un giudice costituzionale mancante da più di un anno e mezzo, perché non riesce ad imporre il suo deputato, avvocato, consigliere Pecorella! Il nonno di Arcore, non contento del lodo Alfano, ministro della (in)giustizia ad personam, che lo rende immune ed impunito dai processi a suo carico, strilla la sua ira scaturita dal ricorso alla Corte Costituzionale contro l’ignobile legge di salvataggio unica al mondo nell’intero orbe terraqueo dei paesi civili, civilizzati e incivili! Lui “…risponde alla gente, non ai PM!” e sproloquia contro la Gandus, giudice del tribunale nel quale si svolgeva il suo ultimo processo, interrotto dal lodo Alfano ad personam, definendola “un mio nemico politico” (La Repubblica, pag. 12, 30/9/08) Insieme al suo ministro all’(in)giustizia, già suo segretario privato, attacca:” Questi giudici non ci fermeranno…” Nell’universo mondo non s’erano mai viste una violenza e una prepotenza simili, scagliate contro le stesse fondamenta di ogni possibile Stato di Diritto. E i coglioni che l’hanno votato stanno a guardare, compiaciuti e orgogliosi, il massacro di legalità che fa carne di porco di ogni etica e moralità.
Il primo ottobre il despota arcoriano tuona:” Non tollererò speculazioni contro le banche!” che sono per altro quelle che hanno mandato in miseria milioni di piccoli risparmiatori. In questo caso comunque possiamo credergli: il Duce di Arcore è infatti padrone di banche e la sua figliola Marina è compadrona di Mediobanca, proprietaria di banche. Il conflitto di interessi è superato: in fatti ormai non c’è più conflitto, ma soltanto interessi! Infine dobbiamo sopportare l’ultima atroce provocazione dell’autocrate di Arcore attraverso la figliola di secondo letto, padrona di “Milano Young” che, dal servile TG4 delle 19 di giovedì 2 ottobre, sproloquia di legge morale ed eticità dal palcoscenico della sua associazione alla presenza della augusta genitrice, nonché consorte del divorziato di Arcore. Non solo ci dobbiamo sorbire lo sfregio di legalità compiuto dal genitore con le legislazioni ad personam tese a bloccare giusti processi a suo carico e a sanare atroci conflitti di interessi; ora dobbiamo sopportare anche l’offesa imbarazzante della figliola che ci spiega quanto tutto ciò sia morale, eticamente valido e pedagogicamente plausibile. Da che pulpiti vengono le prediche! Barbara B. dichiara:” Mio padre mi ha insegnato l’etica”. Quale? Quella di un pregiudicato con sentenza passata in giudicato (per falsa testimonianza sulla propria tessera P2)? Quella di chi non ha mai voluto chiarire – nemmeno ai giudici dei processi in cui era plurimputato – la oscura provenienza partenogenetica dei capitali iniziali, padri e madri virginali delle ricchezze successivamente accumulate? Quella di chi non si vergogna di arricchirsi e gestire il potere politico – Cicero pro domo sua - in plateale, ignobile, immorale conflitto di interessi (ormai soltanto interessi senza più conflitto cassato da apposita legge ad personam)? Quella di chi da 15 anni (s)governa e condiziona l’Italia col partito azienda e con ministri ad personam? Quella di chi raccomanda nani, ballerine, attricette e quant’altro ai dirigenti della “concorrente” RAI, come il servile Saccà? Barbara B., consigliera di amministrazione della paterna Fininvest, la definisce orgogliosa :” …un’impresa altamente etica…”. Sperando di non incorrere in lesa maestà filiale, possiamo contestare la fortunata figliola di B. rovesciandone il giudizio? Riteniamo la Finivest bassamente etica, vuoi per l’oscurità delle sue origini, vuoi per le modalità del suo sviluppo (le mazzette plurimiliardarie elargite al latitante pluripregiudicato Craxi Benito erano etiche?), vuoi per l’amoralità e l’immoralità di un oligomonopolio come la Fininvestmediaraiset, che produce ricchezze contro la eventuale stessa “etica” di un improbabile capitalismo competitivo e meritocratico. Per favore!
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