Dopo mesi di grancassa pubblicitaria (ma cosa c’è da vantarsi?) e di fanfare salmodianti, anche io finalmente oggi, 14 ottobre 2008, ho visto con i miei occhi , per la prima volta, una pattuglia mista formata da un soldato e da un carabiniere, in servizio alla stazione di Ponte Mammolo, linea B della metro romana. Il mio pensiero è corso immediatamente alla lontana estate del 1981 quando, viaggiando in Sud America, capitai a Buenos Aires. Una notte, rientrando in albergo dopo una lunga giornata di girovagazioni alla scoperta della città, il bus urbano con cui mi muovevo fu fermato, nel pieno centro di una grande capitale, già allora cosmopolita e multietnica, ricca di vita e scintillante di luci e attività. Soldati armati, in assetto di combattimento, con il dito pronto sul grilletto dei loro mitra molto poco rassicuranti, bloccarono l’autobus, ci fecero scendere, appoggiare le braccia su una fiancata e cominciarono una perquisizione prepotente e manesca, alla ricerca di armi e “terroristi”. Così il generale Videla (a capo della giunta militare che da anni terrorizzava l’Argentina dopo il golpe cruento del 1978 in cui i desaparecidos si contarono a decine di migliaia) definiva i suoi oppositori politici. Tutto si svolse in un silenzio di tomba ed era chiaro a tutti che, se un soldato avesse, magari per sbaglio, schiacciato il grilletto e ammazzato uno di noi, innocenti passeggeri, nessuno avrebbe trovato niente da ridire. Tutti capivamo che il vero motivo di quella esibizione di forza bruta e muscolare, non era tanto e soltanto la ricerca di “terroristi”, ma anche e soprattutto la violenta, sopraffattrice e prepotente volontà di affermare il principio della propria forza, alla quale nessuno si poteva e si doveva ribellare, pena la morte.
Non intendo minimamente equiparare i nostri soldati (che spero siano validi professionisti e cittadini preparati e informati) alla soldataglia ignorante, ottusa, abbrutita e malleabile, facile e utile strumento nelle mani dei loro generali, feroci e bestiali macellai del loro popolo. Il boia Pinochet operava negli stessi anni in Cile, dall’altra parte del confine andino e massacrava il suo popolo con la stessa ferocia, usando le stesse tecniche di bassa macelleria, indegna di paesi civili. Comunque questi terribili ricordi mi sono tornati improvvisamente al cervello e violentemente nel cuore, incrociando ieri sera militari armati, intenti a pattugliare le strade di Roma capitale. I coglioni che hanno votato B. lo trovano normale e anzi ne menano vanto a onore del loro padrone e signore. Io no…
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