Alle 11 di oggi 4 ottobre 2008, Joseph Ratzinger, ex Hitler Jugend, sale al Quirinale come papa, in visita ufficiale al presidente della repubblica Giorgio Napolitano, ex stalinista. Presenziano le più alte autorità dello stato, dagli ex presidenti, ai presidenti del parlamento, al capo del governo, a fare gli onori di casa. Il Megakalotricofiloblefaroplsticato si inchina in modo sperticato, smisurato, esagerato, enorme, eccessivo, sproporzionato, spropositato, smodato, esorbitante, ampolloso, iperbolico con servile, adulatoria, meschina, umiliante, sottomessa, timorosa, strisciante, cortigiana angolazione di baciamano, che prelude al bacio prossimo della pantofola, solo poco più vicina alla terra. Che l’inchino a 90°, eccessivo e plateale, sia anche ipocrita e di pessimo gusto, deriva dal fatto che il capo del governo pro tempore sia anche un divorziato. Come tale non ha certo ubbidito ai dettami della chiesa di cui il papa è il rappresentante massimo e indiscusso, tanto che il suo magistero è infallibile per dogma di fede. Insolubilmente contraddittorio, incoerente, insostenibile, ambiguo, incongruo è perciò inchinarsi a chi viene insieme disconosciuto nella sua autorità e autorevolezza, ancorché autocratica e autoreferenziale. Oltre che insostenibile da un punto di vista meramente logico e di coerenza razionale, l’incredibile baciamano è un’offesa ai canoni estetici di ogni forma di bellezza e piacevolezza possibili. Inchinarsi, può anche essere un’arte esteticamente pregevole, ove appresa nel tempo e perseguita con pervicacia e buona volontà, che difettano evidentemente nell’improbabile discepolo Berluskoni: in questo caso resta soltanto una schifezza dal punto di vista morale, per l’annullamento sottinteso della propria dignità umana.
In ogni modo, nutrivo già profondi e convinti motivi di rigetto nel contestare il diritto di rappresentatività di tutti i cittadini italiani che l’attuale capo di governo pro tempore pretende di possedere. Questo inchino moralmente ipocrita, esteticamente brutto, complessivamente riprovevole, mi conferma nella bontà della mia convinzione di non volere, potere e dovere essere rappresentato per nessun motivo dal mago di Arcore, presidente del consiglio dei ministri pro tempore ad suam personam. Immagino comunque che i coglioni che lo hanno votato ne siano per ciò stesso orgogliosi e convinti. Buon per loro, ma il paese così si spacca sempre di più, sotto i colpi forsennati del maglio autotelemediocratico del duce di Arcore.
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