Che il Blefaroplasticatokalotricofilo padrone di Mediaset (e molto altro) e quindi capo del suo governo ad personam definisca così Di Pietro è per ciò stesso la migliore certificazione della sua bontà: la malvagità così espressa dal duce di Arcore è la massima garanzia della validità del pensiero e del valore dell’azione di Di Pietro. Se il contadino molisano è definito malvagio dall’imperatore arcoriano, io definisco malvagio il superducetto di Arcore e ottimo il coltivatore diretto di Bisaccia. Il capo del governo ad personam suam è ormai fuori autocontrollo: consiglia l’opposizione al riposo, toglie l’ICI ai ricchi per toglierla a se stesso, invita i suoi compari industriali a non comprare pubblicità dalla RAI perchè è triste. Il suo ministro alle finanze ad personam ha la geniale idea di aumentare le tasse a banche e petrolieri, che in tempo reale, come era ovviamente scontato, le scaricano sui clienti, aumentando i prezzi e facendosi dare aiuti di stato (e cioè soldi nostri di contribuenti poveri, gli unici che pagano le tasse) come nel caso delle banche: il geniale ministro tremonti l’ha giustamente definita Robin Tax, nel senso che toglie ai poveri per dare ai ricchi! I coglioni che hanno votato il mago di Arcore si dimenticano che i soldi nostri il premier li da a se stesso, visto che è proprietario della banca mediolanum e la figliola Marina è vicepresidente di mediobanca. Pinocchio dice che l’immondizia in Campania non c’è più, ma in realtà è sparita soltanto dagli schermi delle telvisioni e dalle pagine dei giornali, sua diretta e personale proprietà privata (e/o da lui controllati politicamente e/o da lui condizionati economicamente). Regala la parte valida di Alitalia ai colleghi e d amici imprenditori e ci fa pagare miliardi scaricando il fallimento de facto della ex Compagnia di bandiera sulle nostre tasche prosciugate ed esauste. Può letteralmente rubare, stuprare e ammazzare senza nemmeno il rischio di essere processato perchè il lodo Alfano (minsitro della giustizia ad personam suam, già suo segretario personale) lo esenta dal pericolo di essere giudicato. Definisce il maggiore partito dell’opposizione, non democratico ma “delle frottole e delle calunnie” mentre, sbugiardato dai fatti, nega l’enormità delle masse che hanno riempito il Circo massimo e strade adiacenti nella grandiosa manifestazione popolare di Roma del 25 ottobre.
La politica del disprezzo del premier ben si collega alle dichiarazioni dell’attore Viggo Mortensen rilasciata alla festa del cinema di Roma del 26 ottobre:” Il nazismo in Germania, la dittatura dei generali in Brasile e Argentina, gli otto anni di Bush in America e Berlusconi in Italia: sono tutte facce della stessa medaglia, il potere senza freni, che per sopravvivere divide et impera, sfruttando paura e paranoia del popolo”.
martedì 28 ottobre 2008
Amore fraterno: quanto ci costi!
La chiesa che piace tanto a B. – per altro ricambiato con grande affetto – ancorchè felicemente divorziato e risposato in concubinaggio (così come lo definisce la legge canonica), questa chiesa cattolica apostolica ecumenica romana spende 100.000 euro per festeggiare l’85° genetliaco del fratello del papa che si celebrerà in Vaticano il prossimo 15 gennaio 2009. Quanti poveri avrebbero potuto trovare sollievo se la congrua cifra fosse stata spesa per lenire le loro sofferenza?
Dicono che Gesù moltiplicasse pani e pesci, ma certo non spendeva soldi, tanto meno non suoi, per festeggiare i fratelli, che pure aveva in abbondanza, come tutti ormai sanno, ammettono e danno per scontato (compresa la chiesa cattolica, che tuttavia continua ancora a fare finta di non saperlo...) Intanto il papa della chiesa ecumenica, nonchè vescovo di Roma, nonchè capo autocratico dello stato della Città del Vaticano, utilizza i fondi prelevati dalle tasche dei cittadini italiani attraverso l’immorale e pre-potente marchingegno dell’8 per mille per fare la festa personale al suo stretto parente: perchè? E’ questo segno di fraterno amore cristiano, apostolico, ecumenico, romano? Penso anche che il reddito giornaliero di miliardi di persone nel mondo corrisponde alla metà di quanto l’Unione Europea garantisce a ogni giorno a ogni mucca residente in Europa e cioè 1 euro: se la spesa per un giorno di festa per il fratello del papa fosse stata utilizzata per i poveri di tutto il mondo, centomila di essi, per un giorno, avrebbero visto raddoppiarsi il proprio reddito quotidiano! Così sia!
“ Per contro, solo in uno stato integralista, dove la legge religiosa è anche legge civile e norma politica per tutti i sudditi, il diktat dei preti o degli ulema, del papa o degli ayatollah ha forza d’imperio” (Mario Pirani, La Repubblica 27 ottobre 2008, pag.23) A questo siamo ridotti oggi in Italia
Dicono che Gesù moltiplicasse pani e pesci, ma certo non spendeva soldi, tanto meno non suoi, per festeggiare i fratelli, che pure aveva in abbondanza, come tutti ormai sanno, ammettono e danno per scontato (compresa la chiesa cattolica, che tuttavia continua ancora a fare finta di non saperlo...) Intanto il papa della chiesa ecumenica, nonchè vescovo di Roma, nonchè capo autocratico dello stato della Città del Vaticano, utilizza i fondi prelevati dalle tasche dei cittadini italiani attraverso l’immorale e pre-potente marchingegno dell’8 per mille per fare la festa personale al suo stretto parente: perchè? E’ questo segno di fraterno amore cristiano, apostolico, ecumenico, romano? Penso anche che il reddito giornaliero di miliardi di persone nel mondo corrisponde alla metà di quanto l’Unione Europea garantisce a ogni giorno a ogni mucca residente in Europa e cioè 1 euro: se la spesa per un giorno di festa per il fratello del papa fosse stata utilizzata per i poveri di tutto il mondo, centomila di essi, per un giorno, avrebbero visto raddoppiarsi il proprio reddito quotidiano! Così sia!
“ Per contro, solo in uno stato integralista, dove la legge religiosa è anche legge civile e norma politica per tutti i sudditi, il diktat dei preti o degli ulema, del papa o degli ayatollah ha forza d’imperio” (Mario Pirani, La Repubblica 27 ottobre 2008, pag.23) A questo siamo ridotti oggi in Italia
venerdì 24 ottobre 2008
L'ultima (?) giravolta di B.
Roma, 22 ottobre 2008. “Vorrei dare un avviso ai naviganti: non permetteremo che vengano occupate scuole e università. Convocherò oggi il ministro degli Interni e gli darò istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell’ordine per evitare che questo possa succedere”. S. Berlusconi
Pechino, 23 ottobre 2008. “Non ho mai detto e non lo ho nemmeno pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto che chi vuole è liberissimo di protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea di rinunciare al suo diritto essenziale. Ancora una volta è un divorzio tra informazione e realtà”. B. Silvio
Ormai le giravolte del primo ministro ad personam suam si susseguono incalzanti con piglio e ci-piglio circensi al ritmo sempre più scatenato e incredibile di una al giorno, travolgendo ogni possibilità di registrazione e memorizzazione, tante e tali sono le sue contraddittorie, incoerenti, insostenibili, incongrue, contrastanti, incompatibili, inconciliabili, discordi dichiarazioni. L’affidabilità di chi il giorno dopo sostiene l’esatto contrario di quanto affermato il giorno prima è uguale al nulla, al niente, allo zero, al vuoto pneumatico. I coglioni che hanno votato il negatore di se stesso neanche se ne accorgono: del resto televisioni e giornali, controllati dal mago mediotelecratico di Arcore, si guardano bene dal trasmettere insieme al messaggio del giorno dopo, quello contrapposto e contrario del giorno prima. In questo modo – forse – anche i coglioni immaturi che lo hanno votato potrebbero accorgersi di qualche cosa e quindi i pompieri della censura del superducetto di Arcore si scatenano nella più grandiosa e sistematica operazione di rimozione e sparizione della storia: la documentazione più elementare, necessaria e sufficiente a produrre corretta informazione che sparisce letteralmente nel nulla del dimenticatoio di regime.
Il segretario del Partito Democratico si permette di fare un po’ di ironia, garbata e spiritosa, sostenendo che non c’è bisogno e non è necessario contestare le affermazioni di berlusconi: è sufficiente attendere che si smentisca da solo il giorno dopo! Allora il Blefaroplasticato Kalotricofilo capo del governo, da Pechino dove è in viaggio di stato, oggi 24 ottobre, risponde che “lui è abituato a insulti e calunnie”, dicendo bugie per la terza volta in tre giorni. 1) Il 22 ottobre afferma di voler mandare la polizia all’università, ma è una bugia perché solo i rettori possono chiedere il suo intervento; 2) Il 23 smentisce se stesso ed è la seconda bugia perché lui il giorno prima ha veramente dichiarato quello che smentisce; 3) oggi 24 terza ed ultima bugia, per il momento, visto che è falso definire calunnie e insulti le garbate critiche di Veltroni Tutto (com)preso a smentire platealmente se stesso, l’Unto dal Signore non ha nemmeno il tempo di correggere la ministra dell’Istruzione che in Parlamento la spara grossa sulla pronuncia, a lei ignota, di egida. La ministra ad personam suam in Parlamento, il 23 ottobre, accusa l’opposizione di aver dimenticato il libro bianco “…scritto sotto l’egìda del governo Prodi…”: proprio così, egìda con l’accento sulla i. La corrida delle risate che si scatenano nell’emiciclo riporta la ministra sulla giusta strada della corretta pronuncia, ma per una ministra della Istruzione non è proprio il massimo…
Intanto il TG5 della rete ammiraglia delle televisioni del padrone di Mediaraiset, che per caso (o no?) è anche capo del governo ad personam suam, si guarda bene dall’immaginare di organizzare una lunga diretta sulla manifestazione del Partito Democratico programmata per domani sabato 25 ottobre. Eppure il 2 dicembre 2006 la manifestazione di Berlusconi contro Prodi “Contro il Regime per la Libertà” era stata supportata con megaservizi magniloquenti e superaccessoriati dallo e dello stesso TG5: nessun servo faccia di tolla sente il minimo stimolo a vergognarsi, neanche un po, di comportamenti così sfacciatamenti faziosi e vigliaccamente partigiani. Avanti Savoia!
Pechino, 23 ottobre 2008. “Non ho mai detto e non lo ho nemmeno pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto che chi vuole è liberissimo di protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea di rinunciare al suo diritto essenziale. Ancora una volta è un divorzio tra informazione e realtà”. B. Silvio
Ormai le giravolte del primo ministro ad personam suam si susseguono incalzanti con piglio e ci-piglio circensi al ritmo sempre più scatenato e incredibile di una al giorno, travolgendo ogni possibilità di registrazione e memorizzazione, tante e tali sono le sue contraddittorie, incoerenti, insostenibili, incongrue, contrastanti, incompatibili, inconciliabili, discordi dichiarazioni. L’affidabilità di chi il giorno dopo sostiene l’esatto contrario di quanto affermato il giorno prima è uguale al nulla, al niente, allo zero, al vuoto pneumatico. I coglioni che hanno votato il negatore di se stesso neanche se ne accorgono: del resto televisioni e giornali, controllati dal mago mediotelecratico di Arcore, si guardano bene dal trasmettere insieme al messaggio del giorno dopo, quello contrapposto e contrario del giorno prima. In questo modo – forse – anche i coglioni immaturi che lo hanno votato potrebbero accorgersi di qualche cosa e quindi i pompieri della censura del superducetto di Arcore si scatenano nella più grandiosa e sistematica operazione di rimozione e sparizione della storia: la documentazione più elementare, necessaria e sufficiente a produrre corretta informazione che sparisce letteralmente nel nulla del dimenticatoio di regime.
Il segretario del Partito Democratico si permette di fare un po’ di ironia, garbata e spiritosa, sostenendo che non c’è bisogno e non è necessario contestare le affermazioni di berlusconi: è sufficiente attendere che si smentisca da solo il giorno dopo! Allora il Blefaroplasticato Kalotricofilo capo del governo, da Pechino dove è in viaggio di stato, oggi 24 ottobre, risponde che “lui è abituato a insulti e calunnie”, dicendo bugie per la terza volta in tre giorni. 1) Il 22 ottobre afferma di voler mandare la polizia all’università, ma è una bugia perché solo i rettori possono chiedere il suo intervento; 2) Il 23 smentisce se stesso ed è la seconda bugia perché lui il giorno prima ha veramente dichiarato quello che smentisce; 3) oggi 24 terza ed ultima bugia, per il momento, visto che è falso definire calunnie e insulti le garbate critiche di Veltroni Tutto (com)preso a smentire platealmente se stesso, l’Unto dal Signore non ha nemmeno il tempo di correggere la ministra dell’Istruzione che in Parlamento la spara grossa sulla pronuncia, a lei ignota, di egida. La ministra ad personam suam in Parlamento, il 23 ottobre, accusa l’opposizione di aver dimenticato il libro bianco “…scritto sotto l’egìda del governo Prodi…”: proprio così, egìda con l’accento sulla i. La corrida delle risate che si scatenano nell’emiciclo riporta la ministra sulla giusta strada della corretta pronuncia, ma per una ministra della Istruzione non è proprio il massimo…
Intanto il TG5 della rete ammiraglia delle televisioni del padrone di Mediaraiset, che per caso (o no?) è anche capo del governo ad personam suam, si guarda bene dall’immaginare di organizzare una lunga diretta sulla manifestazione del Partito Democratico programmata per domani sabato 25 ottobre. Eppure il 2 dicembre 2006 la manifestazione di Berlusconi contro Prodi “Contro il Regime per la Libertà” era stata supportata con megaservizi magniloquenti e superaccessoriati dallo e dello stesso TG5: nessun servo faccia di tolla sente il minimo stimolo a vergognarsi, neanche un po, di comportamenti così sfacciatamenti faziosi e vigliaccamente partigiani. Avanti Savoia!
Il dissenso è reato (?)
La ubris dell’ubriacatura politica del padrone di Mediaraiset (e molto altro), lo porta ormai e lo induce coattivamente a comportamenti sempre più bassamente caporaleschi e da ignobile caporalato. Il superducetto di Arcore si è autoconvinto di essere l’Unto del Signore e il Demiurgo del Popolo (della libertà?), pur non avendo nemmeno raggiunto il 50% dei voti all’interno dell’80% complessivo dei votanti. Insomma il mago di Arcore ha trasformato la zucca del terzo degli elettori coglioni che lo hanno votato, nella carrozza virtuale della se-dicente stragrande maggioranza di chi gli avrebbe dato il potere. Su questa base di minoranza minoritaria della popolazione assume comportamenti sempre più pseudoduceschi, da caudillo sudamericano, da macellaio alla Pinochet e alla Videla, nella convinzione del supporto convinto delle masse coglione e masochiste che adorano farsi illudere da proclami truculenti e stupefacenti, senza alcun controllo e nessuna corrispondenza con la realtà fisica e materiale. Da tempo ha teorizzato esplicitamente la minore età mentale dei coglioni che si fanno abbindolare dai servi sciocchi e vigliacchi delle sue televisioni Mediaraiset: i fatti sembrano dargli attualmente ragione. Spero faccia la fine della rana scoppiata per volersi comparare al bue per autogonfiamento. Intanto continua a emanare proclami tanto roboanti, quanto falsi e bugiardi nella loro stessa possibilità di attuazione. Oggi 22 ottobre afferma che convocherà il ministro degli Interni ad personam, per ordinargli di fare intervenire la polizia a sgombrare scuole e università dagli studenti che giustamente le occupano per protestare contro le pseudoriforme della ministra all’istruzione ad personam. Si è dimenticato di ricordare che l’intervento della polizia nelle università e nelle scuole lo possono chiedere soltanto i rettori e i presidi, che finora non l’hanno fatto e che, al momento, hanno dichiarato di non avere alcuna intenzione di farlo.
Il regime berlusconiano ad personam suam è passato dal trotto al galoppo e la speranza è che il cavaliere finisca disarcionato dalla sua stessa foga scomposta e dalla sua medesima ira padronale, eccitata e incitata dalla mancanza di corrispondenza di amorosi sensi col popolo lavoratore che lui amerebbe ai suoi piedi come i tanti dittatori, quelli veramente “grandi”, che la storia umana ci ha già imposto e propinato tragicamente con sistematica micidiale continuità.
Il regime berlusconiano ad personam suam è passato dal trotto al galoppo e la speranza è che il cavaliere finisca disarcionato dalla sua stessa foga scomposta e dalla sua medesima ira padronale, eccitata e incitata dalla mancanza di corrispondenza di amorosi sensi col popolo lavoratore che lui amerebbe ai suoi piedi come i tanti dittatori, quelli veramente “grandi”, che la storia umana ci ha già imposto e propinato tragicamente con sistematica micidiale continuità.
Contro il regime per la libertà
Questo lo slogan agitato selvaggiamente, soltanto due anni or sono, dal superducetto di Arcore e dato in pasto ai suoi servi sciocchi e coglioni. Tanto falsa e pretestuosa era la incredibile parola d’ordine coniata dal Kalotricofiloblefaroplasticato per dare la spallata a Prodi, quanto vera e giusta apparirebbe oggi la stessa affermazione nella bocca di Veltroni, se solo avesse il buon senso di profferirla. Anche il compassato D’Alema comincia finalmente a parlare di “faccia di tolla” affibbiata al mago di Arcore e ai suoi impudichi sodali che una ne fanno e un’altra ne dicono. La sequela degli sfaceli che il capo del governo/operaio/imprenditore sta collezionando nei primi sei mesi di (s)governo è impressionante. Ha creato buchi paurosi nella finanza pubblica togliendo l’ICI ai proprietari più ricchi delle case più lussuose e (s)caricando sulle spalle e sulla pelle dei contribuenti onesti che non l’hanno votato, i miliardi di perdite di Alitalia per fare arricchire i suoi amici confindustriali con la polpa buona da mangiare e da vendere con profitto. Ha ordinato alle sue televisioni (tutte) e ai suoi giornali e settimanali (quasi tutti) di far sparire l’immondizia della Campania dalle immagini e dalle pagine, in modo da potersi autoapologgizzare e autoincensare come ri-solutore del problema rifiuti (la Campania resta l’immondezzaio di sempre, ma non si vede e non se ne parla più, perciò il problema è risolto…!) Ha fatto finta di dare sicurezza, dopo aver prodotto paura, tagliando fondi alla polizia e all’esercito, ma mandando 3000 soldati per le strade, per far credere ai coglioni che lo votano che lui usa il pugno duro. La camorra “terrorizzata” ha incentivato la mattanza, ammazzando i negri a gruppi di sei per volta.
Dall’inizio del suo governo, sei mesi or sono, il mago di Arcore impedisce fisicamente la nomina del presidente della commissione di vigilanza sulle TV, riservata all’opposizione per prassi consolidata. L’onorevole Leoluca Orlando, indicato dalle opposizioni, non gli piace: ne vuole un altro, ma non dello stesso partito IDV, che lui non ritiene serio e affidabile. Il suo rifiuto/rigetto comprova ad abundantiam la serietà e l’affidabilità del partito di Di Pietro, unico oppositore veramente spiacevole e fortemente indigesto per la pancia e lo stomaco voraci dell’ingordo capo del governo/padrone Mediaraiset/banchiere/assicuratore ecc., ecc., ecc… Il poliedrico kalotricofiloblefaroplasticato padrone dell’oligopolio delle tre televisioni Mediaset, nonché controllore autocratico delle altre tre RAI per ignobile baronia politica e indecente servaggio istituzionale, s’è permesso oggi, 22 ottobre, di denunciare l’opposizione “che sgambetta” in TV. Incredibile! Ma lui quando esonda e straripa dalle TV coi suoi sodali, a colazione, pranzo, merenda e cena, a tutte le ore di tutti i giorni di ogni settimana di ogni mese di ogni anno che passa (è così almeno da 15 anni!) non sgambetta forse di più e meglio (o peggio: dipende dai punti di vista) dei suoi eventualmente sgambettanti oppositori?
Ormai il Fuhrer di Arcore non riesce più a contenersi e attacca TV (le pochissime non sue) e giornali (i pochissimi non suoi):” Diffondono ansia”. Minaccia i pochi direttori non velinari ancora sopravvissuti, nel caso non dessero spazio adeguato alle sue ineffabili esternazioni. Furio Colombo parla giustamente di colpo di stato :” Sono affermazioni golpiste, un altro tassello nell’applicazione del programma della P2” (La Repubblica, 23 ottobre 2008, pag. 4) Ricordiamo agli immemori che lo smemorato di Arcore è stato condannato con sentenza passata in giudicato per falsa testimonianza relativamente a dichiarazioni mendaci sulla propria appartenenza alla Loggia Massonica coperta P2 del Venerabile Maestro Licio Gelli. Attendiamo le prossime esternazioni golpiste. Avanti Savoia!
Dall’inizio del suo governo, sei mesi or sono, il mago di Arcore impedisce fisicamente la nomina del presidente della commissione di vigilanza sulle TV, riservata all’opposizione per prassi consolidata. L’onorevole Leoluca Orlando, indicato dalle opposizioni, non gli piace: ne vuole un altro, ma non dello stesso partito IDV, che lui non ritiene serio e affidabile. Il suo rifiuto/rigetto comprova ad abundantiam la serietà e l’affidabilità del partito di Di Pietro, unico oppositore veramente spiacevole e fortemente indigesto per la pancia e lo stomaco voraci dell’ingordo capo del governo/padrone Mediaraiset/banchiere/assicuratore ecc., ecc., ecc… Il poliedrico kalotricofiloblefaroplasticato padrone dell’oligopolio delle tre televisioni Mediaset, nonché controllore autocratico delle altre tre RAI per ignobile baronia politica e indecente servaggio istituzionale, s’è permesso oggi, 22 ottobre, di denunciare l’opposizione “che sgambetta” in TV. Incredibile! Ma lui quando esonda e straripa dalle TV coi suoi sodali, a colazione, pranzo, merenda e cena, a tutte le ore di tutti i giorni di ogni settimana di ogni mese di ogni anno che passa (è così almeno da 15 anni!) non sgambetta forse di più e meglio (o peggio: dipende dai punti di vista) dei suoi eventualmente sgambettanti oppositori?
Ormai il Fuhrer di Arcore non riesce più a contenersi e attacca TV (le pochissime non sue) e giornali (i pochissimi non suoi):” Diffondono ansia”. Minaccia i pochi direttori non velinari ancora sopravvissuti, nel caso non dessero spazio adeguato alle sue ineffabili esternazioni. Furio Colombo parla giustamente di colpo di stato :” Sono affermazioni golpiste, un altro tassello nell’applicazione del programma della P2” (La Repubblica, 23 ottobre 2008, pag. 4) Ricordiamo agli immemori che lo smemorato di Arcore è stato condannato con sentenza passata in giudicato per falsa testimonianza relativamente a dichiarazioni mendaci sulla propria appartenenza alla Loggia Massonica coperta P2 del Venerabile Maestro Licio Gelli. Attendiamo le prossime esternazioni golpiste. Avanti Savoia!
Camorra e/o anticlericalismo: questo è il problema!
Il papa concionando delle cose campane davanti al santuario di Pompei, pontifica che il vero problema dei casalesi (quelli nel cui comune soltanto pochi giorni or sono sono stati macellati in una botta sola dalla camorra sei negri a caso, tanto per dare un esempio – di che? A chi? Perchè? E l’Esercito nelle strade apportatore di sicurezza e legalità?) non è la camorra assassina, ma…l’anticlericalismo! Pseudo giornali come Il Giornale (che del giornale porta soltanto il nome, essendo in realtà il gazzettino di famiglia del superducetto di Arcore, proprietario suo fratello minore Paolo, al suo servizio con servi ad personam travestiti da giornalisti) hanno assalito chi si è permesso di criticare, garbatamente e civilmente, le incredibili esternazioni papaline! Il papa sarà pure infallibile: l’ha stabilito lui stesso col dogma dell’infallibilità ex cathedra e questo vale per i cattolici, quando vale l’ex cathedra e non era il caso di Pompei. Resta il fatto che i non cattolici, maggioranza assoluta in Italia e nel mondo, i diversamente credenti, gli atei non possono, non debbono e non vogliono riconoscergli questa se-dicente infallibilità: le opinioni del papa valgono quanto quelle di qualsiasi altro uomo sulla terra e, come le opinioni di tutti e di ciascuno, sono assolutamente discutibili, censurabili, rigettabili, criticabili, condannabili e confutabili. Se il papa ha il diritto per definizione di essere clericale e di propagandare il suo clericalismo, gli anticlericali hanno evidentemente il potere sovrano di affermare e professare il proprio anticlericalismo, speculare e simmetrico al clericalismo papalino-zuavo-pontificio-Hitler Jugend. O no? Il Vaticano cercando di giustificarlo di fronte alle giuste reazioni di chi ha sottolineato la scelta papalina di combattere il male dell’anticlericalismo senza fare cenno a quello assassino della camorra, ha difeso il suo capo autocratico affermando che l’ha fatto per non mettere in imbarazzo i cittadini onesti della Campania. No comment!
lunedì 20 ottobre 2008
Ho visto l'Esercito nelle strade...
Dopo mesi di grancassa pubblicitaria (ma cosa c’è da vantarsi?) e di fanfare salmodianti, anche io finalmente oggi, 14 ottobre 2008, ho visto con i miei occhi , per la prima volta, una pattuglia mista formata da un soldato e da un carabiniere, in servizio alla stazione di Ponte Mammolo, linea B della metro romana. Il mio pensiero è corso immediatamente alla lontana estate del 1981 quando, viaggiando in Sud America, capitai a Buenos Aires. Una notte, rientrando in albergo dopo una lunga giornata di girovagazioni alla scoperta della città, il bus urbano con cui mi muovevo fu fermato, nel pieno centro di una grande capitale, già allora cosmopolita e multietnica, ricca di vita e scintillante di luci e attività. Soldati armati, in assetto di combattimento, con il dito pronto sul grilletto dei loro mitra molto poco rassicuranti, bloccarono l’autobus, ci fecero scendere, appoggiare le braccia su una fiancata e cominciarono una perquisizione prepotente e manesca, alla ricerca di armi e “terroristi”. Così il generale Videla (a capo della giunta militare che da anni terrorizzava l’Argentina dopo il golpe cruento del 1978 in cui i desaparecidos si contarono a decine di migliaia) definiva i suoi oppositori politici. Tutto si svolse in un silenzio di tomba ed era chiaro a tutti che, se un soldato avesse, magari per sbaglio, schiacciato il grilletto e ammazzato uno di noi, innocenti passeggeri, nessuno avrebbe trovato niente da ridire. Tutti capivamo che il vero motivo di quella esibizione di forza bruta e muscolare, non era tanto e soltanto la ricerca di “terroristi”, ma anche e soprattutto la violenta, sopraffattrice e prepotente volontà di affermare il principio della propria forza, alla quale nessuno si poteva e si doveva ribellare, pena la morte.
Non intendo minimamente equiparare i nostri soldati (che spero siano validi professionisti e cittadini preparati e informati) alla soldataglia ignorante, ottusa, abbrutita e malleabile, facile e utile strumento nelle mani dei loro generali, feroci e bestiali macellai del loro popolo. Il boia Pinochet operava negli stessi anni in Cile, dall’altra parte del confine andino e massacrava il suo popolo con la stessa ferocia, usando le stesse tecniche di bassa macelleria, indegna di paesi civili. Comunque questi terribili ricordi mi sono tornati improvvisamente al cervello e violentemente nel cuore, incrociando ieri sera militari armati, intenti a pattugliare le strade di Roma capitale. I coglioni che hanno votato B. lo trovano normale e anzi ne menano vanto a onore del loro padrone e signore. Io no…
Non intendo minimamente equiparare i nostri soldati (che spero siano validi professionisti e cittadini preparati e informati) alla soldataglia ignorante, ottusa, abbrutita e malleabile, facile e utile strumento nelle mani dei loro generali, feroci e bestiali macellai del loro popolo. Il boia Pinochet operava negli stessi anni in Cile, dall’altra parte del confine andino e massacrava il suo popolo con la stessa ferocia, usando le stesse tecniche di bassa macelleria, indegna di paesi civili. Comunque questi terribili ricordi mi sono tornati improvvisamente al cervello e violentemente nel cuore, incrociando ieri sera militari armati, intenti a pattugliare le strade di Roma capitale. I coglioni che hanno votato B. lo trovano normale e anzi ne menano vanto a onore del loro padrone e signore. Io no…
"Non è il mio capo dello stato"
Così la ministra Mara Carfagna ad personam delle pari opportunità (di chi?) affermò apodittica e autoreferenziale dopo l’elezione di Napolitano alla presidenza della repubblica. Fin qui niente di male: anche io ho rimesso le mie dimissioni di e da cittadino italiano nelle mani di Napoletano (vedi prima lettera da cui questo blog prende il nome). Le mie motivazioni tuttavia sono in netto, speculare e simmetrico contrasto con quelle della Carfagna: lei da destra, io da sinistra. E anche queste posizioni antagoniste e conflittali, rientrano nella normalità del libero gioco dei comportamenti democratici dei cittadini, finchè si esercitano nell’ambito delle regole civili di uno stato di diritto. Però…
Intanto vorrei sapere se la cittadina Mara Carfagna ritiene ancora oggi, divenuta ministro, di poter affermare che Napolitano “non è il suo capo dello stato”. E’ chiaro a tutti che un ministro in carica non può delegittimare il proprio presidente di fronte al quale ha giurato fedeltà alla medesima repubblica italiana di cui rappresenta (per tutti in pari opportunità?) la parte governativa: attendo che l’affermazione venga rinnegata formalmente e ufficialmente per la contraddizione cornuta che non lo consente. La ministra più bella del mondo (Bild Zeitung) protetta di e da B. fu lanciata dal padrone Mediaraiset dopo averla avuta come commensale alla cena dei Telegatti nel gennaio 2006. Il mago di Arcore l’ha fatta fuori-uscire dal calendario osè di Max, forme prosperose al vento, per farla approdare al ministero delle pari opportunità (di chi? con chi? perché?) Un unicum nella storia repubblicana.
“L’impegno politico femminile a destra è pragmatismo libero dall’ideologia. Poco fumo, molto arrosto”. Fedele a questa sua esplicita convinzione, Mara Carfagna ha abbandonato virtualmente l’icona venerata dai camionisti e incarnata nelle loro cabine di guida, per abbracciare appassionatamente il ministero della politica, a danno…delle povere donne disgraziate già condannate a battere il marciapiede, che adesso fa anche multare, così imparano a fare le mignotte! Naturalmente se le famiglie non arrivano più alla fine del mese “è colpa di Prodi, dell’euro, di chi senno?” Insomma attendiamo alla prova di ministra la cittadina Mara Carfagna, che finora ha dato ottimo esempio come velina dei camionisti e per questo sicuramente si farà anche molto onore come ministra. Ad astra per aspera…(La Repubblica, 13/10/08, pag 13)
Intanto vorrei sapere se la cittadina Mara Carfagna ritiene ancora oggi, divenuta ministro, di poter affermare che Napolitano “non è il suo capo dello stato”. E’ chiaro a tutti che un ministro in carica non può delegittimare il proprio presidente di fronte al quale ha giurato fedeltà alla medesima repubblica italiana di cui rappresenta (per tutti in pari opportunità?) la parte governativa: attendo che l’affermazione venga rinnegata formalmente e ufficialmente per la contraddizione cornuta che non lo consente. La ministra più bella del mondo (Bild Zeitung) protetta di e da B. fu lanciata dal padrone Mediaraiset dopo averla avuta come commensale alla cena dei Telegatti nel gennaio 2006. Il mago di Arcore l’ha fatta fuori-uscire dal calendario osè di Max, forme prosperose al vento, per farla approdare al ministero delle pari opportunità (di chi? con chi? perché?) Un unicum nella storia repubblicana.
“L’impegno politico femminile a destra è pragmatismo libero dall’ideologia. Poco fumo, molto arrosto”. Fedele a questa sua esplicita convinzione, Mara Carfagna ha abbandonato virtualmente l’icona venerata dai camionisti e incarnata nelle loro cabine di guida, per abbracciare appassionatamente il ministero della politica, a danno…delle povere donne disgraziate già condannate a battere il marciapiede, che adesso fa anche multare, così imparano a fare le mignotte! Naturalmente se le famiglie non arrivano più alla fine del mese “è colpa di Prodi, dell’euro, di chi senno?” Insomma attendiamo alla prova di ministra la cittadina Mara Carfagna, che finora ha dato ottimo esempio come velina dei camionisti e per questo sicuramente si farà anche molto onore come ministra. Ad astra per aspera…(La Repubblica, 13/10/08, pag 13)
La vita umana
La chiesa cattolica, apostolica, ecumenica, romana è un’istituzione assolutamente inaffidabile e pervicacemente contraddittoria. Oggi 14 ottobre i vescovi – cittadini italiani – della C.E.I. (Conferenza episcopale italiana) ulteriormente e apoditticamente ci confermano il loro dogma :” La vita umana è un bene inviolabile e indisponibile”. Allora perché, finchè hanno potuto, hanno continuato ad assassinare buoni cristiani come Giovanna D’Arco (oggi santificata dalla stessa chiesa che la mandò al rogo come strega eretica), come il frate Giordano Bruno, il frate Gerolamo savonarola, frà Dolcino e milioni di cristiani, definiti eretici e mandati al macello nei modi più ignobili e strazianti? Perché, ancora oggi, cappellani militari pretendono lo stipendio da uno stato (che dovrebbe essere laico e di diritto per definizione) che li paga per benedire soldati che vanno ad ammazzare altri esseri umani, creature di dio “…la cui vita…è un bene inviolabile e indisponibile…”? Attendo spiegazioni che purtroppo non verranno. Intanto la chiesa cattolica apostolica ecumenica romana, utilizzando ignobilmente il principio dell’inviolabilità e indisponibilità della vita umana , si appropria di essa, impedendo ai suoi legittimi proprietari di esercitare i diritti conseguenti.
E’ vero, la vita umana è un bene inviolabile e indisponibile: ma da chi e per chi? E’ inviolabile da tutti, ad eccezione dell’unica persona autorizzata a decidere della propria esistenza e cioè ognuno di noi per se stesso, in scienza e coscienza dei propri diritti e dei propri doveri. E’ indisponibile a tutti, ad eccezione dell’unico che può disporne a piacimento e cioè ognuno di noi per se stesso. “Il diritto alla disponibilità del proprio corpo” è stato teorizzato da Costantino Mortati fin dal 1961! E il diritto al rifiuto di cure ormai largamente e ripetutamente esercitato dimostra – contrariamente alle plateali bugie della chiesa – che il bene della vita è disponibilissimo e nella piena disponibilità di ogni persona adulta e consapevole. Nessuno può imporre la prigionia della sofferenza, nemmeno dio, se esistesse. (Il dolore e la Politica, Boraschi/Mannoni)
Se i cattolici apostolici ecumenici romani intendono rinunciare al proprio diritto di vivere e/o morie, conferendolo a preti, vescovi, cardinali e papi che possono esercitarlo a loro danno secondo la propria volontà spacciata per quella di dio, non si comprende perché questo comportamento autocratico, dogmatico, antidemocratico, retrogrado, reazionario, oscurantista, antipedagogico debba essere imposto anche a chi non ha mai ri-conosciuto alla chiesa alcun diritto di intromissione nella sfera più intima e privata della propria vita e della propria esistenza. Il peggio del peggio del Medio Evo (oscurantismo, superstizione, ignoranza e negazione di ogni forma di libera espressione del pensiero) sta ri-nascendo rigoglioso e vergognoso, ri-proposto da un papa tedesco, forte dell’esperienza da Hitler Jugend vissuta nella sua giovane età!
Insomma la vita è un dono di dio e quindi solo lui può togliercela: così insegna e impone la chiesa cattolica a, in e nel nome e per conto del suo dio generoso e misericordioso. Quando però la nostra esistenza diventa un calvario a senso unico di atroci sofferenze, di ineliminabili dolori, di attesa angosciosa della morte a senso unico, la chiesa insiste nel confermarci che la nostra vita è indisponibile a noi stessi. Tutti hanno diritto di disporne a piacimento, meno che gli unici autentici genuini veraci titolari e cioè soltanto noi stessi, ognuno per sé medesimo. Allora perché la chiesa insiste nel pretendere di far decidere tutti meno che il sottoscritto, in merito alla cessazione della propria esistenza, qualora mi fossi convinto che non valga proprio più assolutamente la pena di viverla e di essere vissuta? E allora forza a battere la grancassa del dio che te l’ha data e che solo lui può togliertela (ma a me che sono ateo e quindi non riconosco nemmeno l’esistenza di un dio, chi può convincermi e/o costringermi)? E preti, suore, vescovi, cardinali e papi che pretendono di decidere per te in nome del loro dio inesistente sparano le cannonate che ritengono necessarie. Alla fine il cardinale Dionigi Tettamanzi, convinto pure lui di non potere per questa via convincere nessuno afferma :” Lasciamo che siano i medici a decidere”. Insomma, tutti hanno il diritto di decidere della mia vita sulla mia pelle, meno il sottoscritto che, invece, a mio insindacabile giudizio e indiscutibile parere, è l’unico a possedere i titoli legali, morali, giuridici, sociali e civili adeguati all’enormità della scelta di assoluta libertà e di totale civiltà. Deve cessare l’ignobile pretesa di appropriarsi della vita altrui con la violenza dell’ideologia dogmatica, fosse pure spacciata per religione, e della prepotenza fisica dell’imposizione di cure non richieste e rifiutate. Il cittadino adulto e vaccinato o chi, a suo nome e per suo conto, ne fa le veci ha il sacrosanto diritto di decidere personalmente, lui stesso e soltanto lui (e/o chi da lui designato) di vivere e/o morire. Si ritirino i preti nelle loro chiese, si autoeliminino i medici con l’impotenza delle loro ipocrite e servili obiezioni di coscienza e non pretendano di imporre a nessuno i dettami della loro religione privata, che vale solo per chi ci crede e la professa e non può né deve essere usata come una clava preistorica per negare ai nemici il diritto alla propria vita e alla propria morte.
Se un dio c’è, o è maligno o è impotente. Di fronte al Male del dolore e dell’atrocità della sofferenza degli innocenti nel mondo, un dio buono e onnipotente sarebbe intervenuto a priori. Se ancora non l’ha fatto, forse è buono, ma non è onnipotente. Se fosse invece onnipotente, per ciò stesso si manifesterebbe come un dio cattivo o addirittura maligno e perfido: nella migliore delle ipotesi, del tutto indifferente alle sofferenze umane, visto che, pur potendole evitare, non lo fa! E di un dio maligno e impotente non sappiamo proprio cosa farcene: lo ami perciò chi può e vuole, travolto dal suo delirio psicopatologico di sadomasochismo disumano e bestiale. Così vuole dio e così sia.
Proprio oggi 16 ottobre infine il papa afferma anche che:” La scienza moderna a volte segue solo il facile guadagno e tenta di sostituirsi al Creatore con arroganza, senza essere in grado di elaborare principi etici, mettendo in grave pericolo la stessa umanità”. “Il papa prima di parlare dovrebbe pensarci due volte” gli risponde di rimando la grande astronoma Margherita Hack. E anche Carlo Bernardini, fisico alla Sapienza, ribatte:” Il papa che incassa l’8 per mille non può parlare di soldi a noi, che in questi giorni lottiamo per non fare annegare l’università…Le affermazioni del papa rasentano l’incredibile…”. Mi limito a non aggiungere altro perché l’enormità delle dichiarazioni papaline si condanna da sola (e/o almeno voglio sperarlo).
E’ vero, la vita umana è un bene inviolabile e indisponibile: ma da chi e per chi? E’ inviolabile da tutti, ad eccezione dell’unica persona autorizzata a decidere della propria esistenza e cioè ognuno di noi per se stesso, in scienza e coscienza dei propri diritti e dei propri doveri. E’ indisponibile a tutti, ad eccezione dell’unico che può disporne a piacimento e cioè ognuno di noi per se stesso. “Il diritto alla disponibilità del proprio corpo” è stato teorizzato da Costantino Mortati fin dal 1961! E il diritto al rifiuto di cure ormai largamente e ripetutamente esercitato dimostra – contrariamente alle plateali bugie della chiesa – che il bene della vita è disponibilissimo e nella piena disponibilità di ogni persona adulta e consapevole. Nessuno può imporre la prigionia della sofferenza, nemmeno dio, se esistesse. (Il dolore e la Politica, Boraschi/Mannoni)
Se i cattolici apostolici ecumenici romani intendono rinunciare al proprio diritto di vivere e/o morie, conferendolo a preti, vescovi, cardinali e papi che possono esercitarlo a loro danno secondo la propria volontà spacciata per quella di dio, non si comprende perché questo comportamento autocratico, dogmatico, antidemocratico, retrogrado, reazionario, oscurantista, antipedagogico debba essere imposto anche a chi non ha mai ri-conosciuto alla chiesa alcun diritto di intromissione nella sfera più intima e privata della propria vita e della propria esistenza. Il peggio del peggio del Medio Evo (oscurantismo, superstizione, ignoranza e negazione di ogni forma di libera espressione del pensiero) sta ri-nascendo rigoglioso e vergognoso, ri-proposto da un papa tedesco, forte dell’esperienza da Hitler Jugend vissuta nella sua giovane età!
Insomma la vita è un dono di dio e quindi solo lui può togliercela: così insegna e impone la chiesa cattolica a, in e nel nome e per conto del suo dio generoso e misericordioso. Quando però la nostra esistenza diventa un calvario a senso unico di atroci sofferenze, di ineliminabili dolori, di attesa angosciosa della morte a senso unico, la chiesa insiste nel confermarci che la nostra vita è indisponibile a noi stessi. Tutti hanno diritto di disporne a piacimento, meno che gli unici autentici genuini veraci titolari e cioè soltanto noi stessi, ognuno per sé medesimo. Allora perché la chiesa insiste nel pretendere di far decidere tutti meno che il sottoscritto, in merito alla cessazione della propria esistenza, qualora mi fossi convinto che non valga proprio più assolutamente la pena di viverla e di essere vissuta? E allora forza a battere la grancassa del dio che te l’ha data e che solo lui può togliertela (ma a me che sono ateo e quindi non riconosco nemmeno l’esistenza di un dio, chi può convincermi e/o costringermi)? E preti, suore, vescovi, cardinali e papi che pretendono di decidere per te in nome del loro dio inesistente sparano le cannonate che ritengono necessarie. Alla fine il cardinale Dionigi Tettamanzi, convinto pure lui di non potere per questa via convincere nessuno afferma :” Lasciamo che siano i medici a decidere”. Insomma, tutti hanno il diritto di decidere della mia vita sulla mia pelle, meno il sottoscritto che, invece, a mio insindacabile giudizio e indiscutibile parere, è l’unico a possedere i titoli legali, morali, giuridici, sociali e civili adeguati all’enormità della scelta di assoluta libertà e di totale civiltà. Deve cessare l’ignobile pretesa di appropriarsi della vita altrui con la violenza dell’ideologia dogmatica, fosse pure spacciata per religione, e della prepotenza fisica dell’imposizione di cure non richieste e rifiutate. Il cittadino adulto e vaccinato o chi, a suo nome e per suo conto, ne fa le veci ha il sacrosanto diritto di decidere personalmente, lui stesso e soltanto lui (e/o chi da lui designato) di vivere e/o morire. Si ritirino i preti nelle loro chiese, si autoeliminino i medici con l’impotenza delle loro ipocrite e servili obiezioni di coscienza e non pretendano di imporre a nessuno i dettami della loro religione privata, che vale solo per chi ci crede e la professa e non può né deve essere usata come una clava preistorica per negare ai nemici il diritto alla propria vita e alla propria morte.
Se un dio c’è, o è maligno o è impotente. Di fronte al Male del dolore e dell’atrocità della sofferenza degli innocenti nel mondo, un dio buono e onnipotente sarebbe intervenuto a priori. Se ancora non l’ha fatto, forse è buono, ma non è onnipotente. Se fosse invece onnipotente, per ciò stesso si manifesterebbe come un dio cattivo o addirittura maligno e perfido: nella migliore delle ipotesi, del tutto indifferente alle sofferenze umane, visto che, pur potendole evitare, non lo fa! E di un dio maligno e impotente non sappiamo proprio cosa farcene: lo ami perciò chi può e vuole, travolto dal suo delirio psicopatologico di sadomasochismo disumano e bestiale. Così vuole dio e così sia.
Proprio oggi 16 ottobre infine il papa afferma anche che:” La scienza moderna a volte segue solo il facile guadagno e tenta di sostituirsi al Creatore con arroganza, senza essere in grado di elaborare principi etici, mettendo in grave pericolo la stessa umanità”. “Il papa prima di parlare dovrebbe pensarci due volte” gli risponde di rimando la grande astronoma Margherita Hack. E anche Carlo Bernardini, fisico alla Sapienza, ribatte:” Il papa che incassa l’8 per mille non può parlare di soldi a noi, che in questi giorni lottiamo per non fare annegare l’università…Le affermazioni del papa rasentano l’incredibile…”. Mi limito a non aggiungere altro perché l’enormità delle dichiarazioni papaline si condanna da sola (e/o almeno voglio sperarlo).
Fiducia nelle banche?
Da giorni, in relazione al megacrollo mondiale delle borse, stampa e televisione (dei padroni?) ci bombardano per informarci che le banche non nutrono fiducia…nelle banche! Queste cioè non si fidano…di se stesse, come se ognuna fosse convinta che ogni altra possa fregarla alla prima occasione utile e per questo hanno bloccato i prestiti interbancari, “costringendo” i governi (dei Padroni?) a prestare loro…i nostri soldi! Siamo arrivati all’ignobile (s)punto paradossale che i cittadini, già defraudati dalle banche dei loro soffertissimi risparmi fagocitati nei vari crak tipo Parmalat, Cirio, Bond Argentini e quant’altro, ora debbano anche sovvenzionare, coi pochi spiccioli rimasti nelle loro tasche, le stesse banche per evitare che tracollino. Dopo il danno della truffa, anche le beffe dell’esproprio forzato attuato da un governo il cui capo è padrone di una banca (Mediolanum) e padre di una figliola, Marina, vicepresidente di Mediobanca, organo di controllo (?) delle banche, presieduta da Geronzi, già condannato con sentenza di primo grado per gravissimi reati bancari e in attesa di ulteriori processi! Nonostante ciò, governo, padroni, stampa, televisioni, banche (che trovano un’iperbolica, surreale, paradossale, incredibile, ineffabile coincidenza fisica nel corpo del Megakalotricofiloblefaroplasticato) intendono convincerci ad avere fiducia…nelle loro banche! Inconcepibile! Inaccettabile! Solo i coglioni che hanno votato il superducetto mago di Arcore, possono non cogliere l’insostenibilità dell’inaccettabile e inammissibile pretesa del Grande Rassicuratore, Imperatore dei Piazzisti, Novello Uomo della Provvidenza di e da Arcore! Alleluia! Diuo è grande, ma Qualcuno ancora di più!
Cervello bruciato dalla droga e dalle bugie
“Che nel nostro paese ci siano genitori così sconsiderati da portare in piazza bambini di pochi anni la dice lunga sulla natura criminogena della sinistra. I figli vengono intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie”. Questa la farneticante, provocatoria, disarmante, strabiliante, prevaricante, incredibile, ignobile, arrogante, irritante, offensiva, indisponente, urtante dichiarazione esternata all’ANSA il 18 ottobre dall’insigne statista onorevole pidiellino, passato alla storia come legge Gasparri omonima ad personam del duce di Arcore a favore delle sue televisioni e a discapito delle altre, a cominciare dalla RAI.
Proviamo a immaginare la violenta e viscerale rerazione del deputato se avesse intercettato la sua stessa dichiarazione, così espressa da un suo collega d’opposizione:” Che nel nostro paese ci siano genitori così sconsiderati da portare in piazza bambini di pochi anni, la dice lunga sulla natura criminogena della destra. I figli vengono intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie”. Eppure questo (portare in piazza bambini di pochi anni) è quello che ha fatto e fa normalmente il suo padrone blefaroplasticato kalotricofilo quando si fa immortalare in pubblico coi suoi nipotini portandoli per mano sulla piazza mediatica, allo scopo di santificare le sue famiglie (è un supercattolico, per questo ne ha addirittura due, almeno ufficialmente).
L’apologia indiscussa e indiscutibile del “caro leader” factotum di Arcore, fa scrivere al Financial Times che Silvio riceve dai media italiani “un’adulazione vicina ai livelli nordcoreani”: non è propriamente un complimento l’equiparazione dei cari leader secondo la terminologia nordcoreana. Che “il governo invade i media” se ne è accorto anche il buon Veltroni, distruttore scientifico specializzato in demolizioni di opposizioni: giusto oggi 19 ottobre ha dichiarato terminata quella col battagliero Di Pietro, accollandogliene per altro tutte le responsabilità. Meglio male accompagnati che soli, ma il leader dell’opposizione fraterna, dialogante e perdente preferisce diversamente. Che dio, qualora esistesse, gliela mandi buona! L’Agcom intanto conferma:” Squilibrio indecente, la TV è schierata come non mai e per questo il consenso dell’esecutivo è così alto”. La vittoria del mago di Arcore è stata la conseguenza dei brogli televisivi elettorali, attuati da chi, già proprietario di tre reti televisive sulle sei dell’ignobile oligopolio italiano, controllava e controlla, di fatto, attraverso la schiera sterminata di servi e veline che gli ubbidisce a 90°, anche le tre reti RAI. Aggiungiamo allo strapotere telemediocratico del superducetto di Arcore anche il potere della sua stampa servile come Il Giornale (del fratello, si fa per dire), de Il Foglio (della moglie, si fa per dire), di Panorama, delle sue banche, delle sue assicurazioni, della sua squadra di calcio del Milan e via elencando. Questo spaventoso, orrido, incivile, eccessivo, smodato, megagalattico, esagerato, sproporzionato, plateale, omerico, barbaro, selvaggio, arretrato, primitivo conflitto di interessi (ormai interessi senza più conflitto) lascia indifferenti i coglioni che lo hanno votato e quindi…il regime può rafforzarsi giorno dopo giorno, ogni giorno di più. Contro il regime per la libertà (così tuonava l’anno passato l’attuale maggioranza quando scendeva in piazza come opposizione all’attuale minoranza): e così sia!
Proviamo a immaginare la violenta e viscerale rerazione del deputato se avesse intercettato la sua stessa dichiarazione, così espressa da un suo collega d’opposizione:” Che nel nostro paese ci siano genitori così sconsiderati da portare in piazza bambini di pochi anni, la dice lunga sulla natura criminogena della destra. I figli vengono intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie”. Eppure questo (portare in piazza bambini di pochi anni) è quello che ha fatto e fa normalmente il suo padrone blefaroplasticato kalotricofilo quando si fa immortalare in pubblico coi suoi nipotini portandoli per mano sulla piazza mediatica, allo scopo di santificare le sue famiglie (è un supercattolico, per questo ne ha addirittura due, almeno ufficialmente).
L’apologia indiscussa e indiscutibile del “caro leader” factotum di Arcore, fa scrivere al Financial Times che Silvio riceve dai media italiani “un’adulazione vicina ai livelli nordcoreani”: non è propriamente un complimento l’equiparazione dei cari leader secondo la terminologia nordcoreana. Che “il governo invade i media” se ne è accorto anche il buon Veltroni, distruttore scientifico specializzato in demolizioni di opposizioni: giusto oggi 19 ottobre ha dichiarato terminata quella col battagliero Di Pietro, accollandogliene per altro tutte le responsabilità. Meglio male accompagnati che soli, ma il leader dell’opposizione fraterna, dialogante e perdente preferisce diversamente. Che dio, qualora esistesse, gliela mandi buona! L’Agcom intanto conferma:” Squilibrio indecente, la TV è schierata come non mai e per questo il consenso dell’esecutivo è così alto”. La vittoria del mago di Arcore è stata la conseguenza dei brogli televisivi elettorali, attuati da chi, già proprietario di tre reti televisive sulle sei dell’ignobile oligopolio italiano, controllava e controlla, di fatto, attraverso la schiera sterminata di servi e veline che gli ubbidisce a 90°, anche le tre reti RAI. Aggiungiamo allo strapotere telemediocratico del superducetto di Arcore anche il potere della sua stampa servile come Il Giornale (del fratello, si fa per dire), de Il Foglio (della moglie, si fa per dire), di Panorama, delle sue banche, delle sue assicurazioni, della sua squadra di calcio del Milan e via elencando. Questo spaventoso, orrido, incivile, eccessivo, smodato, megagalattico, esagerato, sproporzionato, plateale, omerico, barbaro, selvaggio, arretrato, primitivo conflitto di interessi (ormai interessi senza più conflitto) lascia indifferenti i coglioni che lo hanno votato e quindi…il regime può rafforzarsi giorno dopo giorno, ogni giorno di più. Contro il regime per la libertà (così tuonava l’anno passato l’attuale maggioranza quando scendeva in piazza come opposizione all’attuale minoranza): e così sia!
martedì 7 ottobre 2008
Etica e finanza
“Dobbiamo riportare l’etica nel campo della finanza” così si affanna a predicare – Cicero pro domo sua – il capo del governo dei coglioni che l’hanno votato. Sbalorditiva e raccapricciante affermazione sulla bocca di chi non ha mai chiarito da quale pulpito (dell’origine delle sue megaricchezze mai spiegata) viene l’incredibile predica (della moralizzazione della finanza). Bugia provocatoria perché proprio in questi giorni il Megakalotricofiloblefaroplasticato – per altro in combutta con altri capi di governo, anche europei – sta affermando il principio che sono proprio i poveri piccoli risparmiatori, già defraudati e spossessati dalle banche dei propri averi, a doverle risarcire e non il contrario! Aggiungiamo anche l’impressione nefasta derivante dal ciclopico conflitto di interessi che marchia indelebilmente l’operato del mago di Arcore, Robin Hood rovesciato: mentre proclama, da capo del governo, di “dover riportare l’etica nel campo della finanza”, regalando i nostri sudati risparmi di contribuenti che pagano le tasse alle associazioni filantropiche meglio note come banche, è proprietario di banche e padre di Marina, figliola com-padrona di Mediobanca che controlla le banche! No comment! Naturalmente la censura della telemediocrazia del signor Mediaraiset impedisce omertosamente la circolazione di ogni informazione al riguardo. L’ex-piduista può dormire sonni tranquilli (se ci riesce). Noi meno.
Il papa fa il suo mestiere?
Nell’omelia del 5 ottobre 2008 il pontefice Joseph Ratzinger, già membro, in gioventù, della Hitler Jugend ha affermato che “…senza Dio la società è più divisa e confusa…(e che)…la solidità non sta nei soldi, ma solo nella parola di Dio…” Non so se il massimo rappresentante della chiesa cattolica apostolica ecumenica romana, nonché vescovo di Roma, nonché capo autocratico dello Stato della Città del Vaticano parlasse soltanto del suo dio cristiano oppure anche degli dei delle altre religioni, monoteiste e non. Resta il fatto che l’uomo non s’è mai combattuto più ignobilmente e atrocemente se non quando ha scatenato guerre ed eccidi in nome di dei diversi o addirittura in nome e per conto di interpretazioni differenti della stessa religione cristiana. Ricordate quando gli uomini, buoni cristiani, si sbudellavano dividendosi fra seguaci della consustanziazione e difensori della transustanziazione? Cattolici e protestanti, fin dalla loro nascita nel 1500, ritenevano giusto e doveroso massacrasi e macellarsi come gli animali e peggio delle bestie per affermare la Verità dell’ostia consacrata che si trasforma in vero corpo di Cristo piuttosto che mantenere anche la sostanza farinacea di cui materialmente (e secondo me unicamente) è costituita. Il dio che rende unita e non confusa la società è lo stesso che guidava le mani dei boia della Santa Inquisizione che torturavano le cosiddette presunte streghe e i così definiti eretici come il frate Giordano Bruno bruciato vivo nel mercato di Campo de’ Fiori a Roma il 17 febbraio 1600. Non contenta la chiesa cattolica in tempi più recenti, è arrivata anche a ri-chiedere la rimozione della sua statua che per fortuna fu negata dal duce del fascismo ai tempi dell’ignobile Concordato fra monarchia fascista e autocrazia clericale vaticana! Il papa si faccia raccontare quanto dio unisca società divise e confuse come quelle ebraiche e palestinesi e/o quelle di Osama Bin Laden e di Bush, tanto per rimanere legati alla realtà più immediata e drammatica! Rivendico perciò il diritto sacrosanto di rovesciare l’assunto inaccettabile e provocatorio del papa, eliminando l’unico Dio e/o gli innumerevoli dei che la immaginifica mente umana ha saputo pro-creare nell’arco ormai lungo della sua storia plurimillenaria. Potrebbe essere una buona valida premessa per costruire società meno divise e meno confuse, dove solo il principio di laicità dello stato e degli individui può garantire a tutti le medesime libertà di culto e di espressione del pensiero.
Oggi in Italia siamo ben lontani da questo necessario modello di comportamento: il baricentro di ogni possibile discussione su ogni tematica possibile viene pervicacemente e prepotentemente spostato sulle posizioni dell’etica e della bioetica vaticana! Il papa, il segretario di stato vaticano Bertone, la CEI attraverso il cardinale Bagnasco e monsignor Betori, vescovi, preti, suore, politici servili, ottusi ed ipocriti come quelli divorziati che si inchinano a baciare mano e pantofola papaline, ci trattano come pecore soltanto usufruttuarie della nostra esistenza di cui il vero e unico proprietario autorizzato resta il dio delle loro personali credenze. “Un sistema di governo in cui le decisioni legislative siano la traduzione immediata e diretta di precetti e norme derivanti da una fede sarebbe inevitabilmente violenza nei confronti del non credente” e/o diversamente credente. (Gustavo Zagrebelski, Presidente Emerito della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana).
Oggi il papa, a parole, fa finta di disdegnare così sprezzantemente i quattrini, mentre incassa ogni anno, oltre le mille altre laute prebende benignamente e servilmente concesse dalla Repubblica Italiana, anche l’ignobile esoso balzello dell’otto per mille del prelievo fiscale di tutti i cittadini che pagano le tasse, a prescindere dall’apposizione della loro firma o meno sulla dichiarazione fiscale. Nei forzieri dello IOR, l’oscura banca vaticana tetragona a ogni controllo, (anche della magistratura che indagava sulle malefatte di monsignor Marcinkus ben protetto dal santo padre Giovanni Paolo II), sono depositate conchiglie e perline colorate? “Non è possibile servire nello stesso momento sia Dio che Mammona che produce ingiustizia” (Vangelo di Matteo e di Luca). “Rendete a Cesare quello che è di cesare e a Dio quello che è di Dio” (vangelo di Matteo). “Più facile che un cammello passi nella cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno di Dio” (vangelo di Matteo). Insomma il papa, invece di parlare retoricamente a vuoto e di disprezzare ipocritamente il denaro che utilizza, non fosse altro che per farne opere di bene, venda le immense ricchezze della sua chiesa sfarzosa e costantiniana al miglior offerente e si sposti in Africa e/o dove altro ce ne sia urgente bisogno, con le sue suore ed i suoi preti ridotti alla povertà già predicata inutilmente dal rabbi ebraico Yeoshua, e pratichi lì le sue teorie, incarnandole con le sue prediche nell’amore quotidiano per il prossimo, fratello e figlio di Dio come lui. Attendo il miracolo, nel quale per altro non credo.
Oggi in Italia siamo ben lontani da questo necessario modello di comportamento: il baricentro di ogni possibile discussione su ogni tematica possibile viene pervicacemente e prepotentemente spostato sulle posizioni dell’etica e della bioetica vaticana! Il papa, il segretario di stato vaticano Bertone, la CEI attraverso il cardinale Bagnasco e monsignor Betori, vescovi, preti, suore, politici servili, ottusi ed ipocriti come quelli divorziati che si inchinano a baciare mano e pantofola papaline, ci trattano come pecore soltanto usufruttuarie della nostra esistenza di cui il vero e unico proprietario autorizzato resta il dio delle loro personali credenze. “Un sistema di governo in cui le decisioni legislative siano la traduzione immediata e diretta di precetti e norme derivanti da una fede sarebbe inevitabilmente violenza nei confronti del non credente” e/o diversamente credente. (Gustavo Zagrebelski, Presidente Emerito della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana).
Oggi il papa, a parole, fa finta di disdegnare così sprezzantemente i quattrini, mentre incassa ogni anno, oltre le mille altre laute prebende benignamente e servilmente concesse dalla Repubblica Italiana, anche l’ignobile esoso balzello dell’otto per mille del prelievo fiscale di tutti i cittadini che pagano le tasse, a prescindere dall’apposizione della loro firma o meno sulla dichiarazione fiscale. Nei forzieri dello IOR, l’oscura banca vaticana tetragona a ogni controllo, (anche della magistratura che indagava sulle malefatte di monsignor Marcinkus ben protetto dal santo padre Giovanni Paolo II), sono depositate conchiglie e perline colorate? “Non è possibile servire nello stesso momento sia Dio che Mammona che produce ingiustizia” (Vangelo di Matteo e di Luca). “Rendete a Cesare quello che è di cesare e a Dio quello che è di Dio” (vangelo di Matteo). “Più facile che un cammello passi nella cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno di Dio” (vangelo di Matteo). Insomma il papa, invece di parlare retoricamente a vuoto e di disprezzare ipocritamente il denaro che utilizza, non fosse altro che per farne opere di bene, venda le immense ricchezze della sua chiesa sfarzosa e costantiniana al miglior offerente e si sposti in Africa e/o dove altro ce ne sia urgente bisogno, con le sue suore ed i suoi preti ridotti alla povertà già predicata inutilmente dal rabbi ebraico Yeoshua, e pratichi lì le sue teorie, incarnandole con le sue prediche nell’amore quotidiano per il prossimo, fratello e figlio di Dio come lui. Attendo il miracolo, nel quale per altro non credo.
Berluskoni a 90°
Alle 11 di oggi 4 ottobre 2008, Joseph Ratzinger, ex Hitler Jugend, sale al Quirinale come papa, in visita ufficiale al presidente della repubblica Giorgio Napolitano, ex stalinista. Presenziano le più alte autorità dello stato, dagli ex presidenti, ai presidenti del parlamento, al capo del governo, a fare gli onori di casa. Il Megakalotricofiloblefaroplsticato si inchina in modo sperticato, smisurato, esagerato, enorme, eccessivo, sproporzionato, spropositato, smodato, esorbitante, ampolloso, iperbolico con servile, adulatoria, meschina, umiliante, sottomessa, timorosa, strisciante, cortigiana angolazione di baciamano, che prelude al bacio prossimo della pantofola, solo poco più vicina alla terra. Che l’inchino a 90°, eccessivo e plateale, sia anche ipocrita e di pessimo gusto, deriva dal fatto che il capo del governo pro tempore sia anche un divorziato. Come tale non ha certo ubbidito ai dettami della chiesa di cui il papa è il rappresentante massimo e indiscusso, tanto che il suo magistero è infallibile per dogma di fede. Insolubilmente contraddittorio, incoerente, insostenibile, ambiguo, incongruo è perciò inchinarsi a chi viene insieme disconosciuto nella sua autorità e autorevolezza, ancorché autocratica e autoreferenziale. Oltre che insostenibile da un punto di vista meramente logico e di coerenza razionale, l’incredibile baciamano è un’offesa ai canoni estetici di ogni forma di bellezza e piacevolezza possibili. Inchinarsi, può anche essere un’arte esteticamente pregevole, ove appresa nel tempo e perseguita con pervicacia e buona volontà, che difettano evidentemente nell’improbabile discepolo Berluskoni: in questo caso resta soltanto una schifezza dal punto di vista morale, per l’annullamento sottinteso della propria dignità umana.
In ogni modo, nutrivo già profondi e convinti motivi di rigetto nel contestare il diritto di rappresentatività di tutti i cittadini italiani che l’attuale capo di governo pro tempore pretende di possedere. Questo inchino moralmente ipocrita, esteticamente brutto, complessivamente riprovevole, mi conferma nella bontà della mia convinzione di non volere, potere e dovere essere rappresentato per nessun motivo dal mago di Arcore, presidente del consiglio dei ministri pro tempore ad suam personam. Immagino comunque che i coglioni che lo hanno votato ne siano per ciò stesso orgogliosi e convinti. Buon per loro, ma il paese così si spacca sempre di più, sotto i colpi forsennati del maglio autotelemediocratico del duce di Arcore.
In ogni modo, nutrivo già profondi e convinti motivi di rigetto nel contestare il diritto di rappresentatività di tutti i cittadini italiani che l’attuale capo di governo pro tempore pretende di possedere. Questo inchino moralmente ipocrita, esteticamente brutto, complessivamente riprovevole, mi conferma nella bontà della mia convinzione di non volere, potere e dovere essere rappresentato per nessun motivo dal mago di Arcore, presidente del consiglio dei ministri pro tempore ad suam personam. Immagino comunque che i coglioni che lo hanno votato ne siano per ciò stesso orgogliosi e convinti. Buon per loro, ma il paese così si spacca sempre di più, sotto i colpi forsennati del maglio autotelemediocratico del duce di Arcore.
venerdì 3 ottobre 2008
Domanda banale
“La domanda è banale ma è sempre la stessa ed è cruciale: poiché nessuno obbliga un eventuale “cattolico” timorato…” (Michele Serra, La Repubblica 2 ottobre 2008, pag.34) a divorziare, ad abortire, a inneggiare alla Ragione, a negare dio, a sbattezzarsi, a rifiutare cure inutili, - dolorose e contrarie alla dignità umana così come definita dal pensiero laico, illuminista, eventualmente laicista ed anticlericale - , a suicidarsi, a cambiare religione e chissà quante altre “…perché mai costui (il Cattolico Timorato) si sente istintivamente portato a impedire ad altri…” di divorziare, abortire, ecc., ecc., ecc.? Attendo risposte, semplici, chiare, esaurienti ed esaustive che non ci saranno perché i depositari della Verità del Bene, non solo non scendono a patti con chi teorizza e pratica l’Errore del Male ma tendono, con malvagia, perfida e violenta prepotenza pedagogica, a imporgli con la forza il riconoscimento del proprio Credo.
“Dove sono coinvolte questioni religiose, gli uomini si rendono colpevoli di ogni sorta di disonestà e di illecito intellettuale”. (Sigmund Freud, L’Avvenire di una Illusione).
Il cardinale Bellarmino che istruì il processo a Giordano Bruno, dal quale il frate panteista fu letteralmente incenerito, afferma con assoluta apodittica autoreferenziale assiomatica dogmatica autocratica certezza :” Se anche il papa errasse comandando dei vizi e proibendo delle virtù, la Chiesa è tenuta a credere che i vizi siano buoni e le virtù cattive”. (De Romano Pontifice, IV, 2)
“Dove sono coinvolte questioni religiose, gli uomini si rendono colpevoli di ogni sorta di disonestà e di illecito intellettuale”. (Sigmund Freud, L’Avvenire di una Illusione).
Il cardinale Bellarmino che istruì il processo a Giordano Bruno, dal quale il frate panteista fu letteralmente incenerito, afferma con assoluta apodittica autoreferenziale assiomatica dogmatica autocratica certezza :” Se anche il papa errasse comandando dei vizi e proibendo delle virtù, la Chiesa è tenuta a credere che i vizi siano buoni e le virtù cattive”. (De Romano Pontifice, IV, 2)
Le bugie di B. (2)
“Ricevo da sempre insulti e aggressioni che non mi fanno né caldo, né freddo. Io non ne ho mai fatti, né a Veltroni né a nessun altro, perché ho un grande rispetto degli altri, tutti gli altri…e non ho mai rivolto in vita mia un insulto ad alcuno…(invece)…chi insulta me insulta una istituzione dello stato…” (La Repubblica, 2 ottobre 2008) Per questo fece prendere le generalità del giornalista che gli aveva gridato:” Buffone, fatti processare”, mentre faceva finta di partecipare ad un suo processo, nel senso di procedimento in cui era imputato.
Io non posseggo aziende, né un partito-azienda, né un governo ad personam, né deputati/avvocati/presidenti di commissioni giustizia che la mattina lo difendono in tribunale e il pomeriggio cambiano le leggi Cicero pro domo sua in parlamento per utilizzarle la mattina dopo in tribunale, non sono il venticinquesimo uomo più ricco del mondo e quindi non insulto pubblicamente nessuno. Qualora potessi, volessi e dovessi farlo è comunque evidente che non vorrei insultare “una istituzione dello stato”, ma proprio quella specifica persona fisica in carne ed ossa, che ricopre pro-tempore quella carica. Soltanto il mago di Arcore può ritenere lesa la sua maestà personale proprio perché la confonde con quella istituzionale, che nulla ha a che vedere, invece, con la sua persona. Il collezionista di ville che ricopre pro-tempore l’incarico di presidente del consiglio dei ministri, smetta perciò di fare confusione – voluta – fra gli insulti diretti a lui e quelli indirizzati all’istituzione che (in)degnamente ricopre, grazie ai coglioni che lo hanno votato. Noi, a sua differenza, sappiamo ancora distinguere e sappiamo bene chi eventualmente insultare e perché. Basta confondere le acque, peraltro già fin troppo torbide e intorbidite. Da chi? Perché? Apprendo dai vari TG di oggi 2 ottobre che il duce di Arcore ha affermato che lui e i suoi servi non si faranno più processare dalle trasmissioni televisive: lo credo bene! Lui è il padrone di Mediaraiset e quindi, ammesso che qualcuno l’abbia mai processato, oggi ha dato l’ordine, che verrà prontamente eseguito dai suoi servi, di non essere processato dai suoi servi che non lo hanno ovviamente mai processato, ma di processare i suoi nemici (quei pochi che sono rimasti fra giornalisti, politici e giudici che ancora riescono a mantenere la schiena dritta)
Io non posseggo aziende, né un partito-azienda, né un governo ad personam, né deputati/avvocati/presidenti di commissioni giustizia che la mattina lo difendono in tribunale e il pomeriggio cambiano le leggi Cicero pro domo sua in parlamento per utilizzarle la mattina dopo in tribunale, non sono il venticinquesimo uomo più ricco del mondo e quindi non insulto pubblicamente nessuno. Qualora potessi, volessi e dovessi farlo è comunque evidente che non vorrei insultare “una istituzione dello stato”, ma proprio quella specifica persona fisica in carne ed ossa, che ricopre pro-tempore quella carica. Soltanto il mago di Arcore può ritenere lesa la sua maestà personale proprio perché la confonde con quella istituzionale, che nulla ha a che vedere, invece, con la sua persona. Il collezionista di ville che ricopre pro-tempore l’incarico di presidente del consiglio dei ministri, smetta perciò di fare confusione – voluta – fra gli insulti diretti a lui e quelli indirizzati all’istituzione che (in)degnamente ricopre, grazie ai coglioni che lo hanno votato. Noi, a sua differenza, sappiamo ancora distinguere e sappiamo bene chi eventualmente insultare e perché. Basta confondere le acque, peraltro già fin troppo torbide e intorbidite. Da chi? Perché? Apprendo dai vari TG di oggi 2 ottobre che il duce di Arcore ha affermato che lui e i suoi servi non si faranno più processare dalle trasmissioni televisive: lo credo bene! Lui è il padrone di Mediaraiset e quindi, ammesso che qualcuno l’abbia mai processato, oggi ha dato l’ordine, che verrà prontamente eseguito dai suoi servi, di non essere processato dai suoi servi che non lo hanno ovviamente mai processato, ma di processare i suoi nemici (quei pochi che sono rimasti fra giornalisti, politici e giudici che ancora riescono a mantenere la schiena dritta)
Le bugie di B. hanno le gambe corte (quelle proprie delle sue balle)
Oggi 30 settembre 2008 le centinaia di ecoballe (non soltanto quelle di B. sul problema “risolto” dell’immondizia in Campania) stipate ad Acerra, prendono fuoco per un incendio doloso. “Rifiuti in Campania. Si estende la rivolta. Barricate a Chiaiano. No alla discarica. Il premier a Napoli”, così titolano in questi giorni i quotidiani. Ma il problema dei rifiuti non era stato trionfalmente risolto in pompa magna dal Megakalotricofiloblefaroplasticato Testa Asfaltata già da parecchio tempo? E l’esercito non garantiva validamente la sicurezza dei cittadini già dal mese di agosto, impegnato nelle strade (come avevo per altro e purtroppo già visto fare in Cile ai tempi del macellaio Pinochet e in Argentina in quelli del golpista Videla)? E allora perché il premier dei coglioni che lo hanno votato, oggi torna per l’ennesima volta a Napoli per discutere dell’immondizia? E i suoi proclami trionfanti e autoapologetici della vittoria del bene dell’ordine e della pulizia sul male del disordine e della sporcizia che fine hanno fatto? 13 sindaci irpini si incatenano davanti Palazzo Chigi: sono evidentemente sporchi faziosi bolscevichi che tentano di infangare l’immagine del mago di Arcore. Stavolta il sortilegio non gli è riuscito! Nel frattempo il TG5 delle ore 13 del 29 settembre, incensa in modo spudorato, sgradevole e imbarazzante il suo padrone arcoriano, con inni salmodianti al suo 72° genetliaco! Lui, en passant, si attribuisce incredibilmente anche il merito di aver fatto liberare i 5 turisti italiani rapiti da due settimane nel deserto all’incrocio dei confini fra Egitto, Libia e Sudan! Irrilevante che si fosse mossa, in realtà, l’intera Europa, visto che nel gruppo c’erano anche 5 tedeschi e 1 rumeno, oltre accompagnatori dei 3 paesi arabi! Il Duce di Arcore irride a Veltroni vero autore della ri-soluzione, insieme a Epifani, del nodo Alitalia e si attribuisce il merito di aver affossato, 5 mesi prima, la soluzione Prodi a favore del suo amico industriale padrone di Air One, con l’aggravio del miliardo e mezzo di euro scaricati sulle spalle del popolo lavoratore che paga le tasse! Pannella intanto digiuna inutilmente contro il sordo/cieco di Arcore che impedisce da mesi la nomina del presidente della commissione di controllo sulla TV, non di suo gradimento, e quella di un giudice costituzionale mancante da più di un anno e mezzo, perché non riesce ad imporre il suo deputato, avvocato, consigliere Pecorella! Il nonno di Arcore, non contento del lodo Alfano, ministro della (in)giustizia ad personam, che lo rende immune ed impunito dai processi a suo carico, strilla la sua ira scaturita dal ricorso alla Corte Costituzionale contro l’ignobile legge di salvataggio unica al mondo nell’intero orbe terraqueo dei paesi civili, civilizzati e incivili! Lui “…risponde alla gente, non ai PM!” e sproloquia contro la Gandus, giudice del tribunale nel quale si svolgeva il suo ultimo processo, interrotto dal lodo Alfano ad personam, definendola “un mio nemico politico” (La Repubblica, pag. 12, 30/9/08) Insieme al suo ministro all’(in)giustizia, già suo segretario privato, attacca:” Questi giudici non ci fermeranno…” Nell’universo mondo non s’erano mai viste una violenza e una prepotenza simili, scagliate contro le stesse fondamenta di ogni possibile Stato di Diritto. E i coglioni che l’hanno votato stanno a guardare, compiaciuti e orgogliosi, il massacro di legalità che fa carne di porco di ogni etica e moralità.
Il primo ottobre il despota arcoriano tuona:” Non tollererò speculazioni contro le banche!” che sono per altro quelle che hanno mandato in miseria milioni di piccoli risparmiatori. In questo caso comunque possiamo credergli: il Duce di Arcore è infatti padrone di banche e la sua figliola Marina è compadrona di Mediobanca, proprietaria di banche. Il conflitto di interessi è superato: in fatti ormai non c’è più conflitto, ma soltanto interessi! Infine dobbiamo sopportare l’ultima atroce provocazione dell’autocrate di Arcore attraverso la figliola di secondo letto, padrona di “Milano Young” che, dal servile TG4 delle 19 di giovedì 2 ottobre, sproloquia di legge morale ed eticità dal palcoscenico della sua associazione alla presenza della augusta genitrice, nonché consorte del divorziato di Arcore. Non solo ci dobbiamo sorbire lo sfregio di legalità compiuto dal genitore con le legislazioni ad personam tese a bloccare giusti processi a suo carico e a sanare atroci conflitti di interessi; ora dobbiamo sopportare anche l’offesa imbarazzante della figliola che ci spiega quanto tutto ciò sia morale, eticamente valido e pedagogicamente plausibile. Da che pulpiti vengono le prediche! Barbara B. dichiara:” Mio padre mi ha insegnato l’etica”. Quale? Quella di un pregiudicato con sentenza passata in giudicato (per falsa testimonianza sulla propria tessera P2)? Quella di chi non ha mai voluto chiarire – nemmeno ai giudici dei processi in cui era plurimputato – la oscura provenienza partenogenetica dei capitali iniziali, padri e madri virginali delle ricchezze successivamente accumulate? Quella di chi non si vergogna di arricchirsi e gestire il potere politico – Cicero pro domo sua - in plateale, ignobile, immorale conflitto di interessi (ormai soltanto interessi senza più conflitto cassato da apposita legge ad personam)? Quella di chi da 15 anni (s)governa e condiziona l’Italia col partito azienda e con ministri ad personam? Quella di chi raccomanda nani, ballerine, attricette e quant’altro ai dirigenti della “concorrente” RAI, come il servile Saccà? Barbara B., consigliera di amministrazione della paterna Fininvest, la definisce orgogliosa :” …un’impresa altamente etica…”. Sperando di non incorrere in lesa maestà filiale, possiamo contestare la fortunata figliola di B. rovesciandone il giudizio? Riteniamo la Finivest bassamente etica, vuoi per l’oscurità delle sue origini, vuoi per le modalità del suo sviluppo (le mazzette plurimiliardarie elargite al latitante pluripregiudicato Craxi Benito erano etiche?), vuoi per l’amoralità e l’immoralità di un oligomonopolio come la Fininvestmediaraiset, che produce ricchezze contro la eventuale stessa “etica” di un improbabile capitalismo competitivo e meritocratico. Per favore!
Il primo ottobre il despota arcoriano tuona:” Non tollererò speculazioni contro le banche!” che sono per altro quelle che hanno mandato in miseria milioni di piccoli risparmiatori. In questo caso comunque possiamo credergli: il Duce di Arcore è infatti padrone di banche e la sua figliola Marina è compadrona di Mediobanca, proprietaria di banche. Il conflitto di interessi è superato: in fatti ormai non c’è più conflitto, ma soltanto interessi! Infine dobbiamo sopportare l’ultima atroce provocazione dell’autocrate di Arcore attraverso la figliola di secondo letto, padrona di “Milano Young” che, dal servile TG4 delle 19 di giovedì 2 ottobre, sproloquia di legge morale ed eticità dal palcoscenico della sua associazione alla presenza della augusta genitrice, nonché consorte del divorziato di Arcore. Non solo ci dobbiamo sorbire lo sfregio di legalità compiuto dal genitore con le legislazioni ad personam tese a bloccare giusti processi a suo carico e a sanare atroci conflitti di interessi; ora dobbiamo sopportare anche l’offesa imbarazzante della figliola che ci spiega quanto tutto ciò sia morale, eticamente valido e pedagogicamente plausibile. Da che pulpiti vengono le prediche! Barbara B. dichiara:” Mio padre mi ha insegnato l’etica”. Quale? Quella di un pregiudicato con sentenza passata in giudicato (per falsa testimonianza sulla propria tessera P2)? Quella di chi non ha mai voluto chiarire – nemmeno ai giudici dei processi in cui era plurimputato – la oscura provenienza partenogenetica dei capitali iniziali, padri e madri virginali delle ricchezze successivamente accumulate? Quella di chi non si vergogna di arricchirsi e gestire il potere politico – Cicero pro domo sua - in plateale, ignobile, immorale conflitto di interessi (ormai soltanto interessi senza più conflitto cassato da apposita legge ad personam)? Quella di chi da 15 anni (s)governa e condiziona l’Italia col partito azienda e con ministri ad personam? Quella di chi raccomanda nani, ballerine, attricette e quant’altro ai dirigenti della “concorrente” RAI, come il servile Saccà? Barbara B., consigliera di amministrazione della paterna Fininvest, la definisce orgogliosa :” …un’impresa altamente etica…”. Sperando di non incorrere in lesa maestà filiale, possiamo contestare la fortunata figliola di B. rovesciandone il giudizio? Riteniamo la Finivest bassamente etica, vuoi per l’oscurità delle sue origini, vuoi per le modalità del suo sviluppo (le mazzette plurimiliardarie elargite al latitante pluripregiudicato Craxi Benito erano etiche?), vuoi per l’amoralità e l’immoralità di un oligomonopolio come la Fininvestmediaraiset, che produce ricchezze contro la eventuale stessa “etica” di un improbabile capitalismo competitivo e meritocratico. Per favore!
Una sentenza che offende: chi?
In risposta a Stefania Craxi e alla sua letterina stampata su La Repubblica del 26 settembre 2008 sul tema in oggetto, lei stessa riconosce che “…c’era e c’è corruzione…”, ma continua incredibilmente e monotematicamente a parlare di “golpe mediatico-giudiziario del ‘93”. E’ comprensibile che il suo esasperato ed esagerato affetto di figlia di un latitante pluripregiudicato con sentenze passate in giudicato, impediscano alla sua capacità razionale di fotografare i fatti nella loro oggettività, il più possibile distaccata dalle (sue) opinioni.
Sulla mediaticità del presunto “golpe del ‘93” si è completamente dimenticata che già all’epoca il padrone del circo telecratico era lo stesso mago di Arcore a favore del quale lei oggi svolge funzioni di sottosegretariato ad personam, nell’inverecondo governo del Kalotricofilo Blefaroplasticato IV, non più nemmeno in conflitto di interessi, visto che ormai sono rimasti solo gli interessi, quelli di Testa Asfaltata, dopo che il suo plateale e immorale conflitto è stato…cancellato per legge ad personam!
Se i giudici di Cassazione meritino la querela per avere equiparato la Prima Repubblica all’intrallazzo, lo lascio giudicare e decidere ai giuristi competenti e non alla figlia di un latitante pluripregiudicato. Informo infine la signora Craxi Stefania che il mio giudizio sulla prima repubblica e sui suoi protagonisti, non ultimo suo padre, è sicuramente molto più drastico, duro e pesante di quello espresso dai giudici di Cassazione.
Stefania Craxi, comunque, il mio giudizio e quello degli storici e dei cittadini più obiettivi, informati e ragionevoli, non lo può sicuramente mettere in discussione: non glielo consentiremo mai! La informo anche che le sue scriteriate, insostenibili, estemporanee ed approssimative apologie di latitanti pluripregiudicati hanno stancato e meglio sarebbe per tutti se la smettesse di continuare ad offendere buon gusto, decenza, giustizia, Morale e Verità!
Sulla mediaticità del presunto “golpe del ‘93” si è completamente dimenticata che già all’epoca il padrone del circo telecratico era lo stesso mago di Arcore a favore del quale lei oggi svolge funzioni di sottosegretariato ad personam, nell’inverecondo governo del Kalotricofilo Blefaroplasticato IV, non più nemmeno in conflitto di interessi, visto che ormai sono rimasti solo gli interessi, quelli di Testa Asfaltata, dopo che il suo plateale e immorale conflitto è stato…cancellato per legge ad personam!
Se i giudici di Cassazione meritino la querela per avere equiparato la Prima Repubblica all’intrallazzo, lo lascio giudicare e decidere ai giuristi competenti e non alla figlia di un latitante pluripregiudicato. Informo infine la signora Craxi Stefania che il mio giudizio sulla prima repubblica e sui suoi protagonisti, non ultimo suo padre, è sicuramente molto più drastico, duro e pesante di quello espresso dai giudici di Cassazione.
Stefania Craxi, comunque, il mio giudizio e quello degli storici e dei cittadini più obiettivi, informati e ragionevoli, non lo può sicuramente mettere in discussione: non glielo consentiremo mai! La informo anche che le sue scriteriate, insostenibili, estemporanee ed approssimative apologie di latitanti pluripregiudicati hanno stancato e meglio sarebbe per tutti se la smettesse di continuare ad offendere buon gusto, decenza, giustizia, Morale e Verità!
Del Turco, socialista, arrestato
Ottaviano Del Turco, socialista, ex grande capo del sindacato, ex presidente della regione Abruzzo per questo finito in galera per maximazzette apripista di affari miliardari sulla e colla sanità pubblica, ha portato sfortuna alla guardia carceraria che rischia il licenziamento perché gli portava il caffè in cella. In effetti, appena scarcerato nel senso del passaggio agli arresti domiciliari dove continua a permanere (a quanto pare in una villa dotata di ogni confort possibile, anche macchinetta per il caffè espresso, quando fosse chiuso il bar all’angolo) ha dichiarato: “mi hanno trattato benissimo”. Non avevamo dubbi: sappiamo che in Italia la legge è uguale per tutti e a tutti i sessantamila carcerati italiani, da sempre, viene portato il caffè in cella, ad ogni loro richiesta! L’agente carcerario si difende, negando ogni favoritismo e sostenendo che il caffè glielo portava solo per comprensione umana! Peccato che fosse riservata soltanto ad Ottaviano, visto che la denuncia l’hanno avanzata i carcerati ai quali evidentemente non era riservato lo stesso trattamento! Berlusconi ormai fa testo: a processo ancora da iniziare, Del Turco ha affermato che ricuserà il suo giudice (il quale chiaramente nutre gravi pregiudizi nei suoi confronti) grazie ad una delle tanti leggi ad personam emanate nel suo privato interesse dal Blefaroplasticato. Berlusconi magister docet, Del Turco discepolo apprende, piglia, pesa, incarta e porta a casa. Povera Italia!
Del Turco, socialista, arrestato
Ottaviano Del Turco, socialista, ex grande capo del sindacato, ex presidente della regione Abruzzo per questo finito in galera per maximazzette apripista di affari miliardari sulla e colla sanità pubblica, ha portato sfortuna alla guardia carceraria che rischia il licenziamento perché gli portava il caffè in cella. In effetti, appena scarcerato nel senso del passaggio agli arresti domiciliari dove continua a permanere (a quanto pare in una villa dotata di ogni confort possibile, anche macchinetta per il caffè espresso, quando fosse chiuso il bar all’angolo) ha dichiarato: “mi hanno trattato benissimo”. Non avevamo dubbi: sappiamo che in Italia la legge è uguale per tutti e a tutti i sessantamila carcerati italiani, da sempre, viene portato il caffè in cella, ad ogni loro richiesta! L’agente carcerario si difende, negando ogni favoritismo e sostenendo che il caffè glielo portava solo per comprensione umana! Peccato che fosse riservata soltanto ad Ottaviano, visto che la denuncia l’hanno avanzata i carcerati ai quali evidentemente non era riservato lo stesso trattamento! Berlusconi ormai fa testo: a processo ancora da iniziare, Del Turco ha affermato che ricuserà il suo giudice (il quale chiaramente nutre gravi pregiudizi nei suoi confronti) grazie ad una delle tanti leggi ad personam emanate nel suo privato interesse dal Blefaroplasticato. Berlusconi magister docet, Del Turco discepolo apprende, piglia, pesa, incarta e porta a casa. Povera Italia!
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