13 giugno 2011. L'incubo dell'Italia, laboratorio berluskonianodi annullamento della democrazia, sta svanendo. Dopo la batosta delle amministrative di maggio, adesso la tramvata e trombata della difficilissima vittoria nei 4 referendum antigovernativi ad personam. L'Autocrate ci (ha) informa(to) che non andrà a votare e il suo malmesso sodale, padre della Trota, badante a spese del cittadino contribuente a 10.000 euro al mese, invita e ordina di NON andare a votare. Ciò nonostante il 57% della popolazione li sbugiarda e li deride e li spernacchia: feste popolari di piazza si scatenano alla notizia della vittoria ispirata, ma insperata. L'Egoarca e i suoi corifei avevano tentato di tutto per affossare il responso popolare: spostati i referendum al 12 giugno con l'esbordo di centinaia di migliaia di preziosissimi euro sperperati al vento della loro prepotenza; nessuna informazione in Mediaraiset di proprietà del capo del governo (!); inviti ad andare al mare, visto che c'era bel tempo (tutto vero); ordini di non andare a votare come facevano gli oligarchi cadenti. Non ci sono riusciti: questa volta abbiamo vinto!
E' iniziato il giro di boa, ma non sappiamo quanto (alto?) mare dobbiamo ancora navigare: i pensionati (alla fame) ricevono emolumenti sempre più ridotti, a causa delle esose rapaci vigliacche trattenute comunali, provinciali e regionali, che in cambio sopprimono servizi e aumentano ticket. I giovani erano e sono senza lavoro. La scuola affonda, gli evasori fiscali sgavazzano. Lo stato democratico di diritto soccombe e il Despota studia nuovi trappoloni ad personam per evitare i processi che lo devono (dovrebbero?) giudicare.
Nessuno ha denunciato (perchè?) tutti coloro (Berluskoni e Bossi in testa) che hanno "indotto all'astensione" così come prevede espressamente l'articolo 98 del testo unico della Legge Elettorale/Titolo VII, con pene da sei mesi a tre anni di galera! Abbiamo comunque stravinto una battaglia, visto che "le uniche battaglie perse sono quelle non combattute", come diceva qualche rivoluzionario sudamericano.
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano): oggi è anche vincente. Il popolo italiano si è rimesso in cammino: ad astra per aspera!
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