A ridosso del falso, bugiardo, prepotente, provocatorio referendum capestro imposto dalla FIAT ai suoi operai, indetto per il 13 e 14 gennaio, si sviluppano le polemiche. FIOM e COBAS, unici sindacati a ritenere illeggittimo il referendum, insistono giustamente sulla illegalità della procedura ricattatoria che costringe gli operai a votare in modo obbligato per mantenere un posto di lavoro. L'AD Marchionne (che guadagna 1037 volte di più di un suo operaio: Valletta si "contentava" di venti) minaccia e promette di spostare il lavoro in Canada, se il risultato non sarà di suo completo gradimento, ma non si preoccupa minimamente della insostenibile contraddizione per cui invece pretende il rispetto del risultato eventualmente a lui favorevole!
Il ministro ad personam Sacconi, già socialista (si fa per dire) craxiano, tifa spudoratamente per Marchionne e insieme nega di farlo, emulo e discepolo del Grande Bugiardo di cui è il Fede(le) servitore.
Qualche operaio piange davanti ai cancelli della fabbrica e allo spettacolo massacrante delle discussioni micidiali fra operai sul voto. Questa è l'Italia di berluskoni!
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