11 gennaio 2014. E' morto oggi - dopo 8 anni di stato vegetativo - il macellaio comandante responsabile del massacro di Sabra e Chatila, compiuto col suo avallo e la sua copertura a Beirut, in cui i falangisti libanesi, collaborazionisti dello stato di Israele che aveva invaso nel 1982 il loro paese, massacrarono migliaia di palestinesi rifugiati nei campi profughi di Beirut.
La Commissione israeliana istituita per definire le responsabilità dell'eccidio, presieduta dal giudice dell corte suprema Kahan, lo considerò colpevole del massacro. Nel 2002 rischiò il processo per crimini di guerra organizzato dal Tribunale Internazionale de L'Aia, ma lo evitò a causa della morte del suo accusatore Elie Hobeka, capo dei falangisti criminali di Sabra e Chatila, ammazzato da un'autobomba esplosa due giorni prima dell'inizio del processo. Naturalmente nessuno ha potuto dimostrare la responsabilità del macellaio nell'accaduto, così come a tutt'oggi non esistono prove a suo carico di aver causato la morte di Arafat ucciso col polonio.
Il sindaco di Londra Ken Livingstone nel 2005 lo definì "criminale di guerra che dovrebbe stare in prigione". In quell'anno costrinse al rientro da Gaza migliaia di coloni criminali di guerra che occupavano la Striscia per colonizzarla: diventò così un traditore per la destra ultrà e i rabbini talebani lo maledissero, augurandogli una rapida fine e le pene dell'inferno. La loro maledizione centrò perfettamente il bersaglio, perché il macellaio di Sabra e Chatila si beccò un ictus che gli procurò il coma in cui è sprofondato e rimasto per gli ultimi otto anni della sua vita. Inch allah, mash allah!
Tutti ricordiamo la "passeggiata" provocatoria del 2000 sulla spianata delle moschee a Gerusalemme, accompagnato e difeso da centinaia di soldati armati, che scatenò la seconda Intifada.
Come esempio della sua fulgida carriera di macellaio e massacratore di vittime innocenti, ricordo la strage di Qibya del 14/10/1953, in cui fece esplodere 45 abitazioni del villaggio per rappresaglia, trucidando i 69 arabi palestinesi rinchiusi all'interno. La risoluzione ONU 101 del 24/11/1953 espresse "la più forte condanna" delle violenze perpetrate dal criminale di guerra Ariel Sharon, oggi onorato dallo stato di Israele come un eroe nazionale!
Tutti ricordiamo la "passeggiata" provocatoria del 2000 sulla spianata delle moschee a Gerusalemme, accompagnato e difeso da centinaia di soldati armati, che scatenò la seconda Intifada.
Come esempio della sua fulgida carriera di macellaio e massacratore di vittime innocenti, ricordo la strage di Qibya del 14/10/1953, in cui fece esplodere 45 abitazioni del villaggio per rappresaglia, trucidando i 69 arabi palestinesi rinchiusi all'interno. La risoluzione ONU 101 del 24/11/1953 espresse "la più forte condanna" delle violenze perpetrate dal criminale di guerra Ariel Sharon, oggi onorato dallo stato di Israele come un eroe nazionale!
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile"(Quintiliano)
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