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venerdì 26 dicembre 2008

Nakba e Shoah

Ogni giorno di più - ove fosse possibile – si aggrava la già insostenibile, drammatica, inaccettabile, ignobile, immorale, inaudita persecuzione del popolo palestinese, specificamente e in particolare di quella parte che ha avuto la (s)ventura di ritrovarsi nella striscia di Gaza, scappando a più riprese dalle successive ondate espansionistiche dei sionisti israeliani. Oggi 7 dicembre 2008 il governo israeliano ha rigettato la richiesta ufficiale e formale del Qatar di permettere l’attracco a Gaza a una nave spedita dall’emirato con aiuti alimentari allo stremato popolo palestinese, letteralmente affamato dall’embargo nazista israeliano. Il Qatar aveva colto l’occasione delle festività islamiche successive al Ramadan per far giungere un minimo aiuto alla popolazione a cui Israele nega addirittura la possibilità di vivere, privandola di cibo, alimenti e del minimo delle merci necessarie alla vita (acqua, combustibili, benzina...). Lo stato israeliano, già da mesi, ha proibito e impedisce addirittura l’ingresso nella striscia di Gaza a qualsiasi giornalista, applicando ai palestinesi e al mondo intero una censura atroce e mostruosa. Il governo israeliano ritiene i dirigenti di Hamas che governano la striscia, terroristi e delinquenti comuni da eliminare fisicamente (teoria praticata, giustificata e rivendicata da sempre dai responsabili dello stato di Israele). Li identifica perciò e li fa coincidere, illegalmente e criminosamente, con il milione e mezzo di cittadini palestinesi di Gaza, compresi vecchi, donne e bambini, che sopravvivono, giorno dopo giorno, nella morsa nazista della rappresaglia collettiva indiscriminata, scatenata dallo stato di Israele dall’inizio della sua esistenza, 60 anni or sono. L’ONU non sembra affatto preoccuparsi del mancato rispetto delle sue impotenti mozioni, che spariscono nell’assordante silenzio tombale della criminale sordità israeliana. I soldati sionisti continuano da 60 anni ad abbattere ulivi (spesso unica fonte di reddito), demolire case, rinchiudere il popolo palestinese in Bantustan sempre più piccoli, parcellizzati e invivibili e ad ammazzare i patrioti resistenti secondo le leggi internazionali di guerra, senza fare la minima differenza fra palestinesi combattenti e civili, donne, vecchi e bambini, massacrati senza remore, inchiodati a una colpa e responsabilità collettiva di nazista memoria. Perchè un popolo che ha vissuto le atrocità inaudite dell’Olocausto – anche se Ahmadinejad e altri lo negano – è capace di queste nefandezze e riesce a scaricare analoghe nefandezze sulle spalle e sulla pelle dei mussulmani che ormai da 60 anni parlano della loro Nakba così come gli ebrei ricordano la loro Shoah? “In quanto ebreo mi vergogno dopo aver visto ebrei che sparano verso arabi a Hebron. Non ho altra definizione che quella di pogrom. Noi siamo figli di un popolo che sa bene cosa siano i pogrom”. Così il premier israeliano dimissionario Ehud Olmert ha commentato, nel corso del consiglio dei ministri, quanto avvenuto giovedì a Hebron, dopo che reparti scelti della polizia israeliana avevano sgomberato centinaia di coloni-ultras barricati in un edificio di quattro piani. In seguito allo sgombro, coloni estremisti hanno attaccato e ferito decine di palestinesi e hanno appiccato il fuoco a diverse abitazioni ed automezzi di palestinesi.(La Repubblica, pag. 14, 8 dicembre 2008) I coloni sono stati finora utilizzati e fatti scatenare per “distruggere progressivamente e sistematicamente ogni possibilità di consistenza autonoma per uno spazio palestinese...La politica di colonizzazione condotta dallo stato israeliano è incontestabilmente delittuosa dal punto di vista del diritto internazionale (rispetto dell’integrità territoriale) e del diritto mondiale (rispetto dei diritti umani). Considerata la brutalità dei mezzi utilizzati per privare gli abitanti dei territori occupati dei mezzi per “vivere degnamente”, si può parlare di criminalità massiccia. la qualifica di crimine di guerra è comunemente presentata dalle organizzazioni umanitarie (Amnesty International ecc.)...L’imperialismo israeliano somiglia ai nazionalismi e ai colonalismi europei, con i quali ha dei caratteri comuni o comparabili. Il ricorso al sedicente “diritto storico” di un popolo su un territorio, basandosi sulla mitologia del sacro, è estremamente ricorrente nella storia delle guerre europee dell’Ottocento e dei primi del Novecento...oggi l’immagine dello Stato d’Israele nel mondo è detestabile, raggiungendo spesso i livelli più negativi nei sondaggi internazionali”. (Jacques Levy, docente all’Università di Losanna, Limes 6/2008, pag. 233-241)
Intanto e comunque, lo speaker del parlamento palestinese, eletto regolarmente nelle ultime elezioni che hanno dato la maggioranza ad Hamas in Parlamento in scadenza fra due anni, giace prigioniero in un carcere israeliano da più di due anni, insieme a decine di deputati e ministri del governo regolarmente eletto dalla popolazione palestinese, che non è piaciuto tuttavia al governo israeliano! Pensate a cosa può essere (e cosa può produrre) una vita dominata dalle soperchierie più inutili e penose! E tutto ciò in nome di dio, in questo caso quello ebraico!

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