Il ministro ad personam eterodiretto del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali aspirante al (plauso del) soglio pontificio Maurizio Sacconi, il 16 dicembre 2008 firma e dirama un provvedimento che diffida le Regioni dall’applicare la sentenza della Corte di Cassazione, supremo organo giurisdizionale della Repubblica Italiana, che aveva autorizzato lo stop all’alimentazione – artificiale e forzata – di Eluana Englaro, la sfortunata creatura che da 17 anni “vive” in stato vegetativo permanente. Il comportamento servile e teoclerico(intossicato)dipendente del ministro ad personam, facente funzione vicaria del se-dicente vicario di Cristo, è ancor più grave e offensivo proprio per il passato di militante socialista, nemmeno tanto lontano, del già-fu-ex compagno Maurizio Sacconi. Lo Stato teocratico e autocratico della Città del Vaticano applaude e il cardinale Javier Lozano Barragar, presidente del pontificio Consiglio per la Salute (alias ministro del medesimo Stato straniero) definisce l’iniziativa “molto ragionevole e sensata”. Lo è sicuramente (ma soltanto) secondo la logica abnorme e insensata di uno Stato estero (quello della Città del Vaticano) che difende la vita dell’embrione, definito persona umana, con tutti i diritti che ne conseguono, mentre plaude alla condanna a morte per impiccagione sulle pubbliche piazze degli omosessuali in Iran e in un’altra ventina di stati (islamici) di analogo superlativo livello culturale di difesa della vita. E’ lo stesso stato che vota anche contro i diritti dei disabili nella sessione plenaria dell’ONU di cui fa parte (pare che non si condanni adeguatamente l’aborto: ma che cazzo c’entra coi diritti dei disabili?). Staccare il sondino di chi vuole morire “è una mostruosità”: assistere all’impiccagione degli omosessuali, invece, e votare contro i diritti dei disabili, è la migliore glorificazione di Dio! Ebbene, è sufficente un santo latrato dello ieratico Barragar, ministro di uno stato straniero, per far calare i calzoni al tremebondo ministro ad personam della teocratica (?) Repubblica Italiana!
Vittorio Angiolini, legale della famiglia Englaro che da ben 17 anni tutela in ogni sede e contro ogni prepotenza i suoi diritti costituzionali prevaricati e conculcati da ben 17 anni, definisce “l’atto di indirizzo del ministro più che illegale, abnorme, cioè al di fuori delle norme, perchè un atto amministrativo non può vincolare un medico nell’esercizio delle sue funzioni” (La Repubblica, 17 dic. 2008, pag. 12) Il governo ad personam di Silvio Berluskoni IV lo rende immune da ogni processo e sanzione e impunito ad ogni legge, grazie al provvidenziale, ancorchè anticostituzionale, lodo Alfano (ministro della giustizia ad personam, già suo segretario personale). Il medesimo governo tuttavia condanna la famiglia di Eluana ad atroci sofferenze – lei, ormai, non può più soffrire da 17 anni – in contrasto con ogni legge e sentenza che ne riconosce il diritto a interrompere lo stato vegetativo permanente. Il ministro della salute ad personam ritiene giusto e legittimo poter decidere in contrasto e contro la Legge dello Stato di Diritto che lui – indeganmente – rappresenta. Non c’è più religione!
Per fortuna il 19 dicembre alcuni deputati radicali depositano una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma contro il ministro Sacconi, accusato del reato di violenza privata aggravata. Il suo atto d’indirizzo (applaudito dall’arcicattolico fondamentalista talebano Movimento per la Vita e da preti, suore, vescovi, cardinali – non tutti per la verità -e papa) prevarica la Legge e non rispetta le leggi vigenti, perchè intimidisce e minaccia medici e operatori della sanità che sono tenuti al rispetto della legalità repubblicana, contro la quale ha mosso guerra il ministro ad personam. Le sentenze passate in giudicato – come quella che dopo ben 17 anni sancisce il diritto di Eluana Englaro a interrompere il suo stato vegetativo permanente – devono essere rispettate anche dai ministri, che non posono certo pretendere di cassarle a loro piacimento con un semplice rigo di penna e con minacce a chi – giustamente e legalmente – non ne riconosce, non può, non vuole e non deve e non è tenuto a riconoscerne l’autorità. Avremmo preferito che questa fondamentale battaglia di moralità e di legalità fosse stata combattuta anche dal Partito Democratico, il maggiore dell’opposizione: purtroppo, proprio in queste giornate, lo vediamo travolto e stravolto da inchieste giudiziarie che accusano di reati vari di corruzione i suoi amministratori e deputati. Quindici anni di stupida e servile acquiescenza, di accettazione e addirittura di elogi del comportamento ignobile del Blefaroplasticatokalotricofilo Berluskoni I, II, III e IV vengono drammaticamente al pettine per la gioia e l’uso strumentale del mago di Arcore, Cicero pro domo sua. Il superducetto arcoriano si prepara, rafforzato e confortato dall’incapacità e dall’insipienza del suo maggiore avversario politico, a dare l’ultima spallata e la mazzata definitiva a quello che resta dello Stato di Diritto e alla legalità democratica repubblicana. Resistere! Resistere! Resistere!
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