Dopo la mattanza di redattori atei, poliziotti islamici, consumatori ebrei di supermercati kasher e quant'altro, capitati nel mirino degli assassini paranoici e psicopatologicamente (s)tarati dei superadoratori e vendicatori del profeta, è proliferato ilcartello:"Je suis Charlie". Voleva significare difesa laica della libertà di pensiero e solidarietà colle vittime. Poi è arrivato :"Je suis Mohammed", poi "Je suis muslim et j'aime mom prophete" e così via distinguendo(si).
Io sono tuti questi messi insieme, finchè non miimpediscano di essere ateo e non amante del profeta. Qualora ci provassero, lotterò fino alla fine per affermare il sacrosanto diritto di essere quello che sono e quello che mi pare di essere, senza correre il rischio di morire ammazzato per questo!
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