"L'antisemitismo è una bestia antica che veste abiti sempre diversi. Sulla scena italiana oggi abbiamo il negazionismo, la subcultura degli stadi, l'atteggiamento pregiudiziale di fondo verso la politica israeliana": Così il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Che c'azzecca l'atteggiamento pregiudiziale di fondo verso la politica israeliana con il negazionismo, la subcultura degli stadi e quant'altro? Di Segni mi vuole dire che chi critica la politica dello stato di Israele è per ciò stesso antisemita? Io non so se il mio atteggiamento verso la politica israeliana sia pregiudizialmente critico, ma anche se lo fosse, non vedo come tutto ciò sia condannabile come antisemitismo! Rivendico (con l'orgoglio dell'uomo libero che ritengo di essere e dell'ateo che sono) il diritto di mantenere atteggiamenti pregiudiziali di fondo verso qualsiasi realtà considerabile discutibile, secondo i principi della moralità universale e della legalità internazionale. Ho coltivato un atteggiamento pregiudiziale di fondo verso dio in cui non credo, verso le politiche coloniali che condanno e verso le concezioni razziste che mi fanno schifo: se la politica dello stato di Israele è teocratica (pretesa di definire lo stato come quello degli ebrei), coloniale (ad ogni evidenza) e razzista (per definizione) non per questo il mio concittadino Riccardo Di Segni può permettersi - nemmeno di pensarlo - che io sia (per questo) antisemita. Stia lui attento a non essere filocolonialista, filorazzista, filoteocratico e a non coltivare un atteggiamento pregiudiziale di fondo verso chi critica la politica dello stato di Israele!
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