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venerdì 11 marzo 2011

"Una legge ad castam"

La "epocale" riforma della giustizia "è ad castam, con la quale un'intera classe politica pretende di cucirsi addosso un salavacondotto collettivo. Lo dice lo stesso berlusconi, una volta tanto sincero, nella conferenza stampa nella quale cerca di spiegare la "filosofia" di questo "punto di svolta", come l'ha chiamato: "Questo cambiamento, se fose stato introdotto vent'anni fa, avrebbe evitato l'esondazione, l'invasione della magistratura nella politica e quelle situazioni che hanno portato nel corso della storia degli ultimi vent'anni a cambiamenti di governo, a un'annullamento della classe dirigente del 1993. Questa, per ammissione del suo stesso ispiratore, è dunque la "ratio" della riforma. Un complesso di "regole" che avrebbero impedito ai giudici di Mani Pulite di scoprire Tangentopoli...Avrebbero impedito alle Procure di indagare allora sui reati commessi da Berlusconi-imprenditore, e oggi su quelli commessi anche da Berlusconi-premier": (Massimo Giannini, La Repubblica, 11/03/11)

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