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giovedì 24 marzo 2011

L'urina del papa

La sentenza europea che riconosce il diritto dell'Italia di apporre crocifissi nelle aule scolastiche, ci fa pensare ai gatti che marcano il loro territorio con la propria urina, mentre il papa lo (di)segna e lo definisce con le proprie croci.
La Mary Star gelmini, ministra ad personam della (dis)educazione nazionale esulta per la validità simbolica del crocifisso, fondamento dei valori della civiltà europea giudaico-cristiana. L'antipedagogica ministra della distruzione della scuola pubblica statale laica e democratica, si dimentica che oggi in Europa (con)vivono ormai milioni di cittadini di fede anche islamica, buddista e diversamente credente, compresi i moltissimi milioni di agnostici e atei che certo non si riconoscono nel segno della croce, tanto più se imposta con la prepotenza della presunta maggioranza.
Sulla favola poi della predicazione cattolica di valori di tolleranza e amore, la storia umana ci richiama alla brutale realtà di 2000 anni di vicende di guerre di religione, di intolleranze bestiali, di eliminazione fisica di milioni di dissidenti fatti eretici, da Giovanna d'Arco (poi addirittura santificata!) a Giordano Bruno, da frà Dolcino a Gerolamo Savonarola, di sterminio delle streghe, di Sante Inquisizioni, di censura selvaggi dell'Index Librorum Prohibitorum e compagnia salmodiando. Nella provincia cristiano-cattolica a cui l'Unto dal e del Signore Berluskoni ha ridotto l'Italia, ormai feudo papalino, pontificio, vaticano, zuavo, talebano, fondamentalista, oggi abbiamo perso una battaglia. A maggior ragione rilanciamo la guerra contro la Santa Chiesa Cattolica Ecumenica Apostolica Romana, per affermare i diritti inalienabili, irrinunciabili e universali, questi sì, di laicità, di democrazia e di tolleranza, propri di ogni stato di diritto che si rispetti.

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