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martedì 22 marzo 2011

Lettera aperta contro lo spregevole aumento della tassazione a danno dei cittadini più poveri

Al se-dicente capo del governo
Al ministro ad personam dell'Economia e delle Finanze
A tutti i ministri ad personam responsabili e (in)competenti
e per conoscenza
Al Presidente della Repubblica

Ogni anno, a gennaio, la mia misera, miseranda, miserevole, miserrima e miserabile pensione di invalido del lavoro con carico di famiglia, viene "adeguata" (?) retroattivamente al rialzo del costo della vita calcolato dall'ISTAT. A gennaio 2011 mi ritrovo ben...30 euro al mese in più, che non mi garantiscono certo dall'inflazione subita, ma mi danno l'illusione di potermi concedere il lusso dell'acquisto e della lettura quotidiana di un giornale. Ma il sogno - diventato realtà? - dura poco: a febbraio, infatti, le esose, selvagge, ignobili, immorali, esagerate, inaccettabili, affamapopolo addizionali comunali, provinciali e regionali, pari quest'anno alla per me mostruosa cifra di ben 600 euro annui, non solo fagocitano il già comunque ridicolo pseudo aumento, ma mi fanno addirittura diminuire e retrocedere la pensione a livelli più bassi di quelli del 2010! Quest'anno, insomma, grazie (?) a Berluskoni e ai suoi ministri ad personam (suam) che "non mettono le mani nelle tasche degli italiani" percepisco una pensione addirittura inferiore a quella dell'anno precedente. Le tasse aumentano più in fretta dell'inflazione!
Scopro anche che è in agguato l'ulteriore aumento dovuto alla stangata prevista subito a causa dell'attuazione del cosiddetto federalismo fiscale, voluta dal celtico DOC Bossi ad personam unitamente al figlio Trota I, imposta con ricatto al lacchè di (H)Ar(d)core. Per il mio reddito da fame, l'aggravio insopportabile è di ben ulteriori 39 euro mensili. Un vero massacro, abominio di ogni moralità!
I responsabili (in)competenti, sanno benissimo che la sveglia che indossavo al collo e l'anello che portavo al naso, li avevo già impegnati da lungo tempo immemorabile, per far fronte alle e pagare le inique tassazioni di imposte, balzelli, imposizioni, tributi, (con)tributi, dazi e grassazioni varie che la fervida fantasia del mago di (H)Ar(d)core produce a getto continuo, per tappare le falle clamorose e gigantesche aperte anche dal suo grandissimo amico e sodale di merende latitante Craxi, pluricondannato in contumacia. "Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

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