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giovedì 17 marzo 2011

Crocifissi: lettera aperta alla Corte Costituzionale

Protesto viva(ce)mente contro l'iniqua e ingiusta sentenza con cui giustificate pretestuosamente la presenza del crocifisso nelle aule giudiziarie e la estromissione del benemerito giudice Tosti dall'ordine giudiziario per essersi giustamente astenuto dalle udienze in presenza del crocifisso cristiano-cattolico. La ostentazione del simbolo di una religione lede i diritti laici di uguaglianza dei citadini di fronte alla legge così come sanciti, fra l'altro, dal basilare articolo 3 della nostra Costituzione, fondamento di ogni legalità di uno stato laico, democratico e di diritto.
L'infamia della vostra sentenza è ben sintetizzata da Chiara Saraceni nel suo ottimo breve incisivo e convincente articolo "Il crocifisso in un paese a sovranità limitata", pubblicato su La Repubblica del 15 marzo 2011. La repubblica di Berluskoni - come ben sanno quei giudici costituzionali assidui frequentatori e sodali di cene e merende con il Sultano Piduista prima di emettere sentenze che lo riguardano - ha definitivamente (?) asservito il paese allo Stato della Città del vaticano, riducendolo a provincia cristiana, cattolica, zuava, pontificia, papalina, talebana, fondamentalista.
Tanto dovevo a quei giudici della Corte non rispettosi e conculcatori dei principi che dovrebbero invece difendere e diffondere con il loro operato saggiamente arbitrale.
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

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