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giovedì 8 gennaio 2009

Massacro ed ecatombe a Gaza!

I maggiori quotidiani riportano oggi 28 dicembre 2008 con questi titoli le notizie tragiche della catastrofe procurata dall’ennesima aggressione criminale attuata dall’esercito israeliano ai danni della popolazione palestinese di Gaza, in spregio a ogni diritto, contro ogni legge e qualsiasi moralità sostenibile. Il governo israeliano continua a giustificarsi affermando il principio della legittima difesa contro il preteso terrorismo di Hamas che spara razzi su Israele. Se anche potessimo accettare questo pseudo ragionamento niente affatto logico, esso dovrebbe valere evidentemente anche a favore dell’Autorità Nazionale Palestinese che, secondo la logica del governo israeliano, avrebbe il medesimo diritto alla medesima legittima difesa. Israele si arroga il “diritto” di attaccare e massacrare civili inermi e distruggere selvaggiamente le strutture essenziali alla vita quotidiana (industrie, strade, porti, aeroporti, scuole, caserme della polizia). Se tutto ciò è lecito e riconosciuto fattibile da Israele per la realtà di una guerra, madre di tutte le guerre, scatenata nel 1948 con l’occupazione dei territori palestinesi, l’uccisione dei suoi abitanti e la cacciata definitiva e pretesa irreversibile dei sopravvissuti, perchè i palestinesi non potrebbero e dovrebbero difendersi dall’attacco con gli stessi mezzi e la stessa violenza? Non è questa la guerra? Il problema è che uno stato guerrafondaio, militarista, razzista, espansionista, colonialista, imperialista, utilizzando un esercito ritenuto fra i più armati e moderni del mondo intero, massacra in modo criminale un intero popolo e il suo paese che non può difendersi in alcun modo, senza esercito nè armi che non siano pistole e mitra, simbolo di impotenza disperata contro carri armati, elicotteri ed aeroplani! Restano i sassi della prima Intifada degli anni ottanta e i martiri (definiti kamikaze terroristi dallo stato di Israele) della seconda del 2000. In questo momento, intorno a mezzogiorno di domenica 28 dicembre 2008, apprendo dai TG che le vittime superano i 400 morti e i mille feriti, perchè il massacro e l’ecatombe del popolo palestinese, operato dal non glorioso esercito israeliano, continua senza soste. I feriti non trovano ricovero negli ospedali azzerati da mesi di embargo belluino operato dallo stato di Israele che non fa passare (quasi) niente, dal cibo al gasolio per l’illuminazione e il riscaldamento, ai medicinali! Il mondo bela proclami di cessate il fuoco, senza avere il coraggio morale di imporre con la forza a Israele , una volta per tutte, il rispetto minimo per le leggi più elementari di ogni convivenza sociale possibile. I proclami dell’ONU che si accumulano, impotenti e indecenti da sei decenni, restano totalmente ignorati dallo stato di Israele, che da 41 anni occupa illegalmente e ingiustamente il territorio palestinese dopo la guerra dei sei giorni, II di conquista del 1967 ai danni del popolo della Palestina rimasta libera dalla prima invasione, avallata dall’ONU nel 1948!
“Quello in corso a Gaza è un massacro, non un bombardamento, è un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice”. Così padre Manule Musallam , parroco della Santa Famiglia a Gaza. “Nei bombardamenti è morto anche uno dei miei migliori amici, il capo della polizia di Gaza, Tawfiq Jabben; cosa c’entra la polizia con Hamas? I poliziotti non hanno niente a che fare con la politica e men che mai sono terroristi”. Musallam conferma le gravi perdite subite dalla polizia, il cui quartier generale è stato centrato dai bombardamenti. (ANSA 28/12/98)
Il presidente della Repubblica Egiziana e il Re dell’Arabia Saudita si sono offerti per evacuare gli innumerevoli feriti e curarli nei loro ospedali, ma non possono fare altro che attendere l’eventuale benevolo assenso del permesso israeliano, senza il quale nulla si può fare e muovere dalla e nella striscia di Gaza, neanche di fronte ad una così tragica emergenza umana, per altro causata proprio da chi dovrebbe dare il permesso di lenirne le conseguenze! E’ ora di aprire gli occhi su queste nefandezze ignobili e infinite, vergogna imperitura nella storia del genere umano di tutti i tempi!
Israele afferma che i massacri criminali in corso sono la risposta alla rottura della tregua operata da Hamas. Ma Fawzi Baroum, portavoce di Hamas risponde che “...chi ha distrutto la tregua non siamo stati noi. Israele non ha rispettato gli impegni presi: i valichi di frontiera sono rimasti chiusi, le merci bloccate, i viveri non entrano nella Striscia, nemmeno il materiale medico...hanno arrestato 38 dei nostri, uccisi 47. Di quale tregua stiamo parlando?La tregua era in vigore solo dalla nostra parte...A Gaza siamo tutti ostaggi degli israeliani perchè i palestinesi non possono nè entrare nè uscire, la Striscia è un’enorme prigione a cielo aperto. Siamo ostaggio della debolezza dell’Europa e dell’appoggio USA a Israele..”
“...Sentirsi inferiori, meno forti, meno protetti, genera frustrazione e genera odio: i palestinesi sanno fare di conto e conoscono perfettamente il significato di quel quattrocento contro quattro (n.d.r.: questo era il rapporto al 1 gennaio 2008 fra i (4) morti israeliani e i (400) morti palestinesi). Significa – appunto – che questa è una guerra di ricchi contro poveri. E se i ricchi, almeno in questo caso, hanno le loro ottime ragioni da mettere in campo, l’odio crescente dei poveri non è un buon viatico per il futuro: che è la sola cosa che israeliani e palestinesi, ricchi e poveri, hanno in comune...” (Michele Serra, pag. 24 de La Repubblica del 2/1/09)
Fares Akram, reporter dell’Indipendent da Gaza scopre che fra le prime vittime del massacro c’è anche suo padre, pacifico agricoltore letteralmente polverizzato con suo nipote nella e insieme alla sua azienda, scrive un articolo su La Repubblica del 6 gennaio:”Mio padre ucciso da una bomba”...essendo io un figlio in lutto che piange il proprio padre, mi risulta difficile distinguere fra quelli che gli israeliani chiamano terroristi e i piloti israeliani e gli equipaggi dei carri armati che hanno invaso Gaza. Che differenza c’è fra il pilota dell’aereo che ha disintegrato mio padre e il militante che spara un piccolo razzo? Non so rispondere a questa domanda, ma nel momento in cui sto per diventarlo io stesso, ho perduto mio padre...”
Dalle pagine 3, 4, 6 e 25 de La Repubblica del 7 gennaio 2008:”Inaccettabili gli attacchi contro le strutture dell’ONU utilizzate come rifugio dalla popolazione civile. (Ban Ki-moon, segretario generale delle N.U.)... Amputiamo a ritmo continuo. I corridoi sono pieni di mutilati. Ho perso il conto di quante ne ho fatte. (Mads Gilbert, medico norvegese all’ospedale di Gaza)...Hanno distrutto tre nostri ospedali mobili. Israele colpisce deliberatamente obiettivi umanitari. (Hernrik Stubkjaer, segretario ONG umanitaria)...Il numero che avete chiamato non è attualmente disponibile. Siete pregati di ucciderci più tardi. (Il messaggio di Hamas sulle segreterie dei leader che temono le “eliminazioni mirate” da parte di Israele).”
“Il capo di Hamas scrive sul Guardian: la mia gente che vive in prigione. Khaled Meshal ha spiegato le ragioni della rottura della tregua con Israele. Per 18 mesi il mio popolo a Gaza ha vissuto sotto assedio, chiuso nella più grande prigione del mondo, privo di ogni collegamento via terra, via mare e via cielo, ingabbiato e affamato. Nessun razzo è stato lanciato dalla Cisgiordania eppure più di 50 palestinesi sono stati uccisi da Israele l’anno scorso e centinaia feriti. Mentre gli insediamenti hanno continuato a crescere.”
“La protesta della stampa e degli operatori umanitari fermati al confine: Tutto avviene in assenza di testimoni. A Gaza offensiva a porte chiuse. Esclusi giornalisti e osservatori. L’ONU: non ci sono fonti indipendenti a raccontare quello che succede.”
“In Venezuela Hugo Chavez ha fatto appello alla comunità ebraica del suo paese perchè condanni l’offensiva dell’esercito, paragonando l’attacco su gaza all’Olocausto e ha espulso l’ambasciatore israeliano.”
“Lasciamo da parte i giudizi sull’agghiacciante sproporzione dell’offensiva israeliana su Gaza rispetto alle vittime e ai danni prodotti nelle città del Negev dai razzi di Hamas. E rinviamo anche per ora le responsabilità dei governi di Israele per non aver mai voluto veramente restituire ai palestinesi quel che la giustizia imponeva che fosse restituito ai palestinesi...mentre l’odio della popolazione palestinese nei confronti di Israele si sarà in tanti ancor più esasperato a causa del mare di lutti subiti in questi giorni. (Sandro Viola)”
Naturalmente il massacro permette ad Al Zawahri, n. 2 di Al Qaeda di affermare in audio sul Web il 7 gennaio che “..l’offensiva israeliana a Gaza è un anello nella catena della crociata contro i musulmani e l’Islam...Questi attacchi sono un regalo di Obama prima di insediarsi...I musulmani devono colpire gli interessi dei crociati e sionisti ovunque e in qualunque modo...”
Ormai la follia omicida – camuffata da legittima difesa che giustifica la guerra come prevenzione - che travolge e stravolge la classe dirigente israeliana appoggiata da molti cittadini, arriva ad accusare di terrorismo anche i cardinali di Santa Romana Chiesa, istituzione che in 2000 anni di storia forse non merita di essere appiattita in una condanna così platealmente inaccettabile! Il cardinale Martino, ex nunzio vaticano all’ONU, inchioda Israele affermando che “...la striscia di Gaza sembra un lager...”. Il governo ebraico risponde: “Usate le stesse parole di Hamas...” Il cardinale Martino controbatte:” Dicano quello che vogliono ma la dignità umana è calpestata.” Il cardinale Rodriguez Maradiaga, presidente della Caritas Internazionale rincara la dose:” Israele non ha giustificazioni. Le argomentazioni sulla proporzionalità degli attacchi sono moralmente ripugnanti di fronte alla vita di bambini innocenti.”

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