Siamo arrivati al sessantottesimo anniversario della data più nefasta dela nostra storia nazionale, nella memoria dello sfascio definitivo e totale dello stato fascista, attuato con vigliacca e canagliesca imbecillità e delinquenza dal totalmente correo imbelle e incapace re (?) Vittorio Emanuele III e dai suoi servi(tori). Cercavano di salvarsi dallo sfacelo che avevavno contribuito a produrre, mollando il duce al suo destino e infischiandosene delle sorti del popolo italiano, mandato al macello, genocidato dai bombardamenti terroristici dei "liberatori" angloamericani e dalle spietate criminali rappresaglie dei delinquenti delle SS naziste.
Dopo sessantott'anni dalla catastrofe, siamo ritornati (quasi) al punto di partenza, con una inesistente nazione occupata da un totalmente incapace padrone delle TV, ottimo soltanto per aumentare le sue ricchezze a danno della popolazione più povera e provata da un diciassettennio di strapotere demoplutocraticomediaticomassonico, costruito con criminale abilità dal (super)duce(tto) di (H)Ar(d)core, indicato al pubblico ludibrio in tutto il mondo civile, meno che nel suo "paese di merda". I conti tornano: berluskoglioni e berluskafarabutti si stringono intorno al loro idolo, incapaci di e comunque non interessati ad abbandonarlo al suo destino di criminale dell'umanità, che gli compete in sommo grado.
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
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