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martedì 17 giugno 2014

Gilad, Eyal e Naftali

    17 giugno 2014. In questi ultimi giorni sono successe cose tremende nel mondo, ma una - secondo Netanyahu - è l'unica degna di nota. In Iraq migliaia di soldati e civili vengono massacrati e decapitati dai fondamentalisti che occupano parti sempre più importanti di territorio nazionale. In Kenia i loro fratelli di fede talebana massacrano un intero villaggio - 50 morti - reo di seguire il campionato del mondo di pallone. In Ucraina si incancrenisce la guerra civile con centinaia di morti come i 49 soldati morti nell'abbattimento dell'aereo dell'esercito ucraino attuato dagli insorti.
    Netanyahu è concentrato nell'ennesima mattanza del popolo palestinese, giustificata (?) dalla sparizione (rapimento?) di tre giovani studenti talmudici dalla zona di Hebron sotto stretto controllo dell'esercito dello stato canaglia di Israele. Netanyahu, ciò nonostante, accusa Hamas e fa incredibilmente responsabile Abu Mazen del ritrovamento degli studenti, due israeliani e uno statunitense di religione ebraica.
    A 5 giorni dal rapimento (Hamas secondo Netanyahu, Mossad secondo altri) sono stati già ammazzati due giovani palestinesi che lanciavano pietre contro i carri armati scatenati contro la popolazione civile e arrestati 160 palestinesi innocenti, fra cui dieci deputati del governo palestinese e il loro presidente del parlamento.
    "Abu Mazen ha ben presente il rischio che la riunificazione palestinese, dopo quasi otto anni di guerra intestina, possa crollare sotto i colpi dell'operazione che Israele ha lanciato per la ricerca dei rapiti. Questo lascia intuire che la paternità del sequestro sia terza, opera cioè di chi probabilmente vuole ottenere entrambi i risultati: riaprire la ferita interpalestinese e allontanare ulteriormente le parti dal negoziato. Per questo il tempo è fondamentale: depotenziare la crisi in tempi rapidi è l'unica risposta che sia l'ANP (e Hamas probabilmente) sia Israele possono dare". (Fabio Caminati, L'Avvenire 17 giugno 2014)
    "L'operazione lanciata dalle autorità israeliane si sta trasformano in un'offensiva militare su larga scala che coinvolge la Cisgiordania e la Striscia di Gaza e rischia di far esplodere di nuovo il conflitto medio orientale". (L'Avvenire 17/6/14)
    Il ritmo forsennato della intensificazione e della recrudescenza della violenza criminale e genocidaria dello stato canaglia di Israele si sviluppa sempre più in un crescendo patologico, segnato dalle farneticazioni di Netanyahu che crea le premesse delle reazioni più disperate, per accusarne i palestinesi innocenti e oppressi dal tallone militare dello stato sionista colonialista militarista espansionista imperialista teocratico talebano fondamentalista e razzista!  

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