mercoledì 14 luglio 2010
Cosentino si dimette!
14 luglio 2010. Apprendo in questo momento dal TG3 delle 19, con tutto il piacere che deriva dall'ascoltare una buona ma inattesa notizia, che il sottosegretario Cosentino, di cui la magistratura chiede da tempo la incarcerazione per reati di camorra, si è dimesso. Cosentino è a piede libero soltanto perchè usufruisce ignobilmente di immunità e impunità che gli derivano dall'essere onorevole (?) deputato e, fino a questo momento, sottosegretario ad personam nel(lo s)governo del Despota Sultanesco Berluskoni IV. Questa mattina il presidente della Camera Fini aveva calendarizzato per mercoledì prossimo la richiesta di dimissioni di Cosentino da parte delle opposizioni: il Demiurgo Egoarca Autotelemediocratico Mago e (super)Duce(tto) di Arcore (terrorizzato dalla possibilità di essere messo in minoranza nonostante i suoi cento deputati in più di maggioranza ad personam) ha dimissionato il sottosegretario, rimanendo a galla - purtroppo - anche questa volta. E' il terzo ministro in tre mesi che viene costretto alle dimissioni grazie ai pigolii della minoranza che, pur flebili, creano paure, terrori e tremori all'Autocrate Sua Emittenza Televisiva Mediaraiset. Il primo Scajola, il ministro che non sapeva che la casa vista Colosseo a Roma gliel'aveva pagata La Cricca, così definita dalla Magistratura Inquirente che la tiene in detenzione. Il secondo Brancher, diventato ministro (per pochi giorni...) per evitare (attraverso le correlate immunità e impunità introdotte dal Signore di Arcore per sè e i suoi diadochi, sicofanti, servi, servitori, colonnelli e portaborse) il processo che si stava aprendo a suo carico. Il terzo - non c'è due senza tre, per il momento... - Cosentino accusato di attività camorristiche, anche contro i suoi stessi compagni di partito (ma il Popolo della Libertà non è il partito dell'Amore?). Forse sono veramente giunti gli ultimi giorni di Pompei? Lo speriamo con grande piacere e tutta la gioia che anche soltanto un bel sogno ci può comunque provocare, nonostante la delusione del risveglio..."Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
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