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domenica 11 ottobre 2009

"Sentenza sconcertante"

Così Marina Berlusconi, figliola del padrone di Mediaraiset e capo del governo, per questo presidente di Fininvest nonchè di Mondadori, definisce la sentenza del Tribunale che il 3 ottobre 2009 condanna Fininvest a pagare 750 milioni alla CIR di De Benedetti per i gravissimi reati commessi a suo danno dal sodale Previti in combutta con magistrati corrotti. Rincara l’Egoarca:” Come si fà a chiedere cifre del genere ad una azienda in tempi come questi? Bisogna bloccare l’esecutività della sentenza”. Ma non è lo stesso Berluskoni che ha chiesto il mese scorso 3 milioni di euro di risarcimento a L’Unità e 2 milioni di euro a La Repubblica, ree di fare domande non gradite al Blefaroplstikato Kalotrikofilo telepadrone/capo del governo ad personam suam? Se l’azienda è sua, “come si fa a chiedere cifre del genere ad una azienda in tempi come questi” ? Se non è sua, si può, si può e come...Secondo la legge il pagamento deve essere immediato perchè è direttamente esecutivo, così come prevede la legge. Ma siccome da 15 anni anche le leggi le fa lui: “Bisogna bloccare l’esecutività della sentenza”: i giochi, ignobili e sporchissimi, sono fatti. All’orrore di un conflitto di interessi di cui la storia umana non conosce similitudini in nessun paese civile degno di questo nome, si aggiungerebbe la schifezza della mostruosità della retroattività che già i giureconsulti dell’Antica Roma avevano giustamente bollato di ignominia e immoralità insostenibili. Comunque si scatena ad nutum la canea montante dei Fede(li) Capezzoni, Bonaiuti, Cicchitti e compagnia (di giro) contando e cantando. Il Circo Barnum del Pifferaio Magico di Arcore minaccia addirittura la discesa in piazza del popolo della libertà (del Padrone) a difesa el suo Signore. Ormai siamo al punto inenarrabile che il padrone di Mediaraiset nonchè capo del governo, giustamente sanzionato dalla Autorità Giudiziaria, scatena la piazza dei suoi elettori contro una sentenza della Magistratura che lo colpisce in ciò che ha di più sacro: la propria borsa. I limiti della decenza più microscopica sono stati violati da tempo: chi deve e può, trovi la maniera legale e sviluppi le procedure legittime per esautorare il despota, prima che ci travolga irreversibilmente nel gorgo della sua bulimia di potere senza limiti. L’ora è già passata da tempo.

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