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martedì 20 ottobre 2009

Il Paese di Bengodi

Nel Bel Paese di Bengodi (s)governato dal capo di governo più bravo, più buono e più amato di a da tutti negli ultimi 150 anni della storia d’Italia a partire dalla sua Unità (se lo dice da solo e quindi...) continuano tuttavia ad accadere episodi drammatici che non fanno onore al se-dicente (super)duce(tto) di Arcore. Il 19 ottobre la cronaca nera di Napoli ci informa dell’avvelenamento di mamma e figlio di 6 anni a causa dell’ossido di carbonio prodotto dal bracere con cui la donna cercava di scaldarsi insieme al suo bimbo. La signora Manuela Rodriguez Fortez, pur lavorando non era riuscita a pagare le bollette dell’ENEL che da due settimane le aveva distaccato l’erogazione della corrente elettrica. Elvis, che da grande voleva fare l’ingegnere, è morto e la sua povera mamma – in coma - sta morendo in ospedale. Col suo lavoro riusciva a malapena a pagare l’affitto e il cibo:troppo dignitosa per chiedere un aiuto di cui si vergognava, la sua vita è finita in tragedia. Forse aveva anche paura che chiedendolo, i servizi sociali le avrebbero potuto portare via il figlio come è già accaduto ad altre disgraziate come lei!
A Roma il sindaco ex-fascista Alemanno, ora popolano della libertà, ha firmato un’ordinanza che dal 1° novembre proibisce a lavavetri e artisti di strada di esercitare i loro dignitosi “mestieri” pur svolti nella loro drammaticità esistenziale, sanzionandoli con repressive e solerti normative ad hoc. Così mentre l’Egoarca Telemediocratico, plutocrate fre i più ricchi del mondo, continua ad accumulare ricchezze spropositate e sempre più iperboliche, facendo scempio da 15 anni della moralità e della legalità di questo paese e di un’intera nazione, i poveri diventano sempre più poveri e vengono fatti morire nell’indifferenza generale, fatti colpevoli della loro stessa miseria in cui sono costretti a (soprav)vivere, quando va bene. L’inesorabile, impietosa omicida applicazione della legge (che con feroce sarcasmo viene ancora definita uguale per tutti) si scatena sempre più violenta sulla pelle e sulle spalle dei più deboli e indifesi, mentre si annulla, fra lodi Schifani e Al Fani e leggi (?) ad personam, nei confronti dei più forti. “Proletari di tutto il mondo unitevi: non avete da perdere altro che le vostre catene” (Karl Marx, 1848)
Intanto l’Egoarca che si autodefinisce il più buono, il più bravo e il più amato degli ultimi 150 anni di storia italiana, si proclama anche “il più perseguitato di tutti i tempi di tutta la storia umana” (sic!). E’ vero: infatti gli sono contro la moglie (che la sua frequentazione di minorenni e prostitute ha costretto a chiedere il divorzio); la figlia (che gli chiede di essere equanime nella spartizione della torta coi figli di vari letti – ma non è cattolico apostolico ecumenico romano? - ); il Presidente della Camera (in forte rimonta progressiva da fuoriuscita definita dal fascismo di provenienza); la Corte Costituzionale (bolscevica che gli elimina l’amorevole lodo Al Fano ad personam che gli garantiva immunità e impunità totale e assoluta); la Magistratura (notoriamente comunista da sempre); il Presidente della Repubblica (anche lui notoriamente comunista da sempre); i giornali (comunisti, complottardi, calunniosi e criminosi oltrechè comunisti – i pochi non ancora da Lui posseduti -); la TV (prevenuta pregiudizialmente e comunista: ma Mediaraiset non è tutta sotto il suo controllo o per proprietà diretta o per dominio politico?); la stampa estera (diretta e sobillata da La Repubblica); l’Unione Europea (che si ribella al suo patetico tentativo di censurare le comunicazioni dei commissari che lo criticano); la CEI (che non ha gradito l’eliminazione del direttore de L’Avvenire Boffo, (s)travolto dalle calunnie ingiuriose del suo dipendente Feltri, direttore de Il Giornale, proprietà di famiglia); la Chiesa (che deve fare un pò finta di scandalizzarsi per divorzi, frequentazione di minorenni e rapporti con prostitute). Lui è perciò convinto che tutto il mondo ce l’abbia con lui, per “invidia” e cattiveria (ha detto pure questo!). Non conosce Freud, ma anche ignorandolo è possibile che – almeno per un momento - non riesca a pensare che forse è proprio lui ad avercela con tutto il mondo? (quello che non vuole inchinarsi ai suoi piedi in totale adorazione come fa l’esercito sciocco e/o interessato dei suoi servi e servitori Fede(li), sodali e sicofanti, nani e ballerine, minorenni e prostitute). Usque tandem?
Invito tutti a leggere l’ottimo articolo di Giuseppe D’Avanzo a pagina 1 de La Repubblica del 20 ottobre 2009 “Chi tocca i fili muore”. Riassumo brevemente: il premier, convinto di essere il bersaglio di un complotto internazionale causato dall’invidia del gigantesco spaventoso agglomerato di potere politico-mediatico-burocratico-plutocratico di cui dispone, si difende scatenando e sguinzagliando i suoi cani da caccia e da guardia alle calcagna dei suoi nemici L’ultimo colpevole è il giudice Mesiano che lo ha condannato a pagare un rimborso di 750000 euro per le truffe subite da De Benedetti per le sentenze taroccate e comprate da Previti, suo avvocato ed amico, condannato per questo a sei anni di galera mai scontati grazie all’emanazione dell’ennesima legge ad personam, in questo caso a favore del sodale. La sua giornalista (?) del suo TG5 della sua Mediaraiset sbeffeggia il giudice (spiato di nascosto dalle telecamere del padrone) responsabile di indossare calzini di colore turchese (è la colpa più grave che la sventurata riesce ad individuare nonostante il suo killeraggio telemediocratico baronale). “Chi tocca i fili della comunicazione – e quindi della politica e degli interessi dell’Egoarca – mette in gioco la sua reputazione, la sua dignità, il bene più prezioso: il suo buon nome”.

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