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domenica 11 ottobre 2009

Scempio "super pares" (?)

Ormai gli ineffabili avvocati dell’Egoarca Senza Più Limiti sparano atomiche sempre più terrificanti e inumane. Ghedini Ma Va Là e Pecorella Ex Soccorso Rosso sono impegnati a perorare le immorali pretese dell’Autocrate Telemediocratico di fronte alla Corte Costituzionale la quale, infarcita di amici di merenda e di cene del Blefaroplastikato Kalotrikofilo capo del governo, sta decidendo (scrivo il 7 ottobre 2009) la (il)legalità del lodo Alfano che garantisce immunità e impunità al (super)duce(tto) di Arcore. I due legulei affermano senza ritegno nè remore di sorta, bronzeamente serafici, che il loro cliente è “primus super pares” e che “la giustizia è uguale per tutti, ma non la sua applicazione”! Già nel 1948, nella sua animalesca fattoria, Orwell aveva affermato l’uguaglianza di tutti i porci, ma anche che qualche porco è più uguale degli altri: qualcuno l’ha preso sul serio, purtroppo!
Lo stato di diritto è ormai ridotto a un cadavere insepolto e putrefatto per tutti, meno che per chi ha necessità e interesse di ritenere i suoi miasmi effluvi ben odorosi. Sulla dissoluzione dello stato di diritto, conseguente alla sua eliminazione telemediocratica attuata dal mago di Arcore si basa la pretesa telesquadrista di mantenere per sempre uno strapotere antidemocratico conquistato con la inaudita violenza del mostruoso conflitto di interessi berluskoniano.
Il Pentadespota incarna ormai e assomma in sè i tre poteri canonici legislativo, esecutivo e giudiziario, da sempre e fino ad oggi distinti e ritenuti fondamento dello stato di diritto, in quanto e se autonomi e indipendenti l’uno dall’altro. Aggiunge alla somma immorale, illegale ed eversiva anche il potere economico (è uno degli uomini più ricchi del mondo, anche se non ha mai voluto informarci sulle vere origini della sua plutocrazia). Infine il quinto nuovissimo mirabolante psichedelico fuorviante coloniale potere telemediatico del suo impero masmediologico.
L’avvocato dello Stato Glauco Nori, rimpinguato dalle lautissime prebende che gli devo pagare come cittadino contribuente, nega che “la Corte Costituzionale sia condizionabile”. E’ vero: non c’è alcuna necessità e nessuna possibilità di condizionarla, visto che è già strutturalmente autocondizionata pavlovianamente, al punto che almeno due membri sono da anni ospiti di Berluskoni in cene e merende conviviali, che si sono tenute anche a ridosso della emissione della sentenza di costituzionalità del lodo Alfano ad personam dell’Autocrate Telemediocratico. I due giudici “imparziali” (si fa per dire) contestati col sorcio in bocca (come dicono a Roma) hanno reagito sprezzantemente con spudorata prosopopea, affermando che loro vanno a cena con chi gli pare: per molto meno gli avvocati dell’Imperatore Universale Miglior Capo di Governo dell’Italia degli Ultimi 150 Anni hanno eliminato giudici sgraditi al Grande Bugiardo.
Concludendo: il Padrone delle Televisioni e Molto Altro, pluriinquisito per le centinaia di reati contestatigli dalla Magistratura come (im)prenditore, diventa per questo capo del governo. Per evitare processi e galera (come riconobbe lo stesso sodale Confalonieri) si fa 17 leggi ad personam che prescrivono e depenalizzano i suoi svariati reati e per sicurezza, ad abundantiam, si inventa lodi a ripetizione che lo immunizzano e lo rendono impunito e impunibile da ogni eventuale procedimento giudiziario a suo carico e ai suoi danni. Lodo 1 Schifani nel 2003, lodo 2 Alfano nel 2008 (il lodo Schifani, nel frattempo, depennato dalla Corte Costituzionale è divenuto per questo presidente del senato). La Corte Costituzionale che deve decidere della (il)legalità dei lodi, è infarcita di suoi amici di merende. L’avvocato dello stato che dovrebbe difendere la sacralità della Legge, si schiera in supina ricattatoria difesa dell’Egoarca, nel presupposto psicopatologico dell’autoidentificazione con lo Stato che l’Autocrate fa di se stesso. Il 6 ottobre il Pifferaio Magico, a sentenza ancora da emettere, scatena un golpe preventivo minacciando di riempire le piazze col suo Popolo della Libertà “coglione, imbecille, farabutto, antitaliano e antinazionale” come dice lui stesso sbagliando un pò il tiro. Il ministro Bossi e altri ministri leghisti, invitati a pranzo dal presidente della camera, prima di sedersi a tavola minacciano (se solo la Corte si azzardasse a criticare il lodo 2 Alfano) di chiamare in piazza “i Galli” pronti a un sol fischio del Padrone Leghista e del suo figliolo Trota Padana 1 che partecipa all’incontro non so bene a quale titolo (monarchia bossiana?)
Nel frattempo, ciliegina sulla torta del disfacimento dello Stato di Diritto, l’(ex?) avvocato Previti Cesare, pluripregiudicato condannato a 7 anni e ½ con sentenze definitive (che sta “scontando” affidato ai servizi sociali grazie all’ennesima legge ad personam “Niente carcere agli ultrasettantenni” regalatagli dal suo riconoscente cliente Autocefalo) risulta ancora iscritto all’albo professionale! Doveva essere stato radiato da tempo come prevede la legge e in conseguenza della sentenza di condanna per i gravissimi reati commessi. Qualcuno s’è dimenticato di farlo...W lo Stato di Diritto! Resistere! Resistere! Resistere!

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