ANTEFATTO. Il 3 ottobre 2009 il giudice Mesiano emette una sentenza di condanna a carico della Fininvesta di Berlusconi a pagare 750 milioni di euro di risarcimento a favore della CIR di De Benedetti a conguaglio dei danni subiti venti anni prima a causa della sentenza taroccata e fraudolenta emessa dal giudice Metta pagato dall’avvocato Previti, amico e sodale di Berluskoni, nonchè, per questo, anche ministro della difesa nel Berlusconi 1° del 1994. Il pregiudicato Previti Cesare sta scontando per questo reato, infamante in particolare per un avvocato, oltre che per il giudice, la condanna a sei anni di detenzione, anche se non ha fatto nemmeno un giorno di galera, perchè il suo amico e datore di lavoro Berluskoni gli fece una leggina ad personam – in cui l’Autocrate è specialista e super specializzato – che esclude gli ultrasettantenni dal carcere (guarda caso il Previti li aveva compiuti pochi giorni prima del varo della provvidenziale legge ad personam!).
IL FATTO. L’Egoarca Telemediocratico padrone della Fininvest nonchè capo del governo reagisce imbufalito fuori di senno sproloquiando di se stesso come “il più bravo presidente del consiglio degli ultimi 150 anni della storia italiana” dall’Unificazione e dall’Unità ad oggi e dell” uomo politico più perseguitato di tutti i tempi e di tutta la storia umana” (sic!). Finisce i suoi proclami golpisti e sovvertitori della legalità repubblicana al grido di “W l’Italia! W Berlusconi!”: nemmeno Benito Mussolini, Duce del Fascismo al massimo della sua potenza e del suo consenso aveva mai osato autoinneggiare a se stesso gridandosi da solo “W il Duce! W Mussolini” pur gridando sempre “W l’Italia”! Il (super)duce(tto) di Arcore ha avuto anche la vergognosa impudicizia e l’ignobile sfrontatezza di preconizzare letteralmente e testualmente che “sul giudice Mesiano ne vedremo delle belle”. Infatti a stretto giro di killeraggio mediatico e assassinio televisivo i suoi sicofanti, servi, servitori e lacchè delle sue televisioni omicide al servizio della lesa maestà dell’Egoarca, mandano in onda sull’ammiraglia TG5 un “servizio” osceno, miserabile, miserrimo, criminoso e delinquenziale sul giudice che viene pedinato vigliaccamente di nascosto mentre passeggia in una giornata libera da impegni di lavoro, attendendo alle sue attività personali quotidiane. La giovane irresponsabile mentecatta giornalista prezzolata al soldo del suo padrone nonchè capo del governo ad suam personam ad interim, non potendo riscontrare fraudolentemente alcunchè di negativo addebitabile in nessun modo all’ingiustamente e illegalmente perseguitato giudice Mesiano, sottolinea riprovevolmente scandalizzata che “il magistrato si permette di andare in giro con calzini di color turchese, assolutamente inadatti alle aule di un tribunale”. 1) A parte il fatto che ciascun frequentatore di palazzi di giustizia è ancora libero di mettersi – o non mettersi – calzini di qualsiasi colore a suo piacimento, visto che non esistono ancora – allo stato dei fatti – normative che impongano l’uso – o meno – di calzini e tanto meno di quale colore; 2) il giudice era seduto su una panchina dei giardini pubblici di Milano in un giorno libero dal servizio e quindi...L’enormità demenziale e delinquenziale della vendetta del Despota Megalomane Narcisista Provocatore è talmente esagerata e insostenibile che scatena una sacrosanta reazione a difesa dell’innocente magistrato unicamente colpevole di avere svolto – bene – il suo lavoro, tanto che lo stesso Unto del e dal Signore è costretto a prendere le distanze dalla sua giornalista e dal (dis)servizio della sua Mediaraiset. Proclama solennemente, nell’incredulità e fra le risate di tutti, che Lui “non c’entra niente e nulla ha a che fare con la vicenda” (SIC!), mettendo perciò definitivamente la firma sotto il misfatto: excusatio non petita, accusatio manifesta, anche volendo lasciare almeno per una volta in pace il grande padre Freud e le sue teorie probatorie e accusatorie di questi fenomeni di proiezione da manuale. Eppure il Grande Acrimonioso aveva già ordinato al suo Popolo della Libertà (quale?) di scendere in piazza a difesa delle sue aziende che Lui confonde e identifica col bene della Nazione, incoerentemente sostenuto nel minacciare sfracelli rivoluzionari, proprio dal suo amico e collega Bossi che con la bandiera della stessa Nazione Italiana ha sempre affermato testualmente e letteralmente “di volercisi pulire il culo”. Come fanno questi due a stare insieme, visto pure che nel quinquennio 1996/2001, dopo il fallimento del primo governo in comune Berluskoni I, si sono smerdati senza ritegno e senza la minima pietà, mentre già inciuciavano nella (ri)costruzione del Berluskoni II con cui vinsero incredibilmente le elezioni del 2001?
Comunque vendita dei calzini di colore turchese sta avendo giustamente un’impennata eccezionale in questi ultimi giorni di ottobre, perchè tutti ci tengono, in questo modo ironico e civile, a esprimere solidarietà e appoggio al bravo giudice Mesiano, vittima senza colpa di questo gravissimo attaco squadristico telemediatico, ordinato dal Super Boss di Palazzo Chigi Al Tappone IV.
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