sabato 20 marzo 2010
L'amico di sempre
L'ineffabile Fede(le) sicofante del Gran Sultano innalza l'ennesimo peana mistico al (super)Duce(tto) di Arcore, suo datore di lavoro e Signore durante il bollettino aziendale del TG4 di sabato 20 marzo 2010. Si è appena conclusa la manifestazione del Popolo della Libertà (?) non si è capito bene contro chi, visto che stanno saldamente al governo da due anni, con una maggioranza strabiliante di ben 100 deputati, la più alta di tutta la storia repubblicana! Forse manifestano contro se stessi, che non sono stati capaci, ciò nonostante, di fare negli ultimi 7 anni in cui hanno governato quasi ininterrottamente, nessuna delle riforme che promettono (o minacciano?) di portare a termine da ben 16 anni. Il non credibile direttore minzoliniano Fede(le) servitore indefesso del Mago di Arcore registra la presenza sul palco di bossi, definendolo "l'amico di sempre": ennesima stupida insostenibile bugia, visto che per almeno un quinquennio, dal 1996 al 2001 i due amici se ne dissero di cotte e di crude, dopo che l'amico Bossi aveva fatto cadere brutalmente l'amico Berlusconi al suo primo tentativo governativo nel 1994. Il Blefaroplasticato Kalotrikofilo Sire di Arcore digrignava che con Bossi non ci avrebbe preso più nemmeno un caffè (bugie, bugie...) ricambiato dal padano con epiteti del tipo: "portaborse di Craxi...bollito...povero pirla...piccolo tiranno, capocomico delteatrino della politica...nazistoide, mafioso. Il pioduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel mio pollaio...uomo della mafia...mafioso...uomo di Cosa Nostra...Autocrate...Berluscosa, Berluskaz, Berluskaiser...Berluscoso deve sapere che dalle nostre parti la gente è pronta a fargli un culo così...poveretto di Arcore" e altre sei pagine così da 127 a 131 soltanto nell'ultimo libro di Guzzanti vs Berlusconi di tre mesi fa. Insomma chi va con il bugiardo impara a sbugiardare: mendacio, mendacio, qualcosa resterà! Il Fede(le) scodinzolante propina la (falsa) cifra del milione di persone già stabilita, decisa e annunciata il giorno avanti dal suo Augusto(lo) Padrone: a voler essere proprio buoni, l'esercito di disoccupati assoldati a 100 euro l'uno, spese di trasporto e vitto pagate a parte, non arrivava a 100.000 "imbecilli, coglioni e farabutti" come ama definire il Despota dell'Amore quelli che non lo votano! Del resto "L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio": così l'ultimo libro dell'Autocrate Telemediocratico e la scritta faraonica dietro le sue spalle amorose. Altra enorme, smisurata balla sesquipedale visto che notoriamente è falso che l'amore vinca sull'odio (vedi Berlusconi e i suoi teledipendenti) e che chi non ama Berluskoni possa invidiarlo, nemmeno per scherzo. Eventualmente lo possiamo disprezzare, ignorare, criticare, sbeffeggiare ma arrivare ad invidiare Al Tappone, piccolo vecchio uomo dalla testa asfaltata, narciso bulimico di ricchezze e potere, prepotente e ignorante, frequentatore di minorenni e utilizzatore finale di prostitute è decisamente troppo. Ha ragione Di Pietro a definire il comizio del Pifferaio magico "un attenato alla Costituzione": Il capo del governo e cioè il potere esecutivo è sceso in piazza per ingiuriare la magistratura, cioè il potere giudiziario: in una nazione civile e democratica, in uno stato di diritto come dovrebbe essere la Repubblica Italiana questa ignominia non deve essere consentita. Firmerò la petizione di Di Pietro per chiedere la sfiducia contro l'Unto del Signore, propagatore di odio e fomentatore di violenza.
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