"...Quello che sempre mi sorprende è che fra tante persone che gli stanno attorno...non ce ne sia una abbastanza caritatevole da dirgli di non farsi più tirare dal chirurgo. Il suo volto ha ormai la fissità di una maschera, gli occhi quasi non si aprono, una palpebra si abbassa e l'altra no, la fronte ha una levigatezza cerea, da ex voto.Può un uomo ridursi in queste ciondizioni senza che nessuno, un figlio quanto meno o un consigliere fidato, che pensi a lui e non a quanto potrà ancora succhiargli, intervenga a dirgli: per amore di te stesso, per la memoria che lascerai, ti prego basta, accetta quello che l'età riserva a ogni essere vivente, ràssegnati, non ci crede più nessuno a quei capelli dipinti ogni mattina sul cranio, all'eterno cerone, torna in te....Alla sentenza di condanna ha reagito alla vecchia maniera: caricando alla cieca, senza rendersi conto che tutto è cambiato. Non un consumato attore, come l'ha definito l'eterno giuliano ferrara. Piuttosto un attore consumato, inconsapevole che la sua rappresentazione comunque è finita" (Corrado Augias, La Repubblica 30 ottobre 2012)
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