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mercoledì 8 dicembre 2010

"Le esequie scomposte di un potere defunto"

Così il titolo di Eugenio Scalfari su La Repubblica del 5 dicembre 2010, che stigmatizza il me ne frego di marca fascista e squadrista usato dal coordinatore del PdL Verdini in riferimento alle posizioni del Presidente della Repubblica. " Denis Verdini pluri-inquisito per reati comuni di associazione per delinquere, riciclaggio, falso in bilancio e bancarotta. Un elenco che basterebbe ad imporre le sue dimissioni da ogni incarico politico, ma il "boss" è con lui e tanto basta". Intanto e non da ora il (super)duce(tto) di Arcore sproloquia, in una delirante ascesa di vanterie e sbruffonate insensate e ridicole, ancorchè patetiche, drammatiche e tragiche :" Nessuno è alla mia altezza, nessuno può fare bene come me". L'Italia cade a pezzi (letteralmente come le rovine di Pompei, ben 4 volte nell'ultimo mese!) ma il Nerone di Arcore si suona la lira dell'autoapologia mentre le fiamme del malgoverno berlusconiano divorano le ultime vestigia di un'Italia libera e democratica nata dalla Resistenza

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