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mercoledì 27 agosto 2008

Indipendenza per Ossezia e Abkhazia: e le altre nazioni?

In questi ultimi giorni di agosto tutto l’Occidente, famigerato portatore di libertà e democrazia nell’universo mondo, grida all’unisono – salvo l’Italia di Berlusconi che è amico di Putin e quindi non lo può contraddire – contro l’affermata indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkazia proclamate formalmente dalla Duma Russa dell’amico di Al Tappone, nonché autocrate di tutte le Russie, anche quelle che non vogliono esserlo. Putin giustifica la distruzione della Georgia e l’annessione di fatto delle proclamate neonate repubbliche indipendenti nella forma dell’Ossezia e dell’Abkazia, col precedente del Kossovo. Difficile dargli torto: dieci anni dopo il despota russo ex KGB, ex PC ma amico di B. si prende la rivincita a lungo covata e nutrita colla freddezza e il cinismo che lo connotano. Tutti strillano, ma nessuno spiega con argomenti forti e persuasivi in cosa consista la differenza fra le due situazioni, che personalmente – purtroppo - mi sembrano perfettamente speculari e biunivoche. Tuttavia, ammesso che la Russia possa avere ragione a pretendere l’indipendenza dell’Ossezia del Sud, perché non ha proclamato anche l’indipendenza dell’Ossezia del Nord che fa parte integrante tuttora del suo territorio nazionale? Non hanno forse diritto gli Osseti a unificarsi in un’unica Repubblica Osseta finalmente libera e indipendente? E che dire della Cecenia di cui l’amico di B. ha fatto carne di porco, massacrando la popolazione decimata dalle truppe russe e distruggendo il territorio in una brutale guerra di invasione, che Putin ritiene invece una sacrosanta riaffermazione della difesa della nazione russa nella quale la martoriata Cecenia è stata inglobata violentemente da due secoli, grazie alla “liberazione” della popolazione cecena operata prima dai feroci Cosacchi degli Zar e poi dalla gloriosa Armata Rossa dell’Impero dell’Unione Sovietica? Lo zar (ex?)comunista Putin quando riconoscerà l’indipendenza del Daghestan, dell’Inguscezia, della Cabardia Bancaria, del Karacaevo-Cerkessia, della Repubblica dei Calmucchi, della Adigezia (tanto per rimanere nella zona caucasica e senza allargare troppo il cerchio…), tutte nazioni facenti parte dell’attuale impero russo che la logica putiniana dovrebbe volere immediatamente libere e indipendenti come l’Ossezia del Sud e l’Abkazia?
Prendiamo atto ancora una volta, con tutta la tristezza, l’amarezza e la disperazione necessarie, che i capi di stato proclamano il diritto alla legalità per se stessi, mentre lo negano senza ritegno agli altri, secondo una logica di puro potere e di forza bruta, unico metro di misurazione della bontà dei comportamenti ritenuti necessari e sufficienti a giustificare ogni nefandezza!
Le masse umane, (le più disgraziate abbrutite dalla ricerca incessante di una sopravvivenza precaria e labile, le più fortunate rincoglionite dal sistematico martellante lavaggio del cervello operato dai sistemi di comunicazione di massa in mano ai caimani del momento) assistono indifferenti e/o osannanti al massacro sistematico di ogni legalità, di ogni giustizia, di ogni moralità, di ogni umanità di cui potremmo ancora essere portatori sani in questo mondo che vive di nefandezze sempre più ignobili, indecorose e indecenti!

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