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martedì 28 ottobre 2014

Le nozze gay dei (viste dai) preti

    Grande, ignobile, immotivata e immorale gazzarra, scatenata da CEI e Vicariato romano, scaturisce dalla decisione del sindaco di Roma Marino (per altro cattolico praticante) di trascrivere 16 matrimoni gay contratti all'estero da 16 coppie omosessuali di cittadine e cittadini italiani.
    Il Vicariato di Roma arriva a farneticare di "affronto istituzionale basato sulla mistificazione mediatica e politica" (?). Il potere papalino, zuavo, pontificio, vaticano, talebano e fondamentalista del clericalismo più vieto, reazionario, becero, arcaico e inumano che la lobby pretesca e cristianista ha saputo secernere in 2000 anni di antiumanesimo controriformistico, spara ancora ad alzo zero, nonostante siano passati ormai ben 144 anni dalla breccia di Porta Pia, quando i bersaglieri liberarono Roam, caput mundi, dall'illegale, ossessionante, criminale, cesaropapista, costantiniano e simoniaco potere temporale.
    Ciò nonostante la pretocrazia, che si permette di contestare anche il suo stesso papa Francesco, accusato di comunismo, al quale dovrebbe (ed è dovuta) la massima, cieca, assoluta fiducia e totale ubbidienza dai credenti, si permette di intromettersi illegalmente e indebitamente negli affari interni di uno stato sovrano, laico e democratico quale è (o dovrebbe essere) la Repubblica Italiana nella istituzione comunale della sua capitale di Roma.
    Il mai sufficentemente rispettato motto cavouriano "Libera Chiesa in Libero Stato" continua ad essere attaccato, calpestato e maltrattato in modo prepotente, sopraffattorio, violento, ab-ominevole, bugiardo, equivoco e mistificatorio.
    Cosa ne pensa papa Francesco? Gli scriverà due righe in merito  e attenderò la (improbabile?) risposta. Amen!

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