Il Sultano di (H)Ar(d)core rilancia la sua ignobile e pretestuosa e impossibile pretesa di candidarsi alle prossime elezioni europee, ben sapendo di non poterlo fare, visto che ormai è un pregiudicato criminale espulso per ignominia dal senato che ha perso il diritto all'eleggibilità. Il Satrapo della Brianza sa bene di essere platealmente, sonoramente, evidentemente, chiaramente, indubitabilmente, inequivocabilmente e indiscutibilmente ineleggibile. Berluskoglioni e berluskimbecilli, tuttavia, credono nel Padrone delle Ferriere Autotelemedioplutocraticomassoniche a prescindere e il criminale delinquente pregiudicato espulso e decaduto dal senato ne approfitta bassamente, Cicero pro domo sua, come e più di sempre.
La Pitonessa Santanchè lancia una raccolta di firme per chiedere la grazia per il loro Padrone e Signore e la scemeggiata va avanti come si conviene!
"E' con le regole delle leggi e dei codici, mettendo da parte quelle dell'etica politica, che l'avventura berlusconiana di una candidatura a Strasburgo si rivela per quello che è, un'utopia...Le carte che giocano contro l'ex premier sono tre. Nell'ordine e in sintesi: la legge 190, meglio nota come legge Severino, del dicembre 2012, che fissa i paletti della incandidabilità, ineleggibilità e decadenza dei condannati; l'articolo 28 del Codice Penale che disciplina l'interdizione dai pubblici uffici; la risoluzione del parlamento Europeo del 23 ottobre 2013 su mafia e corruzione...Un partito può anche, come mossa politica, candidare un condannato, ma lo vedrà depennare dai magistrati che effettuano i controlli..." (Liana Milella, La Repubblica 15/3/14)
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
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