21 gennaio 2012. "L'azienda accusa: "E' una sospensione della legalità". Così i titoli de La Repubblica odierna a commento della sospensione di 90 giorni operata dal ministro Passera sull'indizione del Beauty contest previsto da Romani, sicofante di Berluskoni, se-dicente ministro ad personam del (super)duce(tto) di (H)Ar(d)core.
"...in questa situazione il partito-azienda dovrebbe votare in Parlamento a favore di un provvedimento contrario agli interessi del suo padre-padrone...Mai come in questa occasione a scoppiare è il vecchio conflitto di interessi fra il tyccon televisivo e il leader politico. La contraddizione di un capo partito che antepone gli affari privati agli impegni o ai doveri pubblici arriva così al suo culmine. Mentre il governo chiede ai cittadini ogni genere di sacrifici, dalle tasse alle pensioni, dalla casa alla benzina e via di seguito, l'unico che non vuole, non può e non deve sacrificarsi è proprio lui: l'ex premier che ha portato il paese sull'orlo del fallimento e della bancarotta, nascondendo la crisi economica sotto il tappeto come la spazzatura, compromettendo la credibilità e l'immagine internazionale dell'Italia.... Fa specie che proprio il partito delle leggi "ad personam", dei lodi e controlodi, oggi riscopra all'improvviso il fascino impellente della legalità, in funzione degli interessi di bottega... L'unica certezza del diritto da ripristinare, quindi, attiene alle direttive europee e all'interesse generale dello stato. Rai e Mediaset possonocontinuare tranquillamente a fare televisione, a raccogliere audience e pubblicità, senza intaccare ulteriormente il patrimonio pubblico. Nella storia oscura della tv italiana, la legalità è stata già infranta troppo spesso per essere violata ancora una volta." (Giovanni Valentini, I boiardi dell'etere, La Repubblica 21 gennaio 2012)
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