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mercoledì 2 settembre 2009

L'Editto di Danzica e la strategia della vergogna

Strategia della menzogna è il titolo che Ezio Mauro direttore de La Repubblica dà al suo ottimo fondo del 2 settembre 2009, in risposta agli attacchi scriteriati e forsennati del Caimano che ormai, autofagocitato da una intima convinzione di cupo dissolvimento, si scaglia contro tutti e si scatena contro tutto. L’egoarca di Arcore attacca ormai a testa bassissima chiunque osa ancora criticarlo e comunque ardisce di non allinearsi a 90° scodinzolanti di fronte alla vulgata del Superman senza macchia (ancorchè non santo) e senza paura, patetica vittima sacrificale degli attacchi bolscevichi e delle insolenze calunniose dei comunisti invidiosi in stato di astinenza per mancanza di bambini da mangiare.
Così sulla stampa servile e sulla TV Fede(le) – quasi tutta – il volo delle Frecce Tricolori su Tripoli per festeggiare il 40° anniversario della feroce dittatura del beduino campeggiatore Gheddafi, diventa un trionfo soltanto per il fatto che l’amico Muhammar gli ha concesso la fumata tricolore, invece di imporgli quella verde (Islam = Padania?) richiesta. Gli agiografici servitori si dimenticano di rammentare che la nostra bandiera il 1° settembre in Libia si è inchinata a onorare non solo il nefando dittatore, ma anche i suoi ospiti impresentabili e sconvenienti come il terrorista Abdel Basset al-Megrahi, responsabile della strage di Lockerbie. O Al Bashir, capo sudanese incriminato dai tribunali Internazionali per le nefandezze commesse in Darfur, che in uno stato civile degno di questo nome sarebbe prontamente arrestato e conseganto alle competenti Autorità per il processo a suo carico. O il capopbanda della filibusta somala di pirati, bucanieri, corsari e semplici delinquenti che vivono da predoni prendendo in ostaggio navi ed equipaggi in transito nel Mar Rosso. (Dopo 4 mesi di prigionia da poco hanno rilasciato un rimorchiatore italiano riscattato con lauto compenso e premiato addirittura con il passaggio delle Frecce Tricolori sul cielo di Tripoli. Inch Allah!)
Così il patetico AutoUnto del e dal Signore, da Danzica, da cui partirono 70 anni or sono le prime cannonate della II Guerra Mondiale intima letteralmente ai Commissari della UE di chiudere la bocca, se non vogliono che Lui, per ritorsione imperiale, blocchi i lavori del Governo Europeo, finchè non la smettono di criticarlo! L’Egoarca Arcoriano, inoltre, con l’Editto (II) di Danzica – dopo il I di Sofia nel 2001 ugualmente censorio – afferma di non voler rispondere alle 10 domande che La Repubblica gli pone ogni giorno da ben 4 mesi, contro le quali invece, da pochi giorni, è addirittura ricorso in tribunale per danni da un milione – richiesta reiterata oggi 2 settembre contro L’Unità per 2 milioni – suscitando l’unanime condanna dei giornalisti non ancora asserviti e della intera stampa mondiale. “E’ l’unico caso al mondo di un leader che ha paura delle domande, al punto da denunciarle in tribunale” (Mauro, pag. 4, La Repubblica 2/9/09). L’Autocrate Padano giustifica l’attacco a La Repubblica perchè “ha un editore svizzero e un direttore evasore fiscale”. Il Despota Telemediocratico Faccia di Bronzo non (ri)conosce il vangelo della trave e della pagliuzza (ma non si professa cattolico?) e nemmeno si ricorda del bue che dice cornuto all’asino. Che essere svizzeri fosse da ritenere un’offesa lo spieghi agli elvetici e che Ezio Mauro sia un evasore fiscale lo dimostri ai giudici, visto che è falso! Direttore ed editore attendono chiarimenti in merito. “Il premier dovrebbe stare più attento nel pretendere che tutti siano come lui: un capo del governo che ha praticato pubblicamente l’elogio dell’evasione fiscale...1000 miliardi di lire in fondi neri della Fininvest...21 miliardi a Craxi...91 miliardi trasformati in CCT e destinati non si sa a chi...risorse utilizzate da(l sodale) Previti per corrompere i giudici di roma e conquistare fraudolentemente il controllo della Mondadori”. (Mauro, La Repubblica, 2/9/09).
Un capo del governo che ha da poco definito letteralmente “delinquenti” i giornalisti che ancora, criticandolo, riescono a fare il loro lavoro in modo deontologicamente corretto e dignitoso non merita il rispetto di nessuno, nemmeno degli italiani coglioni e imbecilli che lo hanno votato. Il mago di Arcore ricorre adesso a quei giudici che da sempre definisce “bolscevichi, delinquenti, malati mentali” e essi stessi produttori di cancro in quanto “metastasi” del sistema giudiziario: con quale coerenza e attendibilità lo lasciamo decidere ai coglioni che lo votano. La Federazione della Stampa ha indetto per il 19 settembre (proprio oggi 2 settembre) una grande manifestazione di protesta contro le intimidazioni naziste e squadriste di chi (man)tenendo giornali e TV a guinzaglio stretto è anche diventato capo del governo e usa il suo (stra)potere telemediiocraticopoliticoeconomico per strangolare gli ultimi sussulti di libertà di una democrazia ridotta a pura forma di facciata vuota e sterile. Ci saremo tutti nella speranza di vivere gli ultimi giorni di Pompei di un’era truculenta, faziosa e incivile che ha (ri)portato indietro questa già disgraziata nazione di parecchie generazioni.

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