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mercoledì 16 settembre 2009

Vita privata e calunie

“Mio padre ha diritto ad avere una vita privata e a difendersi dalle calunnie”. Così oggi 11 settembre 2009 Marina, l’antipaticissima figlia primogenita di primo letto dell’autocrate telemediocratico di Arcore nonchè capo del governo Berluskoni IV. Se vuole dire che i presidenti del consiglio dei ministri hanno il diritto di frequentare minorenni e prostitute, pur essendo regolarmente sposati (anche se per la seconda volta e insieme partecipando alle Family Day) ma poi ritengono anche, in insanabile contraddizione dicotomica, calunnioso e calunniabile il loro stesso comportamento privato tanto da minacciare mafiosamente chi informa su questi fatti, allora i conti non tornano! Il capo del governo NON HA DIRITTO AD AVERE UNA VITA PRIVATA proprio perchè e in quanto UOMO PUBBLICO. Il Mago di Arcore è entrato in politica per evitare la galera e il fallimento delle sue aziende, come giustamente sostiene anche il suo sodale Confalonieri, presidente della sua azienda privata conflittuale cogli interessi pubblici: se lo ricordi sempre e ne tragga sempre le conseguenze. Se il Blefaroplastikato, sua figlia, amici e compagni, sodali e sicofanti, servi e servitori, imbecilli e coglioni che lo votano ritengono i suoi comportamenti riprovevoli e autocalunniosi, perchè accusare di calunnia i giornalisti che denunciano – giustamente – i meri fatti nella loro cruda concreta immorale realtà? Se il Kalotrikofilo ritiene che frequentare minorenni e prostitute sia di per sè una calunnia, non è più semplice eliminare i comportamenti ritenuti calunniosi per chi li compie ed astenersi da essi? Non ha senso, altrimenti, affermare di “non essere un santo” e poi ritenere calunniatori i giornalisti che lo registrano. Insomma ormai è proprio una roba da matti, come il ministro Bossi che definisce “matto” il presidente della Camera Fini, della sua stessa parte politica di maggioranza che sostiene il governo, perchè non la pensa come lui! Insomma Marina non ha il diritto di affermare che il “padre ha diritto ad avere una vita privata e a difendersi dalle calunnie” perchè, per l’appunto, il padre semplicemente...non ha diritto a questo. Non è calunnia riferire delle frequentazioni di minorenni e prostitute del padre, più di quanto Papi non ritenga esso stesso di per sè autocalunniosi i suoi stessi comportamenti. Punto e basta. Anche la figlia di Craxi ritiene calunniose le condanne della Magistratura accumulate dal padre contumace e latitante con sentenze passate in giudicato, ma non sono calunniose le sentenze, bensì reati i comportamenti e le azioni del padre: l’amore filiale gioca proprio brutti scherzi!

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