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mercoledì 12 agosto 2009

Faccia di Bronzo

Da ormai più di tre mesi soltanto pochissimi giornali (La Repubblica, L’Unità e pochi altri) e quasi nessuna rete TV (ad eccezione del TG3 edizione notturna, la meno seguita e vista) ci informano correttamente sulle squallide umilianti vicende personali e politiche del capo del governo. Frequentazione di minorenni (macroscopico il caso di Noemi letizia, diciassettenne invitata a più riprese a incontri e feste anche nella mitica villa sarda privata/pubblica de La Certosa di proprietà del Sultano); candidature di veline dispensatrici di bellezza alle elezioni europee; rapporti sessuali a pagamento nella residenza privata, ma anche ufficiale del duce a palazzo grazioli e via elencando.
La moglie Veronica non può che annunciare il divorzio con una lettera pubblica disperata e impotente nei confronti di comportamenti del marito indegni, indecenti e immorali per un padre di (pluri)famiglia, nonno, settantatreenne e inaccettabili e insostenibili per un capo di governo. Dalla stampa vassalla del padrone, la signora viene tacciata di ingratitudine al Signore e sbattuta in prima pagina a titolo cubitale “velina ingrata” a torso nudo, retaggio delle ormai lontanissima carriera di attrice al fianco del grande Enrico Maria Salerno (Libero, direttore Feltri). L’Egoarca Osa arrivare addirittura a pretendere le scuse della consorte (?) che, ovviamente, non ci saranno.
La figlia Barbara, in una intervista a Vanity Fair del 6 agosto, denuncia l’insostenibilità della privatezza dei vizi per un uomo pubblico come suo padre e afferma che comunque non ci saranno ripercussioni e problemi nella divisione delle ricchezze paterne “se papà sarà equo”. Apriti cielo: costretta a ritrattare in tempo reale almeno parzialmente dall’avvocato deputato Ghedini Ma Va Là (quello specializzato nella negazione eversiva dei fatti, annegati nell’oceano del cloroformio dell’eufemismo e della pre-potenza delle minacce). In pseudoconferenza stampa, il babbo amoroso afferma che “Barbara mi vuole un bene dell’anima” ma è stata traviata, come la madre, da “qyuei delinquenti dei giornalisti”.
Come fosse un effimero caudillo del più sconosciuto staterello sudamericano o il despota autocratico di un regime centro asiatico o un dittatore bulgaro dell’ex impero sovietico, si scaglia contro RAI3 che critica il governo, attività che il padrone del Popolo delle Libertà non ritiene possibile nella sua finta democrazia di plastica mediatica. E’ la riprova che ormai il controllo sui media è pressochè completo, assoluto e totale: ormai le prove di regime hanno prodotto una dittatura personale che si regge sull’autoapologia incensatoria e vanagloriosa dei sondaggi prefabbricati, di nessun valore democratico reale ed effettivo. Gemelliamo questa pseudoconferenza stampa (senza domande e senza risposte) con il discorso con cui Mussolini, il 3 gennaio 1925 alla Camera, formalizzòl’instaurazione della dittatura:” Potevo fare di questa aula sorda e grigia il bivacco per i miei manipoli, ma non ho voluto, almeno per il momento”. Il despota negando di tutto e di più, con narcisistico infantile eccesso di pre-potenza e insieme psicopatologico distacco dalla realtà effettuale, si autodiscolpa e si autoassolve da tutte le ignobili e infamanti accuse che in Europa lo tengono incornato e infilzato tanto più quanto più il Torello di Arcore si dimena e si dibatte per allontanare da sè le conseguenze delle sue azioni scriteriate, dei suoi comportamenti eterodossi e delle sue scelte amorali e immorali. Ormai l’Egoarca parla in terza persona come Cesare e il papa, braccato e in impossibile e inutile fuga da se stesso: sproloquia a ruota libera senza più il minimo ritegno e senza freni inibitori, definitivamente saltati e completamente spariti per sempre, spingendolo verso una catastrofe umana e politica epocale e irreversibile (almeno questa è la mia speranza...).
Le piacevoli ministre Gelmini e Carfagna (quest’ultima anche ex velina callipigia, tuttora poppe al vento sui calendari in mostra sui camion di tutta Europa) annuiscono, mentre su Internet fiorisce la foresta delle loro confidenze sui gusti, usi e abusi sessuali del vecchio Sultano e su come soddisfarli al meglio senza troppi danni. Attesa l’inconsistenza delle bugiarde e mendaci turpitudini telematiche, l’onorevole avvocato Ghedini Ma Va Là tuttavia stranamente non querela e non blocca tutto come gli permetterebbe la legge in caso di affermazioni false e non veritiere: avrà paura dell’onere della prova che potrebbe tutto inverare? Cosa dobbiamo pensare? Ad astra per aspera! Usque tandem! Così sia!

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