mercoledì 27 maggio 2009
Roma: degrado africano?
A fine maggio 2009 l’Imperatore Ecumenico Berluskoni IV accusa il sindaco di Roma Alemanno, del suo stesso partito del Popolo della – cosiddetta se-dicente – Libertà (quale? per chi? di cosa? di chi?) di (man)tenere la città in uno stato di “degrado africano”. “Fa male al cuore girare per molte città italiane come Roma, Napoli e Palermo e vedere lordure nelle strade: sembrano più città africane che europee”, così il Grande Ripulitore Igienista Mister Bianco che più bianco non si può. Alle pigolanti servili rimostranze del podestà romano, il (super)duce(tto) di Arcore conferma così che “la capitale è sporca, ma non è colpa di Alemanno”. Ma se il sindaco ex(?) fascista ha la responsabilità del governo del comune di Roma da più di un anno, come fa il Blefaroplasticato Kalotricofilo Papi a ritenere responsabile del degrado Veltroni e le precedenti giunte capitoline? Ad ogni evidenza l’Autocrate Telemediocratico di Arcore-Cologno Monzese continua a sparare la merda di mostruose bugie, convinto che i “coglioni e imbecilli” che lo votano possano digerire tutte le immaginifiche oceaniche mostruose omeriche panzane che la sua mente creativa è capace di (ri)produrre! Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire e peggior cieco di chi non vuole vedere. “Il premier si è finalmente accorto del degrado della capitale”, attacca giustamente il Partito Democratico (cristiano?). Ma i “coglioni e imbecilli” applaudono Al Tappone, nonostante l’evidente difficoltà per le macroscopiche bugie che continua a propalare su tutto e contro tutti, come testimoniano anche gli ultimissimi casi della sentenza Mills che lo definisce corruttore – il riprovevole lodo Alfano lo preserva pur tuttavia dal processo, incredibile in un paese civile ma vero nel paese dei campanelli dei berluscones – e della Papi Noemi story che conferma le accuse della (ex?) moglie signora Veronica Lario di frequentazioni con minorenni e malesseri psicofisici da chiarire...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento