3 giugno 2008
Finora nemmeno il leghista più ottuso e il berlusconiano più sfrenato avevano nemmeno osato pensare di vietare l’ingresso negli asili italiani ai bambini, magari stranieri, che non parlassero italiano. In compenso ai bimbi italiani che non parlano tedesco è vietata l’iscrizione negli asili italiani dell’Alto Adige! Gli amministratori cittadini italiani di lingua tedesca impediscono ai bambini cittadini italiani di lingua italiana l’ingresso negli asili italiani di lingua tedesca. L’enormità di questa discriminazione linguistica e quindi razziale (ma esistono una razza italiana e una tedesca? Non lo sapevo!) non trova parole adeguate per essere condannata. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di LINGUA, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” articolo 3 della Costituzione Italiana, fondamento dei diritti basilari di tutti i cittadini italiani. La Carta Costituzionale, dai cittadini italiani di pura razza ariana tedesca, è considerata e considerabile, evidentemente, alla stregua di una costituzione di carta (da gabinetto?).
Nel 1991, arrivando in Cambogia, all’aeroporto di Pnom Pehn mi fu consegnato un modulo da compilare per l’ingresso in cui, fra l’altro, mi si richiedeva a quale razza appartenessi. Intendevano, con una larghezza di visione impensabile agli ottusi amministratori di pura razza ariana tedesca, se fossi bianco, giallo o nero… Scrissi, provocatoriamente, di razza umana: il poliziotto lesse il modulo, mi guardò e mi lasciò entrare nel suo paese senza contestarmi “l’inesattezza” della mia eterodossa risposta. Morale della storia: ben sedici anni dopo i poliziotti amministratori di pura razza ariana tedesca che mi vergogno di definire di nazionalità italiana, sono più arretrati e pre-istorici della semplice guardia di frontiera cambogiana, scampato, per altro, chissà come, agli incredibili massacri nazi(onalsociali)sti-maoisti del Grande Criminale Pol Pot…
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