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lunedì 8 novembre 2021

L'ANTISIONISMO E' SINONIMO DI ANTISEMITISMO?

       8 novembre 2021. La Repubblica del 4 novembre scorso "recensisce" "l'ultimo saggio" di Fiamma Nirenstein, famigerata, spudorata, esagerata, incontenibile, megasuperextraultraiper sionista che più sionista non si può. Ovviamente tutti i non celebranti, agiografi, corifei, sicofanti dello stato sionista di Israele come lei, vengono immediatamente e ingiustamente criminalizzati e condannati come antisemiti, dimenticandosi che anche gli arabi sono semiti   e quindi...

       La pseudo recensione è infarcita dei soliti, banali, pedissequi, infantili, elementari, inaccettabili luoghi comuni del tipo: "Israele è una democrazia compiuta e avanzata" oppure "Israele è uno stato di diritto, tollerante e aperto". Purtroppo lo stato sionista di Israele non è e non è mai stato tutto ciò: un cittadino israeliano ha definito la sua nazione uno stato etnocratico e quindi razzista e antidemocratico per definizione. Israele è purtroppo l'esempio più macroscopico di uno stato coloniale, nato dalla, colla e sopra la pulizia etnica della popolazione aborigena e autoctona della Palestina araba e musulmana e per questo la sua storia ha evidenziato le sue caratteristiche proprie di uno stato razzista, militarista, espansionista, imperialista, talebano e teocratico.

       La recente Legge della Nazione che definisce lo stato di Israele come quello degli ebrei ad ogni evidenza impedisce allo stato di definirsi democratico. Se lo fosse, non potrebbe essere lo stato dei soli ebrei, ma anche dei suoi cittadini arabi musulmani, drusi, cristiani. Israele non può nemmeno pretendere di definirsi stato di diritto, visto che i cittadini israeliani ebraici godono della legislazione ebrea; i cittadini israeliani arabi musulmani solo di una parte di essa, privati di diritti fondamentali quali il servizio militare ecc.; i palestinesi sotto occupazione militare dal 1967 sono sottoposti alle leggi  coloniali britanniche che prevedono, fra l'altro, carcerazioni all'infinito senza processo, abbattimento delle case di intere famiglie, pena di morte a insindacabile giudizio di qualsiasi soldato che ritenga necessario comminare la morte, anche a neonati, bambini, donne , vecchi e uomini indifesi.

       Attendo da La Repubblica una recensione di un libro sulla Nakba, magari anche dello storico ebreo israeliano Ilan Pappe.

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